Pagine

Thursday, March 24, 2005

Quer pasticciaccio brutto...

Il «panorama delle rovine» lasciato dietro di sé della riforma costituzionale approvata dalla Casa delle Libertà ieri al Senato viene tracciato oggi sul Corriere della Sera dall'editoriale di Ernesto Galli della Loggia. Una stroncatura rilevantissima, perché conferma la linea non governativa del principale quotidiano italiano e perché giunge da un intellettuale non certo vicino alle posizione dei repubblicones.

Galli della Loggia ce l'ha soprattutto con la devolution. Vi intravede «una crescita esponenziale del contenzioso Stato-Regioni», le ambiguità di un Senato «non eletto in rappresentanza delle Regioni in quanto tali, e con competenze ridotte rispetto ad una vera camera politica», insomma «un incrocio contraddittorio e micidiale di accentramento e decentramento, all'insegna dell'istituzionalizzazione della paralisi e dell'apoteosi del ricatto», più grave perché accettato «per il proprio immediato tornaconto politico che il presidente del Consiglio e altre forze della sua maggioranza, che al pari di lui non hanno mai manifestato alcun interesse per il federalismo, e anzi sono ideologicamente ai suoi antipodi come Alleanza nazionale».

Si tratta del «più grave pericolo che l'unità italiana si trova a correre dopo quello terribile corso sessant'anni orsono nel periodo seguito all'armistizio dell'8 settembre... vedremo allora se gli italiani sono davvero stanchi di avere una Costituzione e una patria».

A difendere la riforma è Il Foglio, anche se ribatte alla sinistra concentrandosi più sul "premierato robusto" divenuto "debole": «Dov'è lo scandalo? L'opposizione grida alla tirannide ma i poteri del premier sono più deboli di quelli previsti dalla sinistra in Bicamerale».

Il problema però posto da Galli della Loggia non è la «tirannide» e lo «stravolgimento delle garanzie democratiche», ma forse proprio il contrario, cioè la confusione, la paralisi costituzionale, il protrarsi dei ricatti partitici che sarebbero provocati da istituti come la «sfiducia costruttiva», un contrappeso al potere di scioglimento della Camera da parte del premier. «In una coalizione con ali estreme riottose, se una di queste vuol far saltare il banco, le basta votare anche da sola la sfiducia per ottenere lo scioglimento del Parlamento», ha riconosciuto anche Mario Pirani ieri su la Repubblica.

No comments: