C'è poco da festeggiare per l'immaturità democratica - come l'ha definita Piero Ostellino sul Corriere, analizzandone lucidamente le radici storiche - di un popolo che saluta la caduta di un governo eletto come la fine di una dittatura e vede in un dictator, nell'accezione latina del termine, cioè di colui che sospende la politica nell'emergenza, il "salvatore della patria". Il governo Monti nasce con un peccato originale che solo in parte la fiducia delle Camere potrà cancellare. Vistoso è lo strappo alle regole della democrazia dell'alternanza, strappo che cercheranno di allargare le forze politiche desiderose di liquidare il sistema maggioritario. È pur vero però che nell'ultimo anno Berlusconi ha sbagliato tutto ciò che c'era da sbagliare e che trascinare il Paese alle urne contro il parere, e il panico, di praticamente tutto il mondo non avrebbe certo salvato la democrazia dell'alternanza, né probabilmente la nostra economia.
Come ho sempre fatto su questo blog giudicherò il governo Monti sulla base dei fatti. La lista dei ministri è un primo indicatore, purtroppo negativo. Per i loro ambienti di provenienza e i loro incarichi, la maggior parte dei ministri sono tutt'altro che tecnici disinteressati nel senso di civil servants; sono tecnici la cui area politica è molto ben marcata. Avevo concesso a Monti il beneficio del dubbio, ma l'esecutivo che ha messo su somiglia a un tecno-ulivismo allargato al "partito di Todi", come spiego in questo articolo. Per la prima volta dalla scomparsa della Dc tutte le anime del mondo cattolico si trovano riunite in un governo e il richiamo per quelli che ancora si attardano nel partito berlusconiano è forte. «E' finita la diaspora Dc», fa notare trionfante Casini.
Un governo di tutta evidenza nato non solo per affrontare l'emergenza finanziaria, ma anche per modificare l'offerta politica in Italia, e ciò non è legittimo che avvenga senza passare per le urne. Mentre il primo obiettivo può giustificare il mancato anticipo della verifica elettorale, il secondo addirittura la richiede tassativamente. Che sia l'embrione di un progetto politico di centro-centrosinistra, con tanto di leader in pectore, Corrado Passera, o che una volta alle spalle l'emergenza le varie anime dei cattolici impegnati in politica, riunite oggi al governo, decidano di dar vita a uno schieramento alternativo alla sinistra, il punto è che è stata strumentalizzata la crisi per lanciare un'operazione politica, non solo senza che fosse scelta dai cittadini, senza nemmeno che fosse loro presentata nelle urne. Se non un ribaltone, poco ci manca.
Oggi il discorso del nuovo premier per la fiducia, e avremo finalmente le prime risposte programmatiche, ma quasi tutto si potrà capire dalle primissime misure. Monti dovrà giocarsi tutte le sue carte migliori e spendere tutta la sua autorevolezza, sul fronte interno ma soprattutto nei confronti dell'ottuso direttorio franco-tedesco (a proposito, è a favore o contro una Bce prestatore di ultima istanza?), entro le prime settimane, due/tre mesi. Fino a gennaio-febbraio le forze politiche e sociali dovrebbero pagare un prezzo politico troppo elevato per staccare la spina e saranno più inclini a digerire misure sgradite.
Oltre questo termine temporale, Monti rischia di farsi impantanare. Purtroppo il gusto per la concertazione dimostrato nelle arlecchinesche consultazioni di palazzo Giustiniani e la compagine governativa neo-ulivista non fanno ben sperare sul tasso di riformismo. Patrimoniale e pochi altri ritocchi, sembra ad oggi l'esito più probabile di questa esperienza di governo, sperando che la credibilità di Monti basti a convincere i mercati a darci tregua. La patrimoniale, e in generale un ulteriore aumento della pressione fiscale, è incompatibile con le riforme per la crescita che i mercati si aspettano (e infatti non c'è tra le richieste della Bce e dell'Ue). Se la soluzione è smontare il baraccone pubblico, o almeno un suo drastico dimagrimento, dare altri soldi allo Stato non sarebbe solo una contraddizione in termini logici, ma significherebbe andare nella direzione oppposta. Può essere accettabile una tassazione ordinaria sul patrimonio, a patto però che il saldo per lo Stato in termini di pressione fiscale complessiva sia negativo, quindi accompagnata da un taglio consistente delle tasse sui redditi e sulle imprese.
