Ieri tutti i siti, le agenzie, e oggi sui giornali quirinalisti e notisti politici, a sbandierare il «pessimismo» del presidente Napolitano riguardo le riforme costituzionali, perché non ravvisa il giusto «clima» tra le forze politiche. Ebbene, oggi Napolitano è intervenuto smentendoli tutti: non avete capito un acca. Quando il presidente ha parlato di «clima non propizio» non si riferiva alle riforme, come ha chiarito oggi egli stesso, ma «mi riferivo in particolare alla situazione di deficit pubblico, perché è più difficile condividere le scelte per contenerlo che trovare intese sulle riforme». Quindi, ci ha pensato lo stesso Napolitano, stamattina, a definire il suo stato d'animo riguardo la possibilità che possa riprendere un percorso di riforme condivise in grado di dare risultati già nell'attuale legislatura. Smentendo le letture del suo discorso di ieri diffuse dalle principali agenzie e siti internet, e propagandate oggi dai giornali, il capo dello Stato si è detto «né ottimista né pessimista, ma ragionevolmente fiducioso». E ha chiarito anche lo stato dei suoi rapporti personali con Berlusconi: «Sono sempre stati buoni». In particolare, «mi ha fatto piacere che oggi mi abbia chiamato e che abbia apprezzato le linee generali del mio discorso», rivela riferendosi al colloquio telefonico avuto stamattina con il premier, nel corso del quale i due si sono scambiati, oltre che gli auguri natalizi, dei pareri sul discorso pronunciato ieri.
I giornali hanno come al solito tentato di "spingere" le loro interpretazioni interessate e frutto di pregiudizio. Ma evidentemente questa volta Napolitano ha ritenuto di dover intervenire per correggere le incaute analisi di chi ha parlato di «pessimismo» del Colle (Massimo Giannini, su la Repubblica), o di un «ultimo appello al premier» (Federico Geremicca, su La Stampa). Alla luce delle precisazioni di oggi, invece, più vicini al reale stato d'animo del presidente sono andati Stefano Folli sul Sole 24 Ore, che nel discorso di Napolitano di ieri ha visto «un messaggio di moderato ottimismo»; Massimo Franco, che sul Corriere della Sera ha parlato di un «realismo necessario» del Colle; e Paolo Cacace, che su Il Messaggero ha osservato come quello del capo dello Stato non sia certo «un facile e gratuito ottimismo», cogliendo nelle sue parole «un segnale di pace al Cavaliere».
Un caso esemplare di come da parte delle principali agenzie e siti internet, e di certi grandi giornali, si tenti ogni volta di dare in pasto all'opinione pubblica le loro letture deviate, persino delle parole del capo dello Stato, influenzando lo stesso dibattito politico.
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