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Friday, December 29, 2006

Marco sui giornali d'Arabia

Pare che le lancette dell'orologio della vita di Saddam Hussein stiano compiendo gli ultimi giri. L'esecuzione sarebbe imminente. Forse sabato.

Potrebbe quindi concludersi prima del previsto lo sciopero della fame e della sete di Pannella, che non dovrebbe troppo rallegrarsi per l'attenzione ricevuta da molti siti e giornali arabi.

In decine hanno dato notizia della sua campagna per salvare Saddam dalla condanna a morte. Dal "moderato" Al Sharq Al Awsat, quotidiano panarabo di proprietà saudita, al ben più "radicale" Al Watan, primo quotidiano saudita per diffusione, stampato a Riad e Gedda e letto in tutti i paesi del Golfo, che mette la notizia addirittura in prima pagina e la correda di una foto di Pannella vicino a una gigantografia di Saddam. Dal kuwaitiano Al Qabas al giordano Al Ghad, quotidiano online nazionalista e contrario alla guerra in Iraq. Da Al Jazeera, tv satellitare degli sceicchi del Qatar, ad Almoslim.net, dello sceicco saudita Nasser Al Omar, fino ad AlArabonline, che ha definito il leader radicale «uno dei più grandi oppositori della guerra americana all'Iraq», ma dubitiamo che abbia precisato i termini della proposta "Iraq libero".

Chi più chi meno sono tutti organi controllati da quegli stessi autocrati e sceicchi mediorientali che negano ai loro popoli i diritti fondamentali e che vedono nell'esecuzione di Saddam un precedente pericoloso per la tenuta del loro potere. Vedono come ipotesi non più così remota venire anch'essi un giorno raggiunti dalla giustizia dei loro popoli. E la cosa non gli piace.

L'iniziativa di Pannella, debitamente rimasticata dai loro giornali a beneficio delle opinioni pubbliche arabe, fa in qualche modo il loro gioco. Segno che il connotato politico di questa campagna è rimasto ambiguo e si presta a strumentalizzazioni.

Un modo per precisare il segno politico dello slogan "Nessuno tocchi Saddam" poteva essere quello suggerito da Carlo Panella: rivolgersi non solo al Governo iracheno, affinché risparmi la vita a Saddam, ma anche direttamente allo stesso ex dittatore, perché paghi il «prezzo del suo sangue» attivandosi davvero per la pacificazione, lanciando un appello ad abbandonare le armi e a partecipare alla costruzione di un Iraq democratico.

Sappiamo che questo è un ruolo che Saddam evidentemente si rifiuta di svolgere, visto il fallimento delle trattative con le autorità irachene, ma tentare ancora non nuoce e comunque metterebbe in chiaro l'obiettivo politico dell'iniziativa di Pannella, che altrimenti rischia di ridursi a esercizio di "buonismo".

1 comment:

perdukistan said...

non si poteva concludere che cosi qualcosa iniziato fuori da ogni desiderio di migliorare le cose in iraq. se a questi, che tutto sono, tranne che errori, si aggiunge il riarmo di fatah ad opera dell'amministrazione USA via egitto ci aspettano mesi caldi...

http://perdukistan.blogspot.com/2006/12/lunico-che-puo-salvare-saddam.html