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Wednesday, September 27, 2006

Grido d'impotenza dei militari. L'Unifil ha già le mani legate

Dopo un mese dall'approvazione della risoluzione dell'Onu 1701 i soldati della Forza internazionale «mandata a mantenere la pace dicono che la loro missione si caratterizza più per le cose che non possono fare che per le quelle che possono fare». E' l'esito, disarmante, di un'inchiesta sul campo pubblicata dal New York Times. I soldati «non possono allestire check-points, non possono arrestare sospetti, non possono perquisire case o automobili e, se vedessero transitare un camion pieno di missili, dicono che non potrebbero fermarlo».

«Non possono fare niente di tutto questo - dicono - perché secondo la loro interpretazione della risoluzione dell'Onu» dovrebbero limitarsi ad avvertire l'esercito libanese, che però è impotente, quando non connivente con Hezbollah, che di disarmare non ha nessuna intenzione, come dichiarato qualche giorno fa dal suo leader. Quello che i funzionari Onu e i comandanti ripetono incessantemente è che la forza Unifil si trova lì per «proteggere la sovranità libanese, e farà solo quello che i libanesi gli chiederanno di fare». «Ci sono un sacco di equivoci sul che cosa siamo venuti a fare qui», ha dichiarato al New York Times il colonnello Stefano Cappellaro, del San Marco.

Qualche sospetto, in realtà, ci era già venuto. Nasrallah, festeggiando in una piazza gremita di fascisti islamici la pretesa vittoria su Israele, ha rivelato che Hezbollah possiede ancora 20 mila missili e annunciato che non intende disarmare, diffidando la Forza internazionale dal tentare di farlo. Da parte delle autorità libanesi e internazionali un inquietante silenzio.

Bene che vada, insomma, si ritornerà lentamente allo status quo ante la guerra di questa estate, preludio di nuove e più estese rese dei conti.

Tutto ciò induce a ritenere che i governi che più hanno voluto questa missione, primo fra tutti quello italiano, avevano ben altri scopi che l'effettiva e completa applicazione della risoluzione 1701. Hanno creduto, forse, che una presenza di facciata sul territorio, senza correre rischi effettivi, potesse bastare per riaffermare il principio del multilateralismo, rilanciare il ruolo e l'ormai screditata immagine dell'Onu. Il Governo Prodi, in particolare, vi deve aver visto il modo per evitare di impiegare nuove truppe in Afghanistan, che la sinistra pacifista non avrebbe mai permesso, e per introdursi, forte dell'impegno militare italiano sul confine del conflitto tra Israele e Iran, al tavolo negoziale sul dossier iraniano.

Ma i conti non tornano. Se così stanno le cose, se Italia e Francia contano sulla missione per migliorare i rapporti con Siria e Iran, invece Washington e Gerusalemme, di fronte all'impasse delle operazioni sul campo, male impostate fin dall'inizio, potrebbero aver cinicamente accettato tregua e missione Unifil contando sul suo fallimento e il conseguente discredito dell'Onu e dell'Europa.

2 comments:

Anonymous said...

Probabilmente hai ragione.

Peccato che l'unica conseguenza concreta di queste considerazioni condivisibili sia, di nuovo,... la guerra.

L'opzione Pannella, visionaria e sensata, non ha, purtroppo, alcuna chance in questa vecchia, sorda, sclerotica ed introvertita Europa dell'appeasement e dell'interesse nazionale. Comunque, va lo stesso propugnata in ogni dove.

Anonymous said...

io la soluzione per porre fine alla crisi libanese...la avrei pure ma non ve la riferisco perché altrimenti...mi guadagnerei certamente un bel posto all'inferno...certo, sarebbe comodo e non sarei solo ma...per ora l'inferno può attendere anche perché già qui, sulla terra, i diavoli dilagano...

