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Friday, October 20, 2006

Il cerchio si stringe

Il declassamento dell'Italia da parte delle agenzie di rating Standard and Poor's e Fitch, i fischi di Verona, le critiche di Ciampi e Draghi, gli inviti di Napolitano, anche la Repubblica che abbandona Prodi. Il cerchio di fuoco attorno al premier sembra stringersi e potrebbe bruciarsi. Lo scenario del '98 potrebbe ripetersi.

Oggi Dario Di Vico sul Corriere ricorda come «il governo goda di una risicata maggioranza al Senato e alla Camera abbia prevalso per soli 25mila voti popolari». In queste condizioni, osserva l'editorialista, «l'approvazione di una finanziaria può assomigliare a un Vietnam e un premier che voglia durare cinque anni ha una sola scelta: nascondere nel mazzo l'asso pigliatutto, dimostrarsi inclusivo, allargare il consenso, muoversi cioè sulla falsalinea di quanto ha consigliato il presidente della Repubblica».

Tuttavia, registra Di Vico, «finora non è stato così». Prodi forse non è l'uomo giusto per gestire politicamente la necessità di «allargare il consenso». Chi ha rivolto obiezioni, «in diversi casi fondate», è stato inserito tra gli evasori. Il "tavolo dei volenterosi", «un esperimento politico che avrebbe potuto aiutare l'iter parlamentare della manovra, è stato ridotto al silenzio». Gli alleati sono stati minacciati che se il Governo «dovesse andare a casa lo seguirebbero anche loro».

Il governo forse non cadrà, ma, si chiede Di Vico, «ci si può accontentare di durare solo in base a questa motivazione? Non è il caso di coltivare disegni più ambiziosi?». E conclude sibillino: «Non tutto è perduto, ci sono ancora le condizioni per impostare una politica economica lungimirante, per coinvolgere in un disegno di modernizzazione parti politiche che non sono conteggiate nel perimetro della maggioranza. Chi include vince».

Bisogna, però, trovare l'uomo giusto per quel «disegno», che sembra non essere Prodi. Proprio ieri ci chiedevamo se l'impegnativa uscita del presidente del Senato Marini («La legge elettorale deve essere cambiata»; «il richiamo di Napolitano sulla Finanziaria è nell'interesse del paese») non fosse da leggere come una sorta di programma istituzionale di un'auto-candidatura per l'eventuale fase post-Prodi.

A questo punto, però, occorrerebbe capire quanto si tratti di «complotto», quanto di politica e quanto, come sembra, di un più prosaico e banale problema di incapacità oggettiva.

8 comments:

Anonymous said...

jim...la terza che hai detto!

incapacità totale epocale.

oddio, la camuffano abilmente dietro una sorta di polemica ideologica sui destini della democrazia italiana...ma la verità, come io credo anche tu ritenga...è che trattasi solo di pura incapacità. con un pizzico di bramosia di potere.

la morale è sempre quella, ci prendono per i fondelli, consapevoli che noi elettori, da singoli individui che siamo ( e che io voglio rimanere, personalmente parlando... ) non avremo mai la possibilità concreta di controllare efficacemente l'attività di lorsignori politici, purtroppo eletti, democraticamente ma purtroppo eletti...nemmeno potremo mai controllare efficacemente 'organizzazione dell'intero sistema politico di cui si nutrono. in pratica ci dobbiamo fidare...e qui, spesso, casca l'asino! perché è vero ( almeno per me ) che nonostante il fumo negli occhi buttato contro di noi, stronzi ominidi deficitari,però già singoli individui e pure elettori, ahimé!!!...dicevo, nonostante l'abbacinamento indotto con la fregnaccia delle c.d. "primarie", credo proprio che la considerazione che lorsignori nutrono nei confronti del tanto evocato "popolo" votante...anzi no, oggi è più politicamente corretto parlare di "società civile" ( altra cazzata, allora è meglio rinselvatichire tutti!!! ), sia quella di ritenere che la partecipazione politica sarebbe meglio relegarla ad un ristretto numero di cittadini "adeguati", furbetti o capitani che siano...che allla fine sono sempre gli stessi ovvero, quelli che possono esercitare una rilevante influenza proprio sulle loro azioni, quando interpretano il ruolo di politici scelti dagli elettori. in una parola...e la nostra storia non mi smentisce...la partecipazione politica ( e con essa la politica stessa )è ritenuta, dai nostri politici e dai pochi nostri concittadini "adeguarti"...un affare loro, da gestire più o meno bene solo in funzione dei reciproci vantaggi che può procurare tale partecipazione.
in una parola, come dicevo prima...è una merda. e fammi fassare questo termine poco elegante ma molto espressivo...non c'è niente da fare, ci dobbiamo fidare di chi ci rappresenta.
incapacità e bramosie a parte.

ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

Capezzone un giorno sì e l'altro pure continua a dire che a lui questa finanziaria e questo decreto fiscale non piacciono affatto.
Bene! Ne tragga le ovvie conseguenze e non voti la fiducia. Ma non con una astensione! Voti proprio contro!
Per coerenza e dignità.

Altrimenti, se l'anno prossimo, grazie all'inasprimento degli studi di settore, mi troverò a dover pagare una somma nettamente superiore a quanto effettivamente realizzato... io farò due cose: PRIMO, chiederò l'accertamento fiscale e ne darò notizia alla stampa; SECONDO, andrò a cercare il succitato Capezzone per... un chiarimento tra uomini (sempre che lui non si sia rivelato una mezza calzetta)

Anonymous said...

Ma al Senato Prodi passerà col voto deglki ex Presidenti? o con l'astensione dell'UDC o di Follini?
E se cade Prodi, l'UDC si presenterà a Napolitano disponibile alle larghe intese per fottere Berluska?

Anonymous said...

Federico! Almeno una volta rispondi!
Se i Radicali votano la fiducia a Prodi su questa finanziaria e questo collegato fiscale... tu rimani nella Direzione o ti dimetti?
Sai, a noi che ti leggiamo e commentiamo, piacerebbe sapere con che tipo di persone abbiamo a che fare...
e scusaci se spesso restiamo anonimi.
Noi non possiamo permetterci più di apparire.......

JimMomo said...

"Noi non possiamo permetterci più di apparire"

che storia è questa?

Anonymous said...

E se si proponessero pure degli studi di settore sui servizi pubblici? sull'amministrazione dello Stato?
Quelli che funzionano e quelli che no.
I luoghi in cui funzionano e quelli do ve no.
Per esempio, in Calabria le forze dell'ordine sono in grado di garantirmi dal dover pagare l'antiStato per lavorare?
Perchè dovrei pagare l'inefficienza di alcuni servizi?

Anonymous said...

E' più liberale Berlusconi che dà la colpa della crisi Alitalia alle compagnie low-cost o Capezzone che si accinge a dare la sua fiducia ad un governo che considera sudditi i contribuenti e dà loro l'onere della discolpa tributaria?

Anonymous said...

beh, io non ho paura di apparire...mi chiamo bartolomeo e sono un libero professionista...un povero ( in tutti i sensi!!! ) avvocato umiliato per decreto...per questo, assieme ad anonimo, da capezzone ci andrò anche io, con la mia cartellina fiscale sotto il braccio...

spero solo di non dover andare a "chi l'ha visto"...

ciao.


io ero tzunami...