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Friday, September 15, 2006

Da trent'anni il colosso del malaffare italiano: Prodi si dimetta

Su Prodi un'accusa precisa: interessi privati in atto d'ufficio. Ma c'è un giudice a Milano?

Per una non troppo strana coincidenza al centro del più eclatante conflitto d'interessi c'è Romano Prodi. Se fossimo in un paese normale, saremmo già in Telecomgate e vedremmo il presidente del Consiglio dimissionario.

Il piano Rovati, portato alla luce dal Corriere della Sera e dal Sole24Ore per dare una mano al loro pesante azionista, è la prova che Prodi ha mentito su Telecom (ha negato di sapere, ma era al corrente dell'operazione e interferiva) e che, ancor peggio, ha cercato di esercitare una pesante influenza sugli assetti proprietari di una società che agisce nel libero mercato. Non una società qualsiasi, ma uno dei più grossi gruppi industriali e finanziari del paese.

Il piano prevedeva «lo scorporo della rete fissa da Telecom Italia e il passaggio sotto l'ombrello dello Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti». Infine, «lo sbarco in Borsa». Il documento risulta recapitato il 6 settembre, su carta intestata della «Segreteria Particolare del Presidente del Consiglio dei Ministri» (praticamente una firma leggibile: Romano Prodi). Erano trascorsi solo quattro giorni dall'incontro a Villa d'Este tra il presidente del Consiglio e Tronchetti Provera.

Ecco, in poche parole, cosa preparava Palazzo Chigi: nazionalizzare parte di Telecom per poi ri-privatizzare a due lire, naturalmente agli amici di Prodi. Il tutto con i soldi degli italiani. La Cassa depositi e prestiti (cioè lo Stato) avrebbe dovuto comprare da Telecom la partecipazione di controllo di una rete fissa (reti, centraline e cavi telefonici), il 25-30 per cento, in cambio di 5 o 7 miliardi di euro. Un vero e proprio esproprio, o comunque un tentativo per condizionare le strategie di vendita di Tronchetti Provera, un incapace che ha saputo solo indebitarsi.

C'è da scommettere che poco prima della fine del suo mandato a Palazzo Chigi, Prodi avrebbe poi ri-privatizzato il tutto a banchieri amici, infilando la sua manona su tre televisioni che potrebbero costituire un terzo polo mediatico e su una buona partecipazione nel Corriere della Sera, ma soprattutto impedendo che Murdoch o Berlusconi, tra i pochi ad avere liquidità tale da salvare Provera, potessero mettere le mani su un'importante fetta della comunicazione in Italia. Per Giannino, «il disegno di "grande fratello" prodiano» prevede addirittura l'accorpamento di «Terna, Sna e telefoni in un unico mostro di Stato».

Inutile crocifiggere Angelo Rovati. Impossibile, visti i loro ottimi rapporti personali, che si sia permesso di preparare un simile piano, che avrebbe impegnato le casse dello Stato per miliardi di euro, e di parlargliene persino a Tronchetti Provera, senza che Prodi sapesse. Il tentativo di salvare in extremis il suo padrone è fin troppo scoperto e tra il patetico e il ridicolo. Dovremmo far finta di credere che, dalla sua stanza di Palazzo Chigi, il super-consigliere economico del presidente del Consiglio si sia messo ad elaborare un piano aziendale per un colosso delle proporzioni di Telecom e che l'abbia fatto recapitare - su carta intestata e senza che il premier sapesse alcunché - al top management del gruppo.

«Un gravissimo atto di affarismo politico». Come sempre, a dirla tutta e a dirla bene è Oscar Giannino, in una lettera a Libero.
«Una cosa da Quarto Mondo, perché oggi neanche più nel Terzo i governi si permettono di allungare le mani impunemente su società quotate che valgono in Borsa trenta miliardi di euro: per timore che altrimenti il grande capitale estero volga le spalle e metta su quel Paese una croce sopra. Invece, nell'Italia di Prodi avviene impunemente. Con un disprezzo totale di ogni elementare regola che vuole l'imprenditore libero di ciò che è suo, mentre il governo dovrebbe solo occuparsi di regole generali e non certo di assetti o compravendite proprietarie.
(...)
Su Prodi, nulla potrà cancellare l'onta di questo gravissimo atto di affarismo politico. Potrà essere quadrata e compiacente, la legione di banchieri, giornalisti, brasseur d'affaires che gli è cresciuta intorno. Ma è un'Italietta che, da ieri, emana ancor più cattivo odore».

35 comments:

Anonymous said...

Già nel 1997 dall'abuso d'ufficio per l'affaire SME lo salvò una leggina "ad personam" redatta da Giovanni Maria Flick, Ministro della Giustizia e suo avvocato. L'abbiamo scritto e detto un milione di volte. Parole al vento, naturalmente.
Mthrandir

Anonymous said...

papparsi Telecom senza spendere una lira e pemettere a De Benedetti di comprarsi le TV, eccolo il piano di "modernizzazione" del paese

Anonymous said...

Prodi deve dimettersi e dall'altra parte Telecom deve smettere di avere posizione dominante sul mercato (lo so che è una società privata quotata in borsa, ma la storia dell'ultimo miglio secondo me è una porcata che Telecom usa per mantenersi i clienti)

Anonymous said...

La procura di Roma valuta l'apertura di una indagine sullo scorporo della compagnia...

Anonymous said...

ma lei, Punzi, non era uno degli ultimi giapponesi di Prodi?
Così, per curiosità...

Anonymous said...

Tronchetti Provera si è dimesso, indovinate chi è il nuovo Presidente di Telecom ? GUIDO ROSSI !!!!!!!

Anonymous said...

Ed i Radicali a questo punto che fanno? Ancora gli ultimi Giapponesi?

Anonymous said...

Ma Prodi non si era detto liberista?

E che figuraccia che ci sta facendo Padoa Schioppa!!! Anni ed anni di credibilità sfumati coi buoni a nulla!

Anonymous said...

Lo si sapeva: tra il Cav. e il Prof., quest'ultimo puzza mille volte di più di malaffare.

Ora abbiamo l'ennesima conferma.

Ma i radicali staranno sempre lì. Le poltrone piacciono, intorpidiscono, moderano, conquistano.

Anonymous said...

Già, Punzi, non eravate gli ultimi giapponesi?

Anonymous said...

E Biagi che leccando e sbavando aveva detto con toni gravi e pensosi: CONOSCO UN UOMO...

BUFFONE!!!

E Capezz non c'ha nulla da dire?
Non è il caso di fare qualcosa di davvero forte? O Pannella gli ha tagliato la lingua?

Unknown said...

Caro Federico, la tua onestà intellettuale è encomiabile. Peccato, però, non poter dire la stessa cosa di Pannella che rappresenta sempre meno i radicali e sempre più gli affari suoi (un gradino sotto, ma il discorso è lo stesso per Bonino e Capezzone).

Anonymous said...

analisi impietosa e perfetta, senza una sola parola più del necessario. è sempre un piacere leggerti.
woody

Daniela C.C. said...

Prodi lo conoscevamo bene, e conosciamo anche il fatto che a volte pare che la giustizia meneghina non sia proprio la stessa cosa della giustizia italiana.

JimMomo said...

Ultimi giapponesi, sì, ma se l'imperatore ti spara alle spalle?

E' dura, ma forse i discorsi di Pannella bisognerebbe ascoltarli fino alla fine...

E se qualcuno avesse avuto più lungimiranza per quei 4 senatori...

Anonymous said...

Veramente ben detto, JimMomo. Mi sono permesso di linkarti anche da me.

Anonymous said...

Un post perfetto, peccato che questo intrallazzatore, sul campo da trent'anni, sia stato appoggiato oltrechè (e purtroppo, aggiungerei) dagli amici radicali, anche dalla gran parte dell'establishment italiano, non so se Tronchetti Provera approvasse la linea di Montezzemolo, ma sembrerebbe che le pugnalate alla schiena non siano state inferte solo alla Rosa nel pugno.
Sono bastati pochissimi mesi ai professionisti della politica per dimostrare esattamente quello che sono.
L'Italia, così messa, mi fa sinceramente pena.
Ribadisco post perfetto e pienamente condivisibile, bravo Jim.

Anonymous said...

Quindi: se l'imperatore ti pugnala alle spalle... (e fin dall'inizio di tutta questa telenovela tra i Radicali, la RNP, l'Unione e Prodi)...

che fa Pannella? è coerente con ciò che ha detto o resta comunque perchè ora gli conviene così?

