Sarebbero disposti a scarcerarlo solo se confessa uno dei reati di cui è accusato e se depone contro Berlusconi e i suoi più vicini collaboratori. Sono accuse gravissime quelle che Alfonso Papa, il deputato nei cui confronti la Camera ha autorizzato l'arresto il 20 luglio scorso, muove ai pm che lo accusano, tra i quali Woodcock, dal carcere di Poggioreale. Lo stesso Papa ha provveduto a denunciare i magistrati di Napoli responsabili dell'inchiesta alla Procura di Roma. Accuse che ovviamente dovrà provare, il che trovandosi in carcere appare complicato, ma che non possono passare inosservate. Per la loro gravità, per il sospetto di persecuzione politica che aleggia sull'intera vicenda, ma soprattutto perché terribilmente verosimili.
A renderle plausibili sono la totale insussistenza delle esigenze di custodia cautelare nei suoi confronti e l'uso distorto della carcerazione preventiva - per estorcere confessioni e "far parlare" l'imputato - che nel nostro Paese è più una norma che l'eccezione. Basti ricordare il caso di Silvio Scaglia, l'ex manager di Fastweb che si è fatto un anno in custodia cautelare (di cui oltre sei mesi successivi al rinvio a giudizio), fino alla decima udienza del processo, pur essendo rientrato in Italia dalle Antille per consegnarsi spontaneamente ai magistrati.
Avendo chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di Papa (l'inizio del processo tra l'altro è imminente: il 26 ottobre), la pubblica accusa evidentemente ritiene di avere già in mano le prove necessarie per una condanna. Dunque se ne deduce che non sussista più il pericolo di inquinamento delle prove, normalmente presumibile nella fase delle indagini; e non è mai stato ipotizzato il pericolo di fuga o di reiterazione del reato. Queste tre condizioni devono essere accertate «in concreto» per giustificare una misura di custodia cautelare. Non dovrebbe bastare, quindi, come fa il tribunale del riesame di Napoli nei confronti di Papa, sostenere che egli «in quanto parlamentare» potrebbe sempre inquinare le prove (anche se le indagini si sono concluse) e che sempre «in quanto parlamentare» sarebbe incompatibile con i domiciliari perché non potrebbe essere privato della facoltà di comunicare liberamente (!).
Il ricorso facile alla carcerazione preventiva, anche in evidente assenza dei presupposti giuridici, e la sua durata potenzialmente infinita, sono vere e proprie violazioni dei diritti umani, che rendono verosimili accuse come quelle mosse da Papa ai pm di Napoli. Il carcere sempre più da pena a strumento d'indagine.
4 comments:
e vabbè. Vorrei capire perchè abbiamo le carceri piene di tossici e extracomunitari (non parlo di ladri o assassini, solo di cladestini che hanno dato false generalità, e gente che si buca per i fatti suoi e aveva in tasca un grammo di più) e ti indigni per un gran maneggione come Papa, al di là del penale che andrà provato.
quando i radicali propongono indulti o che, pur magari non condividendo in toto il loro pensiero, mi sembrano coerenti. Anche loro si lamentano della carcerazione preventiva come strumento di indagine, e devo dire, onestamente, che sono d'accordo. E' uno schifo. Ma almeno si indignano per ogni povero cristo e per le celle da 4 con dentro 8 dei suddetti.
E tu, Stefano, sembri voler dire che, quando l'imputato è un maneggione e membro della Casta, le regole giuridiche possono essere tralasciate e dei diritti umani chi se ne impipa? Corretto?
Esattamente, e non m'indigno solo per Papa ma non da oggi parlo di uso distorto della carcerazione preventiva che ormai in Italia è la regola e non l'eccezione. Ovvio che prenda spunto dai casi noti, come Papa e Scaglia, che però valgono per tutti.
Quanto ai radicali, hanno votato per una carcerazione preventiva in più piuttosto che in meno. Mettere Radicali e coerenza nella stessa frase è un ossimoro.
no, voglio solo dire che i diritti umani sono violati ogni santo giorno in tutte le carceri italiane. E che quando devo indignarmi non scelgo un tizio che sarà sicuramente trattato coi guanti, perchè qualunque violazione della sua integrità fisica sarebbe (giustamente) uno scandalo da prima pagina.
in quanto alla carcerazione preventiva di Papa, non mi pronuncio. Non ho elementi per valutare il pericolo di fuga (chiedete a Lavitola), e non so quanto le testimonianze pesino in questo processo. Se per il PM pesassero molto, un Papa ai domiciliari con telefono non controllabile potrebbe raccontare la versione 'giusta' ai testi che sarebbero convocati.
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