10 comments:
Che palle.
Ma quale sospensione della democrazia! Siamo in una repubblica parlamentare.
SIAMO-IN-UNA-REPUBBLICA-PARLAMENTARE.
E' tanto difficile da mandar giù questo concetto?
E per piacere non parlatemi di costituzione materiale perchè vomito. Sarebbe la legge elettorale di Calderoli la "costituzione materiale" che trasforma l'Italia in una repubblica parlamentare? Perchè se sì, allora ho un'ideuzza su quale sarebbe la "materia" in questione.
Ciampi nel '92 era un "dictator"? Dini nel '95 era un "dictator"? Il popolo non festeggia la caduta di una dittatura, ma di uno dei peggiori governi della storia repubblicana che da un anno a questa parte non aveva neanche una vera maggioranza in Parlamento.
Per quanto riguarda la matrice presuntamente "tecno-ulivista", complimenti per aver scritto due post al riguardo senza neanche citare Comunione&Liberazione (a cui è vicino più di un ministro).
"Un governo di tutta evidenza nato non solo per affrontare l'emergenza finanziaria, ma anche per modificare l'offerta politica in Italia"
Perchè un governo di "tecnici puri" (che poi se parliamo di pubblica amministrazione, qualche vaga collocazione politica ci sarà? Oppure andiamo a cercare nella torre d'avorio qualcuno che ha studiato per gli ultimi quarant'anni econometria senza mai scendere dal piedistallo per votare?) non avrebbe avuto lo stesso potenziale effetto?
E i politici, non ci sono perchè Monti non li ha voluti o perchè nessuno voleva mettere la faccia?
E comunque, se anche ci fosse un emergenza democratica, questa avrebbe un unico colpevole, quel delinquente senile che oggi, con la responsabilità tipica del grande statista, attacca e minaccia il nuovo esecutivo. Secondo me, viste le premesse, dobbiamo essere solo contenti di non essere stati commissariati sul serio. Tipo con carri armati tedeschi a Roma.
chissene frega dei cavilli giuridici per cui siamo una repubblica parlamentare.
io solo posso decidere il mio governo, non 1000 straricchi parassiti!
e poi...se è il parlamento che fa le leggi, perchè poi si accusa berlusconi di non ever fatto le leggi giuste?
@anon
quei 'cavilli' cui parli sono la Costituzione.
@jim
-ma scusa, questo governo, dalla fuoriuscita di FLI s'è retto con compravendite al limite del codice penale, con un _sacco_ di gente eletta nel bacino di elettori antiberlusconiani che s'è messa a baciare l'anello del Sovrano.
Anche a me non piace particolarmente essere commissariato dalla EU, BCE, FMI e tra un po' anche dalla Compagnia Arte&Danza di San Pietroburgo, e nemmeno questo governo di chierici e banchieri, ma a voler fare i pignoli il problema di legittimità ce l'aveva pure il governo precedente (sempre dopo lo strappo di FLI).
-ce l'hai proprio con la patrimoniale? Fossimo in Svezia, sarei d'accordo con te. Ma siamo nel regno del nero. Purtroppo l'unica cosa misurabile sono i patrimoni. Di quelli abbastanza piccoli per non avere tutto alle Cayman, o, più mestamente, a Chiasso, ovviamente.
-mah, tu lo vedi con un governo di cattocomunisti, io come un governo di cattoconservatori. Sai qual è la cosa che mi terrorizza? Se QUESTO governo facesse sul serio delle riforme (vedremo, valutando sui fatti), vorrebbe dire che la più controriformatrice compagine governativa possibile è almeno parzialmente riuscita a fare più di quello che ci promette il 'nuovo' polo liberali di cdx da 20 anni, o quello che ci promette la sinistra 'progressista'.
Insomma, è come se una gara di fondo la vincesse un 60enne: credo che tutti gli atleti sotto i 30 anni dovrebbero andare a nascondersi
nelle caverne.
