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Monday, February 18, 2008

Scoppia la grana Di Pietro

Sono trascorsi pochi giorni da quando Veltroni ha annunciato l'apparentamento con L'Italia dei Valori di Di Pietro, derogando in modo discutibile all'impegno di "correre da solo", ed è già scoppiata la prima grana per il segretario del Pd. Oggi infatti Di Pietro ha diffuso il suo programma elettorale, di ben 11 punti.

Le domande sorgono spontanee: quelle di Di Pietro sono proposte a titolo personale? Veltroni le condivide? Quale programma sta sostenendo chi intende votare per Veltroni premier? Domande che si ritenevano superate per sempre con la decisione del Pd di correre da solo ma che inevitabilmente l'alleanza con Di Pietro fa tornare di attualità.

Ma sono soprattutto la legge sul conflitto di interessi, che l'ex pm torna adesso a brandire, e la sua proposta di «intervento radicale» sull'informazione a mettere in difficoltà Veltroni: «Una sola televisione pubblica, senza pubblicità; limitazione della proprietà per i concessionari privati ad una rete; eliminazione dei finanziamenti pubblici all'editoria». Al di là del merito, il rilancio della questione del conflitto di interessi e la proposta di ridurre Mediaset ad una sola rete, procedendo a quello che di fatto sarebbe un esproprio, appaiono intenti punitivi nei confronti del leader dell'opposizione Berlusconi, che rendono vani gli sforzi di Veltroni per condurre una campagna elettorale pacata, civile, rispettosa dell'avversario nella speranza in questo modo di poter conquistare i voti dell'elettorato più moderato e indipendente.

Ma anche voler ridurre la Rai ad una sola rete, senza pubblicità, rischia di far ribellare il partito-Rai, molto ben rappresentato all'interno del Pd e in generale tra gli elettori di centrosinistra. Per non parlare dell'"effetto confusione" provocato dal sovrapporsi, sui programmi, di più voci che in teoria dovrebbero confluire in una sola.

Insomma, con un colpo solo Di Pietro riesce a far perdere voti al Pd sia al centro che a sinistra. Un po' la riedizione degli autogol di Visco e Bertinotti nel 2006.

5 comments:

Anonymous said...

Vorrei soltanto aggiungere un breve commento: quella che tu chiami "grana" è forse l'unica voce fuori dal coro. Mi pare che Di Pietro sia l'unico che concretamente si stia battendo per la legalità e contro i monopolii mediatici. A mio avviso non è corretto annuire sempre e comunque agli alleati che non condividono pienamente il proprio programma: in questo caso si perderebbero i "valori" di un partito che proprio su questo termine ha puntato molto. Se i dipietristi ribadissero ogni punto del PD, chi si occuperebbe del conflitto d'interessi e delle leggi vergogna?Vogliamo forse aspettare, ancora una volta, il Cavaliere che metta a posto tutto?Ciao,Giulio.

Anonymous said...

allora
innanzitutto questo signore qui sopra 'io sto con micciché' è raccapricciante, signore dio siamo al subliminale diventato condizionamento sfrontato, ma chi è?

in secondo luogo, di pietro ha detto l'unica cosa giusta che andava detta, togliere, con un vero e proprio esproprio, le reti a quel nano truccato e darle a qualcun altro, o meglio, rimetterle sul mercato, senza tagliare posti di lavoro. ma non eravate voi i liberali amanti del mercatino libero: verdura fresca, mele, pere, acquistate a prezzi convenienti siooorriiii

l'alzata di scudi dei megafonari dei 3 tg mediaset dimostra, se ce ne fosse stato ancora bisogno, l'infimo livello non solo di quei 3 pupazzi, ma di tutta la struttura, vera e propria boccuccia di fuoco (con un po' di rossetto, non di rossella, s'intende) dell'allegra tribù dei piersilvi

e bravo tonino!

Anonymous said...

Adriano, forse giova ricordarLe che oltre alla tv analogica terrestre di cui discute Di Pietro (e che la finanziaria 2008 firmata dallo stesso ministro -si sarà dimenticato!- prevede chiuderà al più tardi nel 2012) esistono la tv digitale terrestre, il satellite digitale ed il satellite analogico, dove ognuno trasmette più o meno ciò che vuole. Certo, volendo potremmo anche regolamentare l'utilizzo di scudi e cotte di maglia come capi di abbigliamento, o le modalità di attracco delle trireme modello-Ulisse, però -come dire- mi parrebbe piuttosto futile, visto che non le usa più nessuno da secoli.
Solo un cervello davvero fino (finissimo, praticamente due neuroni al massimo) poteva concepire l'idea di rivoluzionare un settore destinato alla chiusura cercando di incentivare nuovi investimenti. Quale imprenditore sarebbe così sveglio da investire nella tv analogica (a proposito: da fine 2008 gli apparecchi analogici non saranno neanche più venduti!) sapendo che entro massimo quattro anni deve o chiudere, o migrare su altra tecnologia? Non conviene -forse, dico forse...-investire (ed eventualmente regolamentare) direttamente sulla nuova tecnologia?

P.S.: il monopolio non è reato. Ed essere in favore del libero mercato non significa essere contrari al monopolio (privato) di fatto.

Anonymous said...

Finchè ci saranno elettori che, in buona fede, continueranno a chiedere di non inserire in lista elettorale personaggi inquisiti e condannati dovremo concludere che, in questo Paese, alla magistratura viene delegata la selezione dei parlamentari.
Colpo di grazia per la nostra democrazia già tanto malata.

Anonymous said...

la mia destra
anche tu sei un bravo cuoco, opsss mi da del lei, farò altrettanto

anche lei è un bravo cuoco, uno chef sopraffino, in politica ce ne sono molti, si vede che sono abituati a mangiare.
nel senso, le frittate se la sapete rigirare bene, peccato che non siete l'uomo ragno, e sui muri proprio non vi ci sapete arrampicare. il suo discorso è un artificio abbastanza mediocre a dire la verità di retorica atta a giustificare il monopolio del nano truccato

in sostanza, sto nanetto e le sue ballerine c'ha rotto i cosìddetti, bisogna toglierselo dalle scatole una volta per tutte... tornasse a fare il presidente del milan e facesse fare tv a qualcun altro, e voi finitela di miagolargli appresso, c'ha la coda...non è umano!!!