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Thursday, June 14, 2012

Riforme in stallo, Monti spera nell'Europa

Il Wall Street Journal continua a picchiare duro su Monti: «Italy's Reform Stall», in Italia riforme «in stallo», è il titolo di uno degli editoriali di oggi, che non manca di sarcasmo: «Monti ha detto al Parlamento italiano che la crescita è "la nostra principale preoccupazione". Bello sentirlo, ma la domanda è se Monti abbia un'idea di cosa fare».

Si ricorda come il gettito Iva sia calato su base annua, «sebbene, o piuttosto bisognerebbe dire perché l'anno scorso l'aliquota è aumentata al 21%». «Non aumentare ancora l'Iva al 23% sarebbe un buon inizio - osserva il quotidiano - ma è dura definirla un'agenda per la crescita».

Il WSJ indica nella pressione fiscale troppo elevata la causa dell'«incredibile» quota di Pil sottratta al fisco. In parte si tratta di «attività criminale», ma «per lo più si tratta al contrario di attività economiche oneste che cercano di evitare il fisco. Eppure, Monti non parla mai di abbassare queste aliquote».

Ha cercato di cambiare l'articolo 18, ricorda il WSJ, ma «poi Monti si è ritirato di fronte all'opposizione parlamentare» (in realtà di fronte ai sindacati, ancor prima che la riforma arrivasse in Parlamento).

Ma soprattutto si rimprovera a Monti di concentrarsi su una soluzione europea invece di affrontare la sfida delle riforme in Italia: «Il primo ministro sta riponendo le sue speranze nel prossimo Consiglio europeo alla fine del mese. Ma i problemi dell'Italia non saranno risolti da nessun tanto atteso blowout keynesiano, ammesso e non concesso che i tedeschi possano permetterselo, e vogliano finanziarlo... Le soluzioni ai problemi dell'Italia - tagliare le tasse e riformare il mercato del lavoro su tutte - non sono affatto un mistero. Se c'è un politico in Italia in grado di raccogliere il consenso per attuarle è un'altra questione», conclude il quotidiano.

Insomma, il messagio mi sembra molto chiaro: i mercati sono preoccupati nel vedere Monti, e l'intera classe dirigente italiana (partiti e media), impegnati a cercare alibi e scappatoie europee (e keynesiane) piuttosto che ad affrontare la sfida delle riforme in Italia. Euro o non euro l'Italia deve cambiare al suo interno, non ci sono scorciatoie.

1 comment:

Anonymous said...

da Wikileaks 2013

1) quella volta che in Grecia truccarono le elezioni col consenso di Obama e compagnucci eurocrati e fecero sparire i sondaggi che davano favorita Syriza.

2) quella volta che Napolitano e Monti telefonarono al premier irlandese per garantire il loro forte sostegno finanziario all'Irlanda in cambio di un bel 7-0 nell'ultimo turno del girone agli Europei.