Boom! Le comunicazioni del team Trump,
e presumibilmente dello stesso Trump, sono state intercettate da
agenzie di intelligence durante l'amministrazione Obama. E' quanto
risulta al presidente della Commissione Intelligence della Camera,
Devin Nunes, che lo ha riferito alla stampa leggendo una
dichiarazione. Ecco quanto risulta a Nunes.
1) Tale sorveglianza sarebbe stata
"legalmente autorizzata", ma non nell'ambito dell'indagine
dell'FBI sulle interferenze russe nelle elezioni, bensì sulla base
di un mandato FISA (Foreign Intelligence Surveillance Act)
evidentemente richiesto da altre agenzie di intelligence federali. Ne
avevamo parlato qui un paio di settimane fa.
2) E' "possibile" che alcune
delle comunicazioni dello stesso Trump siano state intercettate.
3) Le comunicazioni sarebbero state
intercettate "accidentalmente" (ma "in numerose
occasioni"), nel senso che Trump e i suoi collaboratori non
sarebbero stati l'oggetto del mandato di sorveglianza. Il che può
accadere quando una persona comunica con un obiettivo della
sorveglianza FISA. In tali casi, l'identità dei cittadini americani
coinvolti dovrebbe rimanere segreta, ma può essere rivelata da
funzionari di intelligence in alcune circostanze... In questo caso è
stata rivelata, e comunicata alla stampa (!), anche se...
4) Le informazioni raccolte durante il
monitoraggio erano secondo Nunes di scarso, o nessun valore di
intelligence, ma sono state "ampiamente disseminate nella
comunità di intelligence". Si tratta di "molte
informazioni sul presidente eletto, il suo transition team, e su cosa
stavano facendo".
5) Oltre all'ex consigliere per la
sicurezza nazionale Michael Flynn, l'identità di altri membri del
transition team intercettati è stata rivelata nei rapporti di
intelligence.
Le informazioni raccolte da Nunes –
pur avendo, per la carica che ricopre, una certa credibilità –
andranno comunque confermate, ma tutto questo somiglia terribilmente
a quanto denunciato dallo stesso Trump nei suoi tweet e a quanto
avevamo ipotizzato un paio di settimane fa.
E se lo saranno, qualcuno dovrà
spiegare chi ha richiesto il mandato FISA, nei confronti di quali
agenti esteri, e per quali motivi. E soprattutto come è potuto
accadere che le informazioni raccolte dalle comunicazioni del team
Trump intercettate siano finite alla stampa anziché essere
distrutte, se irrilevanti.
La cosa surreale di tutta questa
vicenda, se confermata, è che si poteva in realtà desumere dalle
decine di articoli pubblicati in questi mesi da NYT, WaPo e BBC, sui
"contatti" tra il team Trump e la Russia. Certi "leaks"
da loro riportati infatti non possono che essere il frutto di
un'attività di sorveglianza. Che nelle "cuffie" delle
agenzie federali guidate da Obama le comunicazioni di Trump e dei
suoi collaboratori siano finite per caso, "accidentalmente",
si può dubitare. Nel senso che con un po' di malizia si può
sospettare che le finalità del mandato FISA siano state
strumentalizzate per mettere sotto controllo il nuovo presidente e
usare le informazioni raccolte per delegittimarlo, com'è poi
avvenuto. Ma a questo punto poco importa, perché ammesso che tutto
sia avvenuto legalmente e accidentalmente, la diffusione delle
informazioni così raccolte prima all'intera comunità di
intelligence e da qui alla stampa è sicuramente illegale e presenta
tutti i caratteri di una cospirazione politica ai danni
dell'amministrazione Trump a cui avrebbero partecipato figure di
primo piano del sottogoverno di Obama.
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