Bella convenienza avere il 30% secco di iscritti in meno!!!
In un partito normale il gruppo dirigente si sarebbe dimesso.
Già, in un partito normale di un paese normale. Dove invece pare che gli unici con un filo di dignità a dar lezioni di coerenza siano rimasti il superindebitato ed inetto squalo Tronchetti e l'ideologico rifondarolo comunista Cacciari.
Tutti gli altri restano ben saldi sulle poltrone!

Che schifo di Paese!

Anonymous said...

Jim stai molto attento a non finire pure tu nel girone dei buffoni...

Anonymous said...

o, l'imperatore è l'imperatore, mica si mette in discussione solo perchè ti spara alle spalle.
giusto yukio mishima lo criticò per aver perso la guerra (praticamente peggio che sparare alle spalle).

potete fare gli yukio mishima di Prodi e invece del solito sciopero della fame passare direttamente al seppoku che sarebbe una vera bomba mediatica :-)

Abr said...

"Se fossimo in un paese normale, saremmo già in Telecomgate e vedremmo il presidente del Consiglio dimissionario".
Per una volta (ma non è la prima volta), sono d'accordo con JimMomo ...
ciao, Abr

monarchico said...

Il caso Telecom è un’eredità del sistema repubblicano, dove i governanti o sono incapaci o pensano solo ai loro interessi e dove non esiste un vero capitalismo.

In questa repubblica nulla di nuovo : come prima e peggio di prima.

visita l'ultimo post del mio blog!
saluti

Anonymous said...

se sei l'ultimo giapponese te ne freghi che l'imperatore ti spari alle spalle, fai l'ultimo giap e stop.
il problema vero è però che in questo caso non ci sono imperatori e meno che meno giapponesi, ma solo una squallida combriccola di pseudo politici (radicali compresi) che fanno, oltre al loro piccolo o grande interesse di bottega, l'interesse ben più significativo di altri i cui nomi sono ben noti.

Non è dura ascoltare i discorsi di Pannella fino alla fine, quello che è duro, anzi impossibile, è capirne il senso, ma al Vate del resto non interessa...

Chi avrebbe dovuto essere più lungimiranteper quei 4 senatori?
Non sarò molto lungimirante, ma non ho capito chi avrebbe dovuto esserlo. Il vice ministro Intini?
La ministra Bonino? Il presidente Capezzone? Il problema vero è che voi radicali a furia di raccontarvi/ci le storielle poi finite per crederci nel migliore dei casi, nel peggiore volete prenderci per..., anzi: "sparaci alle spalle"

Anonymous said...

prima o poi, meglio prima, i nodi vengono al pettine. e così dopo la fasulla creazione della rosa nel pugno coi poltronari socialisti eccovi alle prese con il prodi di sempre, e voi lì che ancora fingete di cadere dalle nuvole e di dirvi sorpresi degli atteggiamenti autolesionistici del governo...
ma per favore!
andate a prendere per i fondelli qualcun'altro!
per un verso... per altro verso...,
ma fateci il piacere!!!

Anonymous said...

apezzone dixit: "E' sempre più chiaro che erano nel giusto quelli che, come me, chiedevano da subito al Governo di fare chiarezza sulla vicenda Telecom.
A maggior ragione, appare ora indifferibile una presenza del Governo in Aula, e al massimo livello possibile, per chiudere una pagina opaca. (opaca? ma se è tutto chiaro come il sole d'estate che è solo l'ennesima mascalzonata di Prodi!!!)
Anche nel merito, peraltro, occorre dissipare una preoccupazione: se qualcuno ha in mente una sorta di nuova Iri, o comunque una megastruttura pubblica, magari per realizzare e controllare una "rete delle reti" (tlc, elettricità, ecc.), è bene che sappia che troverà chi (come noi radicali), anche nella maggioranza, contrasterà questa ipotesi illiberale, statalista, non di mercato." (NOTA BENE: "nella maggioranza", che tradotto significa che da quelle poltrone col cavolo che ce ne andiamo per disgusto, per dignità personale e politica, per coerenza con tutti proclami degli ultimi anni sull'alterità radicale, macchè! chissenefrega se ci hanno emarginati fin dall'inizio, se hanno creato liste apposta per fotterci i voti, se i senatori non ce li danno, se in Rai non contiamo un cazzo, ecc ecc... , ma no! dobbiamo lottare per i pacs, il primo problema degli Italiani! per liberalizzare i taxi! per vendere l'aspirina al supermarket, ... e chiossenefrega se viene creata l'anagrafe tributaria per monitorare i comportamenti fiscali con norme che di liberale non hanno nulla, ma sono il peggio del peggio del burocratico e dello statalismo pervasivo, ... chissenefrega!!! Ora che c'abbiamo le poltrone e chi ci smuove più da qui!!!
Capito Prodi?
Di noi Radicali ti puoi fidare... puoi pure calpestarci, tanto la faccia pulita l'abbiamo già persa col trenta per cento dei nostri migliori affezionati. Ora ci resta solo quella di bronzo e molta spocchia!!!

