Il governo zombie e nessun governo ombra
Il governo Berlusconi è pressoché fallito. Si avvia, come ogni altro governo dell'Italia repubblicana e della II Repubblica, dopo le promesse e le ambizioni iniziali, a galleggiare fino a fine legislatura barcamenandosi con riformicchie e aggiustamenti, nel tentativo, come sempre vano, di rivincere le elezioni. Le ultime speranze sono legate alle riforme istituzionali. La spinta riformistica si è esaurita avendo prodotto qualche bel topolino. Nessun danno è stato arrecato ai diritti dei cittadini e ai principi della Costituzione. I danni di oggi, per i quali si sono tanto scalmanati i girotondisti e gli ulivisti, sono di vecchia data, e né centrodestra né centrosinistra hanno mai dimostrato di preoccuparsene se non per propaganda. Nessuna riforma della giustizia nell'interesse del cittadino, ma solo piccole misure, legittime, in qualche caso condivisibili nel merito, ma attuate per salvare il solo Berlusconi dalla magistratura politicizzata. Debole la riforma del mercato del lavoro, "strutturale" col c.... quella delle pensioni, una beffa. Buone le leggi antidirigiste per le grandi opere. Attenuanti: il sistema Europa in crisi (ha ragione Ferrara: «un’Europa fiacca, irrilevante, stagnante»), l'euro, l'11 settembre, il debito pubblico italiano alto, preso in eredità dalla storia, che non permette di per far crescere l'economia facendo leva sul deficit. La politica estera è un'altra questione. Partita sotto i buoni auspici dello sganciamento dall'asse franco-tedesco per schierarsi con Usa, Gran Bretagna, Spagna e Paesi dell'est europeo, vive ora, proprio sotto il semestre italiano dell'Ue, nuove profonde incertezze e irrilivanze, a parte la cerimoniale firma a Roma del nuovo 'predicozzo' costituzionale Ue. Ma non può essere tutto facile, a chi governa viene chiesto di risolverli i problemi, non di declamarli. Ci teniamo la concertazione, i condizionamenti e i giochi di coalizione, il premier cabarettista senza più autorità né leadership in Cdm, la svolta e il nuovo slancio che non arrivano mai. Gli stessi elettori della CdL giudicheranno dalle cose che c'erano da fare e non sono state fatte; non dalle promesse, né dalla propaganda avversaria. Sono passati quasi 3 anni, ne passeranno 5, l'Italia è sempre più in ritardo, le cose ancora tutte da fare, e quando arriverà la mazzata la responsabilità sarà di tutti. Speriamo per lo meno che dal centrosinistra ci regalino un'alternativa accettabile e non troppo puzzolente.
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