Evasione quintuplicata in 30 anni? Pressione fiscale decuplicata
Probabilmente al di là delle intenzioni dell'autore, l'articolo di oggi di Sergio Rizzo, sul Corriere della Sera, dimostra la corrispondenza - così puntuale che difficilmente può ritenersi casuale - tra l'inarrestabile ascesa della pressione fiscale e l'aumento esponenziale dell'evasione, avvalorando la tesi di quanti sostengono che il livello elevato della prima è la causa diretta dell'entità della seconda.
Rizzo nel suo articolo si concentra solo sull'evasione fiscale, giungendo alla conclusione che in trent'anni si è quintuplicata. L'evasione, infatti, è passata dai 54 miliardi di euro stimati nel 1981, circa il 7-8% del Pil, ad una cifra nel 2008 - stimata ovviamente - fra i 255 e i 275 miliardi di euro. L'inchiesta sarebbe stata più completa se il giornalista del Corriere avesse consultato le serie storiche sul conto economico dello Stato disponibili sul sito dell'Istat, da cui emerge che nello stesso periodo, sempre nei termini assoluti usati da Rizzo, la pressione fiscale si è addirittura decuplicata, è aumentata cioè di ben 10 volte. E' passata infatti dai 63,787 miliardi di euro del 1980 ai 656,861 miliardi certificati nel 2009. In termini percentuali rispetto al Pil è passata dal 31,36% del 1980 al 43,2% del 2009 (fino al 45% previsto nel 2012).
Dunque, c'è almeno un motivo di consolazione: gli italiani diventano più evasori ad un ritmo comunque inferiore a quello con cui cresce la voracità dello Stato.
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