Anonymous said...

Linkato e stra-linkato, questo.

Anonymous said...

PRODITORIO come sempre... e pensare che un tempo, 1997 o 98, Pannella ne chiese le dimissioni dal Parlamento europeo per le questioni sulla TAV Roma-Napoli sollevate e precisate da Ferdinando Imposimato nel suo "Corruzione ad alta velocità"...

Già... Pannella... l'ultimo giapponese di Prodi...

mi sganascio dal riderne!!!

Anonymous said...

Angelo Rovati non è solo il fidato consigliere di Romano Prodi che ha firmato il piano top secret per lo scorporo di Telecom. Non è solo amico del premier, ex giocatore di basket, ora imprenditore con il pallino per il catering. È un uomo dai molteplici interessi. Manovra affari rilevanti, dalle alleanze potenti e sceglie soci importanti, come Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria.
Ancora, predilige amministratori che poi ritrovi a gestire anche Aquitania Srl, immobiliare di proprietà della moglie del premier, Flavia Franzoni. E infine indirettamente è azionista di vecchi amori di Prodi, come Nomisma. La cassaforte finanziaria di Rovati è infatti una società di partecipazioni bolognese, la Vantu Spa nella centralissima strada Maggiore. Divisa tra Angelo e il figlio Andrea, controlla le attività di famiglia.
Oltre al catering e agli affari della moglie, la stilista Chiara Boni, Vantu controlla tramite la finanziaria Fintrading Spa, una società di partecipazioni, la Ieffe Holding Spa. E qui Rovati può contare su due rilevanti soci di minoranza: il presidente di Confindustria Cordero di Montezemolo e una misteriosa immobiliare, la Antelao Spa. A questo punto la vicenda si fa più intricata e altrettanto interessante. Vale quindi la pena svilupparla. Di chi sia infatti Antelao è un mistero.
La maggioranza delle azioni sono in portafoglio a una fiduciaria, la Euromobiliare. Ma si possono notare una catena di sorprendenti coincidenze. Antelao ha sede in via Castiglione 21 a Bologna. Allo stesso indirizzo troviamo però sia la società Acquitania srl al 50% della moglie del premier, Flavia Franzoni, sia la Simbulea Spa, immobiliare socia al 50% della signora Prodi in Acquitania. Insomma tre immobiliari che si assomigliano. Se non altro perché anche l'amministratore è sempre lo stesso, ovvero Gian Luca Nanni Costa.
Infine, via Castiglione, 21 è l'indirizzo dello studio del commercialista di fiducia di Prodi (e presidente dell'Enel) Piero Gnudi. A questo punto sarebbe interessate conoscere di chi è Simbuleia, socio della signora Flavia. Ma anche questo è coperto da una fiduciaria. Anzi coincidenza vuole che sia ancora Euromobiliare che quindi non è solo la fiduciaria nell'immobiliare divisa tra Rovati e Montezemolo ma detiene anche il 100% dell'immobiliare socia della signora Prodi.
Antelao non finisce però di stupire. Perchè anche negli investimenti segue quelli compiuti sia da Cordero di Montezemolo sia dalla socia della Prodi. E infatti sia la Fi.Svi del presidente di Confindustria, sia Antelao possiedono il 20% di Italiana Tabacchi della nota famiglia Maccaferri, tra i quali Gaetano è presidente dell'associazione industriali di Bologna. Ma un altro 2 per cento dell'Italiana Tabacchi è in mano alla misteriosa Simbuleia, la società che abbiamo ritrovato nell'immobiliare della signora Prodi.
Fin qui le visure e gli intrecci che risultano alla Camera di Commercio. Insomma, Rovati è anello di congiunzione importante. Coagula amicizie e raccoglie fiducia. Del resto conosce il premier dal 1974 e negli ambienti finanziari c'è ancora chi si ricorda i servizi di catering che Rovati si aggiudicava ai quattro angoli del mondo quando l'Iri con Prodi presidente apriva cantieri in Africa e Oriente con l'allora potente Italimpianti.
Più recente ma meno nota, invece, l'operazione con l'Italfondiario alla fine degli anni '90 quando per circa 60 miliardi di vecchie lire Rovati comprò l'istituto dalle banche popolari. Poi lo vendette a una cordata di imprenditori italiani, capitanati da Luca Cordero di Montezemolo, e una società americana.
Gli italiani erano capitanati dal prossimo presidente di Confindustria e si raccoglievano nella Ieffe Holding Spa con lo stesso Rovati. Sempre nella finanziaria che vede oggi soci ancora la coppia Rovati-Cordero di Montezemolo con la misteriosa Antelao, in mano a una fiduciaria ma amministrata da chi fa quadrare i conti dell'immobiliare della signora Flavia Prodi.
Dagospia 16 Settembre 2006

