14 luglio 1789
1972 ricorda la presa della Bastiglia riportando l'analisi e le riflessioni di Francois Furet sulla rivoluzione francese.
Alexis de Tocqueville: «Il grande vantaggio degli americani è di essere arrivati alla democrazia senza avere dovuto passare attraverso una rivoluzione democratica e di essere nati uguali al posto di diventarlo».
Francois Furet: «Mentre gli anglo-americani hanno formato, infatti, con il loro esodo un popolo nuovo, i francesi della fine del XVIII secolo, ossessionati dal desiderio di allontanarsi dal proprio passato, sono stati condannati a ignorare che questa passione collettiva di rottura era una conseguenza propria di quel passato: la cancellazione dell'antica Costituzione del regno era stata opera dell'assolutismo prima che gli uomini del 1789 ne facessero una proclamazione solenne»
«Le due rivoluzioni della fine del XVIII secolo, quela americana e quella francese, sono figlie delle due rivoluzioni precedenti. Ma la prima è uno sdoppiamento della storia d'Inghilterra nel nome della libertà individuale. Mentre la seconda succede alla sovversione dell'ordine tradizionale messo in atto dall'amministrazione monarchica: sovversione di cui essa si appropria e che porta a compimento, attraverso la proclamazione della cancellazione di tutto ciò che esisteva precedentemente, prima ancora di misurare il peso che questa tabula rasa avrebbe fatto gravare sulla ricostruzione del corpo politico».
«La fine del comunismo, o meglio la fine del suo potere sulle menti, è un altro modo di dire che capitalismo e democrazia, i due elementi essenziali della modernità, sono stati e restano il frutto della stessa dinamica. E cioè quella in cui ci troviamo sempre, e più che mai, e rispetto alla quale il sogno di ricominciare di nuovo tutto da zero, per completare infine la storia, ci appare ormai come un’utopia capace di uccidere la libertà». Leggi tutto il post
1972
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