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Friday, September 22, 2006

«Caro presidente, voglio l'eutanasia»

Piero WelbyL'appello di Piero Welby, co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni, malato di distrofia muscolare progressiva, al presidente della Repubblica Napolitano: sentitelo!, leggetelo, diffondetelo e ricordatelo. Chiede il diritto di decidere per sé, che almeno questo si sappia.

«Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l'amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c'è pietà. Starà pensando, Presidente, che sto invocando per me una "morte dignitosa". No, non si tratta di questo. E non parlo solo della mia, di morte. La morte non può essere "dignitosa"; dignitosa, ovvero decorosa, dovrebbe essere la vita, in special modo quando si va affievolendo a causa della vecchiaia o delle malattie incurabili e inguaribili...».

2 comments:

Anonymous said...

mi dispiace per welby, questa è l'unica certezza che ho quanto all'eutanasia e suoi surrogati, tipo il suicidio assistito...non riesco a prendere una decisione schierandomi da una parte senza se e senza ma...la questione è troppo seria e più grande di noi...non si risolve con l'adesione ad un convincimento quasi dogmatico...già fin troppo abusato dai noti professionisti del manicheismo...io, personalmente, partendo dal presupposto che sono contro l'accanimento terapeutico ma favorevole allo sviluppo di qualsivoglia tecnologia, la vita e la morte le accetto per quelle che sono...cioè la nostra intima essenza...noi ci stiamo in mezzo...albert caraco, grande ebreo errante e mezzo pazzo...scrive nel suo breviario del caos...l'uomo nasce solo e muore solo, tende alla morte come la freccia al suo bersaglio e mai sbaglia la mira...tutto vero, hai ragione albert...così è la vita dei bipedi mammiferi che non si sa come, si sono ritrovati ad essere uomini su questo pianeta. io non ho soluzioni ed il mio contributo non servirà a nessuno...né a chi è contro né a chi è favorevole a quella cosa che può essere risolta con un'azione o una omissione...mi limito a constatazioni asettiche ed alla reiterazione di domande note ma che attendono risposte compiute...perché il problema dell’eutanasia non riguarda solo l’aspetto etico, morale e filosofico finanche dei bipedi di prima...siano essi il singolo ammalato, già proprietario ( o è un usufruttuario??? ) del corpo di grazia ricevuto...siano invece gli operatori sanitari che su quel corpo sono chiamati ad intervenire...con l'azione o l'omissione di cui stiamo parlando. il problema è soprattutto giuridico e più propriamente, di ordinamento giuridico; riguarda il legislatore, riguarda la punibilità o meno...di chi porrà in essere l'azione o l'omissione invocata oggi da welby, dato che in italia l’eutanasia, specie quella attiva...è considerata alla stregua di un omicidio volontario, seppur con delle attenuanti.. riguarda pure le sovrastrutture nazionali ed internazionali, fino a tirare in ballo i diritti dell’uomo e dell’ammalato; tutti gli organi competenti, almeno così mi risulta, hanno detto no all’eutanasia ( contro questa tendenza, segnalo il recentissimo pronunciamento in favore dell’eutanasia da parte della chiesa calvinista ), consentendo soltanto la sospensione del cosiddetto accanimento terapeutico, che per me, come detto, è autentica barbarie.
questo il mio breve contributo; è chiaro a tutti che non porto risposte, solo domande...le solite...vivere è un diritto o è anche un dovere? l’uomo può disporre liberamente soltanto della propria vita o può gestire pure la sua morte? cosa significa morire con dignità? nel suo conflitto di lealtà, qual è il dover agire di un medico di fronte ad una invocazione di morte? il legislatore, anche l'imbarazzante nostro, quale indirizzo politico deve perseguire quanto al problema...della dolce morte?

questo è quanto, che poi è solo una triste giustificazione...ma spero razionale...delle mie mancate conclusioni in materia di eutanasia. senza se e senza ma.

viva la vita.


ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

Intellettualmente vaforevole a concedere l'eutanasia, ma sottoscrivo in pieno il post precedente, con il suo contributo ha spiegato come io mai sia riuscito i dubbi che ho.