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Thursday, December 28, 2006

Pannella ascolti Panella

Marco Pannella sul sito di al-WatanChissà se Pannella darà ascolto al suo quasi omonimo Carlo Panella, che oggi, intervistato da Radio Radicale, ha dato alcune notizie qui già note da tempo ma che potrebbero risultare nuove al leader radicale, in questo periodo piuttosto male informato di cose estere.

Esiste la possibilità, secondo Panella, che il Governo iracheno ci riservi una sorpresa decidendo di rinviare l'esecuzione di Saddam per arrivare alla fine dei processi a suo carico. D'altronde, si tratta del «primo dittatore che pur potendo essere ucciso durante la cattura in un contesto di guerra, le autorità americane e irachene hanno invece deciso di processare». E' l'unica valutazione su cui forse Panella s'inganna, visto che voci insistenti delle ultime ore parlano di esecuzione ormai imminente.

Anche lo studioso di islam si dice contrario alla pena di morte per Saddam, ma avverte che se l'esecuzione adesso certo non favorirebbe il raggiungimento di un accordo di pace tra il governo e le componenti sunnite, tuttavia la concezione della giustizia nel mondo islamico e il contesto di violenza in Iraq sono tali per cui si rischia anche «un contraccolpo»: che Saddam non venga ucciso venga interpretato non come «gesto di pace», come vorrebbe Pannella, ma come un «segno di straordinaria debolezza politica».

Panella ricorda che ci sono state, eccome, le trattative tra Saddam e le autorità irachene per l'appello alla pacificazione del paese, nel quale il leader radicale ripone tante speranze, ma sono fallite, perché Saddam e gli ex baathisti pretendevano non solo la salvezza dell'ex raìs, ma anche un pieno riconoscimento politico.

Per questo, Panella suggerisce al leader radicale di non rivolgersi solo al Governo iracheno perché risparmi la vita a Saddam, ma anche all'ex dittatore perché paghi il «prezzo del suo sangue» attivandosi davvero per la pacificazione, lanciando un appello ad abbandonare le armi e a partecipare alla costruzione di un Iraq democratico. Sarebbe anche un modo per definire meglio politicamente l'iniziativa "Nessuno tocchi Saddam". Tentar non nuoce, ma questo, insiste Panella, è il prezzo minimo che Saddam dev'essere disposto a pagare per salvarsi. Altrimenti, tenerlo in vita sarebbe troppo rischioso.

Su un'altra balla si fonda, in gran parte, il giudizio negativo di Pannella sull'amministrazione Bush. Per qualche strano motivo si è convinto che Saddam nel 2003 fosse pronto ad accettare la via dell'esilio ma che gli americani a quel punto volessero a tutti i costi la guerra e la trattativa per questo non andò in porto. Capita anche questo quando l'unica fonte d'informazione sulle cose estere è Le Monde.

In ogni caso, Panella, attento studioso della vita di Saddam Hussein, sulla quale ha scritto un libro, ha negato che le cose siano andate in questo modo. Saddam ha accettato la trattativa perché gli conveniva, ma non sarebbe mai stato disposto a un esilio che per lui equivaleva a un'umiliazione. Tale ipotesi, è pronto a giurare Panella, è «totalmente al di fuori della logica di Saddam, che è un personaggio nazista, dalla mentalità nazista».

Panella non si basa solo sulla sua profonda conoscenza della personalità del dittatore, ma ricorda dati di fatto che su questo blog cerco di sottolineare da tempo. Saddam, amico personale di Chirac, era sinceramente convinto che la pressione francese (e russa, aggiungiamo noi) al Consiglio di Sicurezza avrebbe indebolito gli americani e che questi alla fine non avrebbero portato la loro azione fino in fondo. Spesso i dittatori, anche nel valutare lo scenario internazionale in cui si muovono, sono vittime del loro stesso isolamento e tendono a nutrire una fiducia smisurata nelle loro risorse.

La proposta di Pannella "Iraq libero", che prevedeva l'esilio del dittatore Saddam, era destinata al fallimento non perché Bush e Blair avessero il grilletto facile, ma perché presupponeva un'ampia convergenza delle maggiori potenze (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, o per lo meno l'Europa intera) per il cambio di regime a Baghdad. Invece, non solo le piazze occidentali erano tutte schierate con Saddam, ma anche i governi di Francia e Russia si sono attivamente adoperati affinché Saddam restasse al potere. In un simile clima aveva più possibilità di riuscita l'esilio di Blair dall'Europa. E ci auguriamo che Pannella trovi pace con questi fatti.

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