Il vero "spread" tra Italia e Spagna sta nella mancanza di alternative politiche e il botta e risposta di oggi tra Fassina e Letta sulla lettera della Bce è l'ennesima dimostrazione. A Madrid il governo si dimette e convoca a breve nuove elezioni, e solo questo induce i mercati ad essere abbastanza clementi, perché fiduciosi che il nuovo governo - probabilmente a guida popolare - sappia intraprendere le politiche giuste per affrontare la crisi. Questa soluzione - dimissioni del governo e voto a breve - in Italia non sortirebbe il medesimo effetto, perché al governo subentrerebbe la sinistra e gli investitori hanno la quasi certezza che farebbe ancor meno, e peggio, di Berlusconi.
Molti hanno criticato il governo, e a ragione, per aver disatteso finora le indicazioni pro-crescita della Bce, ma poi il principale partito di opposizione, i sindacati e persino Confindustria attaccano l'articolo 8 della manovra di agosto, l'unico che in qualche modo va in quella direzione, tanto che Marchionne - favorevole - fa uscire la Fiat dall'associazione degli industriali. Allora, ripropongo la domanda: c'è qualcuno disposto a metterci la faccia sulle ricette della Bce?
Di sicuro non il centrosinistra che verrà e probabilmente nemmeno il Pd. Se era scontato che Vendola considerasse «fallimentari» quelle ricette, addirittura la causa della crisi greca, dal Pd era lecito attendersi posizioni più pragmatiche. Parla tanto di politiche per la crescita, ogni argomento è buono per attaccare Berlusconi, ma al dunque il responsabile economico del partito, Fassina, intervenendo in direzione, bolla come «iniqua e irrealistica» la ricetta «neo-liberista» della Bce. Il vicesegretario Letta ha ribattuto, ma qui si tratta della linea di politica economica del principale partito di opposizione. Già Vendola, che sarà componente fondamentale del nuovo centrosinistra, sappiamo che sosterrà politiche antistoriche e antimercato, se il Pd non ha le idee chiare allora la prospettiva è nerissima.
Di tutto questo Bersani che dice? Oltre a proseguire nella sua imitazione del Bersani degli Sgommati («Berlusconi si deve dimettere!») ovviamente elude la questione: «Se avessimo governato noi», non ci sarebbe stata alcuna lettera. Sì, ma nel merito? «Sulle ricette vogliamo discutere, abbiamo le nostre». Diverse, evidentemente. Auguri.
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