PUO' BASTARE!

Anonymous said...

Liberalsocialismo? Liberalismo? Socialismo? Destra? Sinistra?

Ma per favore!!!

Jim leggiti questa storia italiana:
http://213.215.144.81/public_html/esclusivo.html

e noi poveri pirla che andiamo ancora a votare per quello o per quell'altro...

Anonymous said...

Il 50,012% del popolo italiano ha mandato a palazzo Chigi un Presidente del quale si capisce a malapena ciò che farfuglia sia in italia che all'estero, che per sua ammissione non sa quello che i sui giannizzeri gli combinano sotto gli occhi, è esperto sulla riproduzione dell'asino sardo e dai tempi dell'IRI si preoccupa che certi affari si muovano nel senso desiderato dai suoi sponsors.
Se il restante 49.988% del suddetto popolo non è capace, o non vuole, mandarlo a casa dobbiamo tenercelo.
Stiamo attenti inoltre che la rosa la tengano nel pugno dalla parte giusta.
Anche qui c'è pericolo che se la tengano dalla parte sbagliata, ce la troviamo, spine comprese, conficcata nel posto nel quale a tutti i costi non vogliamo averla.

Anonymous said...

Devo aver capito male, a me sembrava che TIM, quella che Tronchetti vuol vendere, fosse telefonia mobile, non fissa.
In ogni caso resto basito di fronte al fatto che prima lo Stato vende per far cassa e poi vuole espropriare a costo zero...

Anonymous said...

Ha detto Beltrandi: "Dal Governo si è avuta l’impressione che qualche parola di troppo sia stata detta, sia prima, sia dopo le dimissioni di Tronchetti Provera. E sembra anche che ci sia stata qualche carta intestata di troppo: mi riferisco a quella intestata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui sarebbe stato inviato a Tronchetti Provera lo studio di Angelo Rovati, decisamente inopportuno."

...si è avuta l'impressione...
...qualche carta intestata di troppo...
...decisamente inopportuno...

Così parlano oggi i Radicali che stanno in Parlamento. Gli epigoni di Spadaccia e co.
Che stile! Che savoir faire! Che moderazione! Che Radicali! Che dorotei!!!

Se fossi il Pannella di qualche anno fa gli direi: mavaffa...!

Anonymous said...

Per tutti coloro che volessero risollevarsi il morale sulla POLITICA:
http://fpc.org.uk/fsblob/798.pdf
e, come al solito, l'autore è sempre quello.

P.S.: Pannella, pur di far incetta di nuove iscrizioni a sinistra, dopo aver ripescato la PACE seppur declinata in radicalese, adesso ha definito Bush il peggio Presidente di tutta la storia degli USA...
Complimenti per le piroette!
Mi verrebbe di dirgli: "omnia munda mundis?"

Anonymous said...

dopo jimmy carter però.peggio credo sia impossibile.x george guarda che è la tim in vendita nn telecom non sai nemmeno di che parli.inoltre anche su gianninop ti sbagli avessi un decimo delle sue conoscenze economiche sapresti almeno fare le addizioni.hai un Q.I. pari a quello delle pupe di italia1

Anonymous said...

Ma che strana coincidenza : l'inchiesta sulle intercettazioni ha preso il volo e il braccio destro di Tronchetti Provera è stato arrestato. Se conosco i miei polli aspettiamocene delle belle....