Mentre è ormai di gran moda, fa molto twit-star, sbeffeggiare con battute più o meno sceme Alemanno e Roma per qualsiasi decisione, senza nemmeno preoccuparsi di una minima attinenza ai fatti, qualcuno si è accorto del decreto firmato ieri in tutta fretta da Monti? Qualcuno si è accorto che i temi veri dell'emergenza sono diventati la "non operatività" della Protezione civile e i gestori - pubblici - dei servizi pubblici?
Qui non si vuole entrare nel merito delle inefficienze che sicuramente ci sono state, né della decisione del sindaco di Roma e del prefetto, sentita la Protezione civile, di chiudere nuovamente scuole e uffici pubblici, ma prima di abbandonarsi all'ilarità bisognerebbe accertarsi delle previsioni meteo. Non quelle dei siti internet, ma quelle che ha in mano Alemanno, che possono sempre rivelarsi errate ma che hanno il carattere dell'ufficialità, tanto da essere state citate stamani dal ministro degli interni in Senato e confermate dalla Protezione civile in un comunicato. Previsioni che parlano di «diffuse nevicate» e «significativi accumuli di neve al suolo» sulla capitale tra domani e dopodomani, cioè di un evento pari o superiore a quello di venerdì-sabato scorsi. E va considerato che una città come Roma è strutturalmente impreparata ad eventi del genere, che altrove possono far sorridere. Città impreparata vuol dire primi fra tutti i cittadini.
Ma no, continuiamo a ironizzare su Roma, per qualche ingorgo in più del normale, mentre nessuno si è accorto del decreto firmato ieri da Monti, nel quale implicitamente si riconoscono le gravi mancanze, e quindi responsabilità, a livello governativo e centrale per quanto accaduto su tutto il territorio del centro Italia, e si tenta di porre un primo rimedio alla «non operatività» della Protezione civile denunciata da Gabrielli in Commissione Lavori pubblici del Senato. Considerando «che le previsioni meteorologiche prospettano una situazione di ulteriore aggravamento con la ripetizione di nevicate di forte intensità...», il decreto attribuisce al capo del Dipartimento della Protezione civile «il coordinamento degli interventi e di tutte le iniziative per fronteggiare la situazione emergenziale» e «l'adozione di ogni indispensabile provvedimento su tutto il territorio nazionale interessato dalle eccezionali avversità atmosferiche per assicurare ogni forma di assistenza e di tutela degli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate, nonché di ogni misura idonea per la salvaguardia delle vite umane, allo scopo autorizzando le Regioni al reperimento di beni, mezzi e materiali pubblici e privati necessari, anche attraverso i sindaci, ovvero attraverso i centri di coordinamento e soccorso istituiti a livello provinciale». Se c'è stato bisogno di un decreto, bisogna supporre che prima questo ruolo non era previsto, o non era chiaramente definito.
Non solo il decreto. A tal punto il governo si è accorto della «non operatività» della Protezione civile, che al termine di un vertice con gli enti locali «ha confermato l'intenzione di riesaminare la legge 10 del 2011» che l'ha rovinata, «al fine di rafforzarne l'efficacia per quanto riguarda l'operatività dell'intervento emergenziale». Un vertice tra governo ed enti locali che forse sarebbe stato utile anche alla vigilia della prima ondata di maltempo, la scorsa settimana. Di Protezione civile, di gas e di gestori dei servizi pubblici, si è parlato infine alla Camera, durante l'informativa del governo sull'emergenza maltempo, mentre sui romani e Alemanno si è esibito solo qualche pittoresco deputato leghista. Il Parlamento per una volta meno banale dei social network, dove troppo spesso i tentativi di ragionamento vengono travolti dal flusso del conformismo.
L'impreparazione di Roma e l'inefficienza di Alemanno sono una miniera d'oro dal punto di vista comunicativo, cioè per garantirsi accessi e facili retwitt, ma questo non ha nulla a che fare con l'informazione, è satira. Ci vuole anche quella, basta che poi non si finisca per credere alle proprie battute e iperboli.
No comments:
Post a Comment