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Tuesday, March 13, 2007

Russia. Questione energetica e democratica inscindibili

GasdottoLa questione energetica, il «partenariato strategico» di cui si parla tra Eni e Gazprom, è al centro dei colloqui di Prodi e D'Alema con Putin. Curiosa svista [?], oggi, del quotidiano filo-governativo russo Rossiskaja Gazeta, nel pubblicare due pagine di pubblicità commissionate da Eni (pag. 9) ed Enel (pag. 10). Si legge infatti che «Enel insieme con il gruppo italiano Eni e il partner Esn parteciperà» alla vendita di «alcune compagnie di Gazprom, tra le quali Artikgaz e Urengoil». Peccato che al momento queste ultime appartengono a Yukos e verranno messe all'asta tra poche settimane. All'Enel, riporta Apcom, fanno sapere che nel testo inviato alla redazione non era presente la parola "Gazprom".

Sibillini suonano i suggerimenti dello studio legale Amsterdam & Peroff, i difensori di Khodorkovsky, a Eni ed Enel affinché non partecipino all'asta per gli ultimi asset provenienti dalla bancarotta della Yukos, perché «rischiano di trovarsi coinvolte nelle conseguenze di un atto criminoso, su cui presto o tardi verrà fatta piena luce». L'asta non avrebbe alcuna «presupposto di legittimità, in quanto lo stesso smembramento di Yukos è avvenuto in contrasto con la normativa russa». Le aziende che si renderanno complici della «frode» si esporranno a «enormi danni d'immagine di fronte alla comunità internazionale», avvertono gli avvocati.

A parlare di «partenariato strategico tra Eni e Gazprom» è stato stamattina D'Alema, intervenendo al Forum Italia-Russia:
«Permetterà, in prospettiva, una vera e propria integrazione tra il comparto degli idrocarburi italiano e quello russo nel quadro di una crescente interdipendenza e condivisione di responsabilità tra paesi consumatori e paesi produttori di energia».
Obiettivo ambizioso e legittimo, da non demonizzare, per garantire la sicurezza energetica del nostro paese, ma proprio per questo la questione democratica è di particolare importanza. Si parla di «interdipendenza», ci si lega così, mani e piedi, a che tipo di regime? Occorre chiederselo.

A proposito di diritti umani, D'Alema non è stato così ingenuo da non affrontare l'argomento: «Occorre coltivare un comune senso di responsabilità e un impegno comune per costruire un equilibrio internazionale basato sul rispetto dei popoli e dei diritti umani». Quindi, con Mosca «discussioni franche, ma nella logica del dialogo, non del confronto».

Intanto, i radicali non stanno a guardare. I deputati Capezzone, Mellano, Poretti, Turco, D'Elia, e Beltrandi hanno presentato un'interrogazione al presidente del Consiglio Prodi e al ministro degli Esteri D'Alema sui contenuti dei colloqui in programma con il presidente russo, con particolare riferimento ai diritti umani, alla questione cecena, alla nazionalizzazione delle fonti energetiche e agli accordi internazionali sulle forniture di gas.

«Mi auguro - ha osservato Capezzone - che giungano risposte rapide e tempestive. Conteranno le parole, e conteranno anche di più gli eventuali silenzi e corrività. E' molto grave che, in occasione anche di questa visita dell'autocrate russo, quasi tutti siano allineati e coperti. E le dichiarazioni di stamani del ministro degli Esteri ("Dialogo ma non confronto sui diritti umani") non sono affatto positive. Da Antonio Russo alla Politovskaia, dalla Cecenia alla politica energetica, sarebbe intollerabile una linea subalterna rispetto all'uomo di Mosca».

Nel frattempo, è in Italia anche l'ex ministro della Sanità del governo indipendentista ceceno, Umar Khambiev, che chiederà asilo politico. Ad accoglierlo stamattina all'aeroporto di Fiumicino c'erano Bernardini, Mellano e Turco per il Partito Radicale Transnazionale.

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