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Wednesday, March 22, 2017

Trump e la sua squadra "sorvegliati" dall'amministrazione Obama, ma per sbaglio...

Pubblicato su L'Intraprendente

Boom! Le comunicazioni del team Trump, e presumibilmente dello stesso Trump, sono state intercettate da agenzie di intelligence durante l'amministrazione Obama. E' quanto risulta al presidente della Commissione Intelligence della Camera, Devin Nunes, che lo ha riferito alla stampa leggendo una dichiarazione. Ecco quanto risulta a Nunes.

1) Tale sorveglianza sarebbe stata "legalmente autorizzata", ma non nell'ambito dell'indagine dell'FBI sulle interferenze russe nelle elezioni, bensì sulla base di un mandato FISA (Foreign Intelligence Surveillance Act) evidentemente richiesto da altre agenzie di intelligence federali. Ne avevamo parlato qui un paio di settimane fa.

2) E' "possibile" che alcune delle comunicazioni dello stesso Trump siano state intercettate.

3) Le comunicazioni sarebbero state intercettate "accidentalmente" (ma "in numerose occasioni"), nel senso che Trump e i suoi collaboratori non sarebbero stati l'oggetto del mandato di sorveglianza. Il che può accadere quando una persona comunica con un obiettivo della sorveglianza FISA. In tali casi, l'identità dei cittadini americani coinvolti dovrebbe rimanere segreta, ma può essere rivelata da funzionari di intelligence in alcune circostanze... In questo caso è stata rivelata, e comunicata alla stampa (!), anche se...

4) Le informazioni raccolte durante il monitoraggio erano secondo Nunes di scarso, o nessun valore di intelligence, ma sono state "ampiamente disseminate nella comunità di intelligence". Si tratta di "molte informazioni sul presidente eletto, il suo transition team, e su cosa stavano facendo".

5) Oltre all'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, l'identità di altri membri del transition team intercettati è stata rivelata nei rapporti di intelligence.

Le informazioni raccolte da Nunes – pur avendo, per la carica che ricopre, una certa credibilità – andranno comunque confermate, ma tutto questo somiglia terribilmente a quanto denunciato dallo stesso Trump nei suoi tweet e a quanto avevamo ipotizzato un paio di settimane fa.

E se lo saranno, qualcuno dovrà spiegare chi ha richiesto il mandato FISA, nei confronti di quali agenti esteri, e per quali motivi. E soprattutto come è potuto accadere che le informazioni raccolte dalle comunicazioni del team Trump intercettate siano finite alla stampa anziché essere distrutte, se irrilevanti.

La cosa surreale di tutta questa vicenda, se confermata, è che si poteva in realtà desumere dalle decine di articoli pubblicati in questi mesi da NYT, WaPo e BBC, sui "contatti" tra il team Trump e la Russia. Certi "leaks" da loro riportati infatti non possono che essere il frutto di un'attività di sorveglianza. Che nelle "cuffie" delle agenzie federali guidate da Obama le comunicazioni di Trump e dei suoi collaboratori siano finite per caso, "accidentalmente", si può dubitare. Nel senso che con un po' di malizia si può sospettare che le finalità del mandato FISA siano state strumentalizzate per mettere sotto controllo il nuovo presidente e usare le informazioni raccolte per delegittimarlo, com'è poi avvenuto. Ma a questo punto poco importa, perché ammesso che tutto sia avvenuto legalmente e accidentalmente, la diffusione delle informazioni così raccolte prima all'intera comunità di intelligence e da qui alla stampa è sicuramente illegale e presenta tutti i caratteri di una cospirazione politica ai danni dell'amministrazione Trump a cui avrebbero partecipato figure di primo piano del sottogoverno di Obama.

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