E poi, gli altri membri del club concordano sul fatto che il rinnovato impulso al progetto europeo avvenga a scapito dei rapporti transatlantici, che forse i tedeschi hanno dovuto ingoiare per 70 anni ma altri intrattengono ben volentieri?
Sul Financial Times, Gideon Rachman definisce un "passo falso" quello della Merkel...
"It is baffling that a German leader could stand in a beer-tent in Bavaria and announce a separation from Britain and the US while bracketing those two countries with Russia. The historical resonances should be chilling.Ma attenzione, perché a volte i desideri diventano realtà: la Merkel rischia di dare a Trump esattamente ciò che vuole... che l'Europa diventi responsabile della sua difesa.
...
some have even proclaimed that the German chancellor is now the true leader of the western world. That title was bestowed prematurely. The sad reality is that Ms Merkel seems to have little interest in fighting to save the western alliance."
E a proposito del ritiro americano dall'accordo di Parigi sul clima... "Since when is a difference of opinion on climate policy a signal of US retreat from Europe?" chiede il Wall Street Journal. Da quando le politiche sul clima sono alla base dell'alleanza transatlantica? Sulla Nato, invece, si direbbe che l'alleato inaffidabile è la Germania... che spende una cifra ridicola nella difesa rispetto alla sua ricchezza e contribuisce pochissimo alle missioni. Però adesso vuole farsi una difesa comune "europea"...
Intanto, sempre sul WSJ il consigliere per la sicurezza nazionale McMaster e il consigliere economico di Trump, Gary D. Cohn, spiegano che "America First doesn't mean America alone".
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