Pagine

Friday, October 12, 2007

Welfare. Modifiche sostanziali, e la Bonino smentisce se stessa

Il protocollo su welfare e pensioni è stato varato dal Consiglio dei ministri, ma - nonostante gli impegni e l'esito del referendum indetto dai sindacati - sono state apportate tre modifiche, di cui almeno una è strutturale e potenzialmente disastrosa per i conti pubblici: è saltato il tetto delle pensioni anticipate legate ai lavori detti "usuranti" (in origine 5 mila l'anno), ma il fondo per il momento resta invariato. Con un numero potenzialmente infinito di lavoratori cui viene concesso un diritto soggettivo ad anticipare la pensione, che valore (e forza) può avere di fronte a quel diritto acquisito un limite finanziario? Eliminato il limite numerico il pacchetto ha perso il suo equilibrio finanziario. Praticamente, da una parte si innalza, seppure ritardandola di qualche anno rispetto allo "scalone", l'età del pensionamento, dall'altra si apre a un numero indefinito di eccezioni.

Aberranti anche le altre due modifiche: per i contratti a termine, dopo i primi 36 mesi, è previsto un solo rinnovo, «da stipulare davanti ad un esponente sindacale delle sigle più rappresentative», e viene introdotta l'ennesima cassa integrazione, stavolta detta «ambientale» (?), ovvero estesa ai lavoratori delle aziende in difficoltà per «crisi ambientali» (!).

Nonostante queste modifiche, il ministro della Solidarietà Sociale Ferrero (Rifondazione Comunista) e quello dei Trasporti Bianchi (Pdci) si sono astenuti. Modifiche che giustamente Confindustria considera non lievi ma «sostanziali». In particolare, chiede la riscrittura del capitolo sui contratti a termine, perché vengono fissati nuovi limiti percentuali massimi di utilizzo e le modifiche apportate «non intervengono solo sulla legge del 2001 ma peggiorano anche le norme del 1962».

Il ministro Emma Bonino, invece, che aveva minacciato, in caso di modifiche, di non sentirsi più vincolata a un accordo di compromesso accettato solo per spirito di coalizione, e, quindi, di presentare a sua volta emendamenti, preferisce negare l'evidenza: nessuna modifica sostanziale, quindi si dice «soddisfatta».

Di fronte a modifiche obiettivamente sostanziali e gravemente peggiorative, ha il coraggio di rivendicare che il Consiglio dei ministri «ha assunto una linea che avevo perorato e difeso sin dall'inizio, vale a dire che l'accordo, già frutto di un compromesso, andava recepito così come era stato sottoscritto tra Governo e parti sociali. Sostanzialmente così è stato...»

Così è stato? Recepito così com'era? Non direi, visto che una delle parti sociali non si dice certo soddisfatta delle modifiche e ne chiede la riscrittura.

La Bonino aggiunge di aver espresso le sue «perplessità sulla riformulazione della disciplina del contratto a termine, riformulazione che potrebbe limitarne l'utilizzo, con il rischio di determinare anche una minore garanzia sostanziale per il lavoratore». Perplessità che però, evidentemente, non sono valse né un voto contrario né un'astensione.

Nessuna parola fine, inoltre, alla volontà dei partiti della sinistra massimalista e comunista di modificare ulteriormente il protocollo per via parlamentare - come tra l'altro sarebbe pienamente legittimo. Dunque, la rinuncia della Bonino e dei radicali a combattere una battaglia parlamentare per un pacchetto welfare/pensioni più liberale e riformatore è del tutto unilaterale.

3 comments:

Anonymous said...

Interessa a qualcuno la querelle tra te e la Bonino? Il post in se è condivisibile, ma se alla fine riduci tutto a una disputa tipo "c'eravamo tanto amati" il risultato è uno svilimento del tema.

Anonymous said...

Il 9 Novembre va' a vedere il film I VICERE di R.Faenza dal romanzo scomodo di De Roberto.

Anonymous said...

Il Ma-anchismo di Veltroni dilaga.

Lei è Emma, la storica pasionaria radicale, ma anche la furbissima Ministro di Prodi, ...almeno fino alla data dei rimborsi elettorali per Pannella.

Ed io sono stufo dei pannelliani, ma anche di tutti gli altri.