1) inutile scaldarsi tanto se poi non si sa nemmeno leggere: non uso termini a casaccio e ho parlato di sospensione della politica (intendendo ovviamente della contrapposizione tra i partiti) e di "strappo alle regole della democrazia dell'alternanza". Dunque fuori luogo tutto lo sproloquio sulla Repubblica parlamentare.
2) ho parlato di tecno-ulivismo, ma anche dell'allargamento al mondo cattolico non ulivista che ha preso parte all'incontro di Todi.
JimMomo, hai parlato di "dictator". Mi pare un'espressione piuttosto forte, anche nel contesto della Roma repubblicana. La politica non è stata sospesa, in nessun senso, neanche in quello della contrapposizone tra partiti; la democrazia dell'alternanza non so bene cosa sia, ma le sue regole sono per forza quelle della costituzione e non sono state strappate da nessuno. Il progetto politico per distruggere il maggioritario lo può vedere solo chi crede che l'attuale sistema elettorale SIA maggioritario, cosa molto difficile da sostenere.
Il "Dictator" rispondeva al Senato? No. Ecco che il paragone crolla miseramente.
Dal punto di vita dialettico, Jimmomo, è interessante il tuo tentativo di rendere potabile a cervelli funzionanti la propaganda che i media berlusconiani stanno somministrando al popolo bue. Essa comprende attualmente una varietà di "strumenti": si va dal noglobalismo d'accatto di stampo legaiolo, all'attacco franco-tedesco di ferrara, versione ebraicamente corretta del complottismo Bilderberg-Trilateral-Goldman Sachs che ha sfondato nel sottobosco dell'opinionismo (per mancanze di prove) di centrodestra.
Benemerito tu, quindi, ma c'è un ma. La sospensione della politica di cui parli è un concetto un tantino impreciso. La prepotenza dei tecnici sui politici, tutta da dimostrare. Non solo perché il parlamento deve ratificare ogni decisione del governo tecnico, e quindi la politica non è sospesa manco un po', ma soprattutto perché la teoria manca il punto principale.
Non è la politica ad essere 'sospesa', è la sovranità. Il governo del presidente nominato in base allo Spread dice questo. L'Italia non è più un paese sovrano. Dalla nomina di Monti? Manco per niente: da molto tempo fa. In parte lo è dall'entrata nell'euro, e dichiaratamente: si è trattato infatti di una cessione di sovranità. Ma soprattutto la sovranità è stata venduta nel tempo sotto forma di debito pubblico.
Ora che i politici – gli stessi, guardati l'analisi di Oscar Giannino sui disastri dei governi berlusconi – che hanno venduto l'Italia alle banche oggi protestino di essere defraudati di potere sarebbe ridicolo se non meritasse bastonate sugli zebedei.
Ret
Cachorro: "Siamo in una repubblica parlamentare.
SIAMO-IN-UNA-REPUBBLICA-PARLAMENTARE."
Vero.
Ma il parlamento non cresce sotto i cavoli.
Viene eletto.
Democraticamente.
"Vero.
Ma il parlamento non cresce sotto i cavoli.
Viene eletto.
Democraticamente."
Appunto: il parlamento, eletto democraticamente, è sempre là. Non è stato sostituito da un parlamento di tecnici.
Si tratta semplicemente di un nuovo compromesso storico al quale è affidato l'impossibile compito di tentare alcune riforme strutturali senza che i megafoni della sinistra aizzino le folle contro i duri interventi del governo che verranno. Vedremo se la scommessa riesce. Per me è impossibile comunque e resto pessimista.
Woody
concordo solo sul fatto che monti ha pochissimo tempo per fare qualcosa di concreto, 100 giorni o meno.
Dopo di cui sarà pantano, berlusconi del resto non aveva ancora finito di stringergli la mano che già lo pugnalava alle spalle con le prime dichiarazioni.
Per il resto il fallimento del governo berlusconi è stato pressoché totale e monti oggi mi pare quanto di "meno peggio" poteva capitarci. Chi abbiamo eletto è ancora la a (mal) rappresentarci e a decidere se appoggiarlo o meno... fermo restando che visti i tempi di scelte difficile sarà a gara a chi si smarca prima dal prendersi la benché minima responsabilità. A cominciare da quel Berlusconi che sembra non avere nessuna responsabilità nel fallimento del governo berlusconi
Post a Comment