Scatto d'orgoglio o vera svolta?
Berlusconi e Tremonti sulle pensioni convincono, i sindacati si oppongono pro-forma, per non perdere la faccia, con uno sciopericchio di rito, ma ben sanno della necessità della riforma. Ricordiamo tra l'altro come appoggiarono la riforma Dini, non risolutiva e assai penalizzante (decurtò le pensioni). Mi chiedo: meglio portare gli anni di contributi a 40 e l'età pensionabile a 65, o vedersi tagliata la pensione dal 92 all'80 per cento dello stipendio?
E il centrosinistra che farà, visto che a farci i conti in tasca e ad invocare la riforma è la Commissione europea guidata dal futuro candidato premier? Metterà la testa nella sabbia o parteciperà a migliorarne il testo?
Sappiamo però che per risolvere davvero la questione previdenziale in Italia, e dunque anche quella del debito pubblico, occorre aumentare la percentuale di occupati e far accedere i giovani nel mondo del lavoro con qualche anno di anticipo rispetto a quanto accade oggi. Comunque un balzo in avanti del Governo dopo il pantano partitocratico nel quale il premier era sprofondato: scatto d'orgoglio o vera svolta riformista? Vedremo.
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