come sempre, dunque, qualche puntualizzazione sulla questione ma solo per cercare di fare un po’ di chiarezza di fronte all'imbarazzante approccio criptozoologico sull'affaire libano:
1) la circostanza che hezbollah abbia "accettato" l'allargamento della missione unifil, è dovuta esclusivamente a motivi tattici ovvero, arrestare l’offensiva israeliana, leccarsi le ferite e ripianare le perdite subite, spillare più soldi possibili alla demente comunità internazionale, continuare a incassare "vittorie" politiche così da alimntare le masse.
2) il libano non muoverà una paglia ed hezbollah non sarà disarmato; hezbollah se la ride alla grande e non teme di renderlo noto al mondo perché è vero che tutte le dichiarazioni pubbliche di questo pio partito, ci ricordano quotidianamente che l’accordo per il loro disarmo è una questione interna del libano ( che praticamente non esiste... ).
3) quando le sturmtruppen internazionali troveranno - forse - delle armi, è certo che assisteremo all'ennesima partita di giro, procedura operativa standard della comunità internazionale. questa volta con l'aggravante di un negozio simulato; talché, se la precedente "missione" unifil 1 riconsegnava le armi direttamente ai titolari di esse ovvero, alle organizzazioni terroristiche alle quali erano state sequestrate, l'odierna missione unifil le consegnerà all’esercito libanese, che le donerà, nessun macete escluso, agli adepti di nasrallah.
4) siccome l'esercito libanese praticamente è finto, tipo quelli del risiko, è pacifico che messi alle strette, molti soldatini di piombo libanesi – spesso fiancheggiatori se non organici ad hezbollah – si affretteranno a svuotare i magazzini di armi sequestrate, in nome di allah. questo accadrà, salvo rimetterci la vita perché è chiaro che in caso di diniego saranno "guai grossi" ( ho usato un eufenismo... ), dato che migliaia di feroci miliziani tagliatori di gole non sono proprio da sottovalutare.
5) se i membri del partito di dio ( morto due volte... ) trovassero, che dire, anche il minimo ostacolo alla riconsegna delle armi, non gli sarà difficile mantenere intatti gli arsenali e la loro incontrastata libertà d’azione; la soluzione è già pronta, preconfezionata e sotto gli occhi di tutti: è il 19/8/2006, parla il deputato di hezbollah, sig. hussein haji hassan. intervistato dal corsera, alla domanda se pensa sia possibile integrare la milizia sciita nei ranghi dell’esercito libanese, il deputato di allah risponde che << solo una parte della nostra milizia entra nei suoi ranghi e l’altra resta indipendente >>. queste le parole del deputato di prima; sennonché, a noi, comuni mortali, dopo averle ascoltate viene spontaneo ritenere dove si andrebbe a collocare quella parte di milizia, diciamolo pure, finalmente istituzionalizzata!
6) intermezzo con domande: cosa farebbe l'onu in questo caso? accertata l’ambiguità della famigerata risoluzione 1701, infatti, è bene evidenziare che tale risoluzione prevede che le truppe internazionali forniscano "assistenza" all’esercito libanese, nel disarmare tutti i gruppi armati presenti in libano. ma allora, perché la "nuova" unifil viene schierata solo nel sud del libano e non anche nelle altre zone dove pure sono presenti armi e feroci saladini che fanno uso di esse?
7) a parte che qualcuno mi dovrebbe dare l'interpretazione autentica di quel che vuol dire "assistenza", è di una ovvietà disarmante che la fiducia ( eccessiva ) riposta dalla 1701 nei tapini militari libanesi, avrà pesanti ripercussioni sull’esito della missione, tanto da decretarne sin d'ora il fallimento. come perché?!?!?!...ma è chiaro, si scrive che "le operazioni sul campo saranno concordate in via preliminare con gli ufficiali libanesi" ma si legge "hezbollah sarà sempre ben informato in merito".
8) i caschi blu in libano non dividono. ergo, la comunità internazionale deve smetterla di prenderci per i fondelli. noi, nel nostro piccolo, cominciamo a liberarci dall'inganno e diciamoci la verità, quanto alle regole di ingaggio di unifil 2, la vendetta: essa non è una forza d’interposizione ( in vero, come la 1 ) e mai lo sarà; ma veramente qualcuno crede che i caschi blu possano porre fine alla barbarie ed infine, debellarla? oddio, io spero di sì e tutto sommato, sono favorevole al loro invio. solo che non posso non constatare che la fascia assegnata alle forze internazionali, è parte integrante del territorio dove hezbollah spadroneggia alla grande. morale? non ci sarà interposizione, piuttosto i nostri soldati se ne staranno lì in mezzo ma solo, per così dire, come forza di intraposizione. praticamente, un tiro al bersaglio...la speranza è che riescano a schiviare le pallottole e tutto il resto, kamikaze compresi.
9) conclusioni: invece di porsi obiettivi chiari e raggiungibili, la comunità internazionale ( ma sarebbe meglio dire, la parodia di essa ) ha tristemente preferito rimanere sul vago e perseguire obiettivi incerti e non fattibili; già di per sé, questo sarebbe un comportamento deprecabile ma la cosa più sconcertante è che la comunità internazionale, quasi fosse lo scommettitore più incallito del mondo e, come sempre...totalmente perdente, ha puntato tutta la sua posta , sull’onu, il "due di picche" del sistema internazionale.

l'onu chi???

no, hezbollah non sarà disarmato, da nessuno. dopo tutto, per un’organizzazione che sul proprio vessillo di guerra ostenta un fucile ak-47, seppur artisticamente stilizzato, rinunciare alle armi significherebbe rinunciare alla propria identità.

perciò state in campana, fratelli miei in divisa, guardatevi le spalle...


ciao.


io ero tzunami...