Gavin Jones, dell'agenzia Reuters, è ancora più severo del mio precedente post nel descrivere l'operazione che sta conducendo Monti. Più che puntare al cambiamento in profondità del Paese (non ne avrebbe probabilmente nemmeno il tempo), sta cercando di calmierare il costo del nostro debito agendo sui fattori esterni che lo determinano, quindi spingendo per una migliore governance europea (ammorbidimento della linea di rigore tedesca; firewalls salva-Stati, ruolo Bce e in futuro condivisione del debito) e spendendo la propria autorevolezza personale per restaurare la fiducia dei mercati. Con il minimo indispensabile di interventi cerca di convincere partner europei e operatori finanziari che l'Italia è finalmente sulla strada giusta, quindi di piazzare i nostri titoli di Stato, i cui rendimenti dovrebbero in questo modo scendere. Da qui il mio Monti che prova a fare il broker.
Chiamatela "operazione fiducia", Jones nel suo articolo - tradotto da Internazionale - la chiama "operazione simpatia". L'entusiasmo che circonda Monti è «eccessivo», perché «non ha ancora avuto il tempo di affrontare seriamente i problemi italiani, tanto meno di risolverli. Eppure è acclamato dai leader mondiali e dalla stampa internazionale, che lo trattano come il salvatore dell'Italia e dell'eurozona». Certo, «la sua formazione economica e i suoi modi sobri e diretti suscitano ammirazione, e il contrasto con il suo tanto criticato predecessore, Silvio Berlusconi, è evidentissimo», ma «i difetti dell'Italia rimangono quelli di sempre e le prospettive economiche del Paese sono perfino peggiorate».
«L'operazione simpatia lanciata da Monti e dal suo governo per corteggiare mercati e opinion leader» ricorda molto quella che negli anni '90 ha permesso all'Italia di entrare nell'euro. Allora come oggi, ricorda Jones, «un gruppo di alti funzionari che parlavano bene l'inglese fece visita alla City di Londra e organizzò conferenze stampa con i giornali stranieri per illustrare le riforme e dissipare le preoccupazioni». Al posto di Monti, Prodi e l'allora ministro del Tesoro Ciampi, con Draghi direttore generale. «Allora come oggi l'obiettivo era ridurre il costo del debito e convincere la Germania». L'operazione riuscì, ma come dimostrano le vicende dei nostri giorni «i problemi di fondo sulla competitività del Paese non erano stati risolti». «Quando l'Italia è nei guai - conclude l'analista Reuters - fa ricorso ai tecnici. E avendo a disposizione uomini competenti e cosmopoliti, come Monti, Draghi e Ciampi, puntualmente il mondo ci casca. Ma i problemi italiani sono di sostanza e non di forma, e ci vorranno anni prima che chi è chiamato a guidare il Paese quando la crisi si fa più acuta riesca a risolverli».
2 comments:
Quindi, indirettamente, stai dicendo che le smargiassate, le gaffe, gli scandali sessuali e giudiziari, di Berlusconi EFFETTIVAMENTE danneggiavano l'Italia.
Uscendo dalla modalità "telavevodetto" e parlando di cose più serie, a me pare che Monti due cose le abbia fatte: una finanziaria molto pesante e la riforma delle pensioni.
La seconda era per quanto ne capisco fondamentale, la prima a quanto dici tu e altri troppo sbilanciata sull'aumento delle tasse rispetto alla riduzione delle spese.
Possiamo essere d'accordo. Ma il fatto che Monti sia riuscito a far digerire questi due punti all'opinione pubblica e al parlamento, rende l'ottimismo dei mercati internazionali abbastanza ben riposto anche rispetto alla possibilità di future riforme di sistema (lavoro, tagli alla spesa, ecc. ecc.).
Non sto "dicendo", sto riportando. La caduta libera dell'immagine internazionale di Berlusconi è cominciata sul finire del 2010; nonostante la stampa int.le non l'abbia mai amato fino ad allora gli altri leader non mostravano disagio; poi negli ultimi mesi è diventato un appestato. Eppure i suoi guai e abitudini erano noti da sempre. Nell'ultimo anno però c'è stata una character assassination di inaudita violenza, con poteri giudiziari e mediatici enormi, a cui non ha resistito. Il grimaldello è stato lo scandalo sessuale. Lui di leggerezze ne ha compiute, nella sua posizione, ma contro di lui intrusioni inaccettabili nella sfera privata e abusi di potere. E' un'analisi che ho fatto molte volte e che adesso non m'interessa ripercorrere.
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