Cannibalismo in Corea del Nord: si mangiano i bambini
Sembra rivivere la leggenda secondo cui i comunisti mangiano i bambini. In effetti non esattamente i comunisti, ma li mangiano i disperati nordcoreani costretti alla miseria senza via d'uscita e oppressi dal regime comunista. L'ennesima carestia ha portato i nord coreani al cannibalismo, perché non hanno di cui sfamarsi. Si parla di bambini morti dissotterrati, o direttamente rapiti e uccisi e poi venduti al mercato come carne "speciale", nonostante la pena di morte che il regime ha stabilito per questo tipo di reato. Alcuni ristoratori nel cui locale sono stati trovati resti umani sono stati giustiziati. Ma, come dice qui Glenn Raynolds, il giornalista che parla di questo fenomeno come di "una conseguenza dell'ennesimo misero raccolto e di grossi tagli agli aiuti alimentari internazionali", è molto educato, perché le sue parole vanno corrette in "una conseguenza di anni di comunismo". Raynolds osserva inoltre che prima o poi anche alla Corea del Sud verrà presentato il conto di quanto non sta facendo per fermare il massacro di un popolo da parte del suo leader. Come scriveva Enrico Madama il gennaio scorso: «[...] sia la Corea del Sud, sia il Giappone non si augurano il tracollo dell'ingombrante vicino. Men che meno un catastrofico conflitto. Quanto costerebbe economicamente, ma anche in termini di integrazione sociale, culturale e politica, ai "fratelli separati" della democratica, avanzata e benestante Corea del Sud una riunificazione tipo quella attuata da Kohl con la Germania Est, a fronte di un Nord ridotto a landa desolata, occupata come all'epoca del feudalesimo da una cricca militare e da milioni di servi della gleba? Per questo i sudcoreani il mese scorso hanno scelto come nuovo presidente il liberale Roh Moo Hyun, che ha condotto la campagna elettorale sostenendo il continuo impegno di dialogo con il Nord, escludendo vigorosamente il ricorso a sanzioni economiche per costringere il Nord a rispettare gli impegni internazionali». (Pyonyang chiede il pizzo Nucleare, Tempi n.3, 16.01.2003)
buroggu
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