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Tuesday, July 14, 2009

Attesa per il sermone di Rafsanjani: vietato illudersi

Durante tutta la crisi post-elettorale in Iran l'ex presidente "pragmatico" e ayatollah Rafsanjani si è mosso con discrezione dietro le quinte del regime per portare dalla sua parte - quindi contro Khamenei e Ahmadinejad - la maggioranza del clero che conta nella città santa di Qom. Rafsanjani presiede quel Consiglio degli Esperti che ha il potere di rimuovere la Guida Suprema. L'ex presidente non si è ancora complimentato con il presidente rieletto e ha disertato il sermone dell'ayatollah Khamenei. Ma quando per la prima volta ha finalmente rotto il suo silenzio le sue parole sono sembrate in sintonia con quelle di Khamenei, tanto da far pensare che il suo tentativo di fronda interna fosse fallito e che stesse per accettare un compromesso. Elogiando la decisione della Guida Suprema di prolungare i termini dell'indagine del Consiglio dei Guardiani sulle irregolarità del voto, Rafsanjani auspicava che le contestazioni fossero esaminate con accuratezza, onestà e correttezza, invitando però i candidati sconfitti a «rimuovere gli ostacoli per superare le divergenze», avvertendoli che «un atteggiamento sbagliato potrebbe portare a ulteriore odio e divisione tra i cittadini».

Questa settimana spetterà proprio a Rafsanjani condurre la preghiera del venerdì presso l'Università di Teheran, la stessa da dove, il 19 giugno scorso, Khamenei ha dato la sua benedizione alla rielezione di Ahmadinejad, ordinando la fine delle manifestazioni. Cresce quindi l'attesa per il sermone di colui che sarebbe (o sarebbe stato) il principale sponsor politico di Mousavi, e che ora ha l'occasione di chiarire la sua posizione pubblicamente. Gli attivisti dell'Onda verde sperano e già circolano su internet volantini nei quali si convoca il movimento per la preghiera di venerdì all'Università. Lo stesso Mousavi, l'altro candidato sconfitto Karroubi e l'ex presidente Khatami dovrebbero presenziare al sermone, anche se non ci sono ancora comunicazioni ufficiali. E' probabile che i tre non scioglieranno le proprie riserve prima di aver avuto dallo stesso Rafsanjani anticipazioni sul suo sermone.

Rilancerà, questa volta in pubblico, la sua sfida a Khamenei e ad Ahmadinejad, o sancirà la sua personale tregua? Niente illusioni. A giudicare dall'ultima, e unica finora, dichiarazione di Rafsanjani, e dalle parole usate dal sito di cui il figlio è direttore, Ayandeh News, che parla del sermone come di «un'occasione per la riappacificazione tra gli insoddisfatti e il sistema politico», i militanti dell'Onda verde rischiano di rimanere molto delusi. Piuttosto che rilanciare, è più probabile che Rafsanjani punti a ribadire l'adesione sua personale, e dei settori moderati e pragmatici a lui vicini, ai principi e ai valori della Repubblica islamica e a lanciare un appello alla riconciliazione, offrendo anche agli oppositori Mousavi e Karroubi un'occasione per rientrare nei ranghi. Difficile dire quanto possa essere duraturo il compromesso tra Rafsanjani e Khamenei che ispirerebbe un simile discorso.

E intanto, se Obama pensava di barattare con Mosca la disponibilità Usa sul nuovo trattato Start e sullo scudo anti-missile con il sostegno russo a nuove sanzioni contro Teheran, dovrà ricredersi. Mosca - fa sapere una fonte del Ministero degli Esteri russo attraverso l'agenzia Interfax - non intende accettare scambi. Non accetterà di sostenere nuove e più dure sanzioni contro Teheran in cambio di un nuovo trattato per la limitazione delle testate nucleari da siglare entro il prossimo mese di dicembre, quando scadrà il Trattato Start-1 del 1991. «Il legame tra le due cose è senza fondamento. Non si accettano negoziati su questi due temi così diversi per sostanza e forma». Una chiusura così totale che non può che avvalorare le voci sulla proposta di scambio tentata da Washington e a quanto pare già rispedita al mittente.

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