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Wednesday, December 28, 2005

Ds e Margherita affossano l'amnistia. Vince il partito dei giudici

Polemizzare con Casini avendo il fianco scoperto dai deputati sciatoriPolemizzare con Casini avendo il fianco scoperto dai deputati sciatori

E' inutile prendersela con l'arbitro cornuto, se la squadra non è scesa in campo. Il presidente Casini ha certamente con qualche malizia convocato l'assemblea alle 9,30, fatto insolito per la Camera dopo un giorno di festa, ma da che mondo è mondo gli assenti hanno sempre torto. E' vero che quasi mai si danno calci di rigore per spintoni o trattenute in area, ma è pur vero che se una trattenuta c'è stata e questa volta l'arbitro - cornuto com'è - decide di fischiarla, non ha molto senso protestare. Anzi, a maggior ragione sapendo fin dal 23 dicembre che Casini aveva deciso l'orario come sfida ai firmatari della convocazione straordinaria, questa sfida bisognava prepararsi a raccoglierla per non fornire un fianco scoperto.

Diciamola tutta: in molti se ne sono fregati. Se 207 deputati firmano una convocazione straordinaria della Camera e questa viene convocata nel rispetto dei tempi d'urgenza che quella misura richiede, ma di quei deputati se ne presentano una novantina, sono indubbiamente criticabili i convocatori e l'astuzia di Casini passa del tutto in secondo piano. Bisognerebbe invece avere l'intelligenza di riconoscere e prendere atto come dato politico che quelle numerose assenze proprio fra i promotori della seduta straordinaria indicano inequivocabilmente l'opportunismo e l'ipocrisia con cui molte firme erano state apposte. Per carità, nessuno giudica il diritto a qualche giorno di vacanza natalizia, ma allora cade la credibilità della richiesta di convocazione straordinaria che si è sottoscritta.

Insomma, se si guarda alle pagliuzze negli occhi altrui mentre nei propri si porta una trave non si fa una gran bella figura. Insistere su una polemica quando si ha torto non mi pare una mossa astuta. Soprattutto perché andateglielo a spiegare ai cittadini che alle 9,30 del 27 dicembre è troppo presto per iniziare un dibattito che si era chiesto di affrontare con la massima urgenza. Lo scandalo semmai è la prassi dell'aula deserta e delle sedute che partono a mezzogiorno e non se per una volta si comincia alle 9,30, rendendo tra l'altro possibile intervenire a un maggior numero di deputati.

Dunque, se è vero che i presidenti delle Camere in questi mesi hanno usato il proprio ruolo per avvantaggiare le loro posizioni, addirittura per lanciare la propria personale campagna elettorale, stavolta mi pare che l'attacco a Casini sia del tutto inopportuno, perché non c'era alcun reale impedimento per fare una bella figura e presentarsi numerosi in aula. E allora sì che in quel caso poteva esser mossa una critica al presidente.

Si preferisce in queste ore indulgere nella polemica sul presidente della Camera quasi a chiudere un occhio su quello che è il dato politico più rilevante della giornata di ieri. Perché costringe a riflettere. Il dibattito di ieri sull'amnistia è stato molto positivo, anzi istruttivo, perché ha chiarito le posizioni dei gruppi al di là delle frasi di circostanza e del buonismo delle marce. Il sostegno più vigoroso, più vibrante, all'amnistia, attento al complesso del sistema giustizia, con motivazioni liberali prive di riflessi buonisti, è venuto da Forza Italia (Pecorella, Biondi, Pepe, Sterpa, Taormina) e non dai due maggiori partiti della sinistra, Ds (Finocchiaro) e Margherita (Fanfani), che anzi si sono detti contrari all'amnistia, perché toglie le cartelle dalle scrivanie dei magistrati, e favorevoli all'indulto.

Pecorella ha cercato di togliere di mezzo ogni possibile alibi: «Amici dei Ds, non vi tormenti l'idea che noi vogliamo favorire qualcuno. Noi siamo disponibili al confronto: ci sono reati odiosi che colpiscono interessi diffusi che non meritano clemenza. Forza Italia è disponibile a tutte le soluzioni compatibili». Niente da fare, un rifiuto pregiudiziale e ideologico. E come ha osservato Pannella, dagli interventi dei deputati, soprattutto di sinistra, che invitavano a non illudere i detenuti, «il solito disprezzo dei rappresentanti per coloro che pretendono di rappresentare».

Il dato politico su cui urge una riflessione è che i due maggiori partiti della sinistra, Ds e Margherita, hanno affossato l'amnistia. Al di là di adesioni individuali alla marcia e anche della partecipazione inaspettata del presidente D'Alema, i leader Ds ieri in aula hanno disertato lasciando campo libero al partito dei giudici. A guidare la posizione del gruppo sono stati Violante e Finocchiaro e ancora una volta, come non si verificava da parecchio tempo in modo così eclatante, i giudici con la loro cultura giustizialista si sono dimostrati padroni dei Ds. Non vogliono che gli siano sottratti gli attuali procedimenti perché costituiscono la loro fonte di potere politico, di ricatto nei confronti del sistema politico.

La cultura ancora dominante a sinistra dovrebbe preoccupare più che le astuzie del presidente Casini se s'intendono portare a sinistra le battaglie radicali.

Partendo proprio da quei dati che ci hanno giustamente scandalizzato occorre elaborare proposte che sanno andare al di là dell'amnistia e dell'indulto. 1) Circa 20 mila sono i detenuti in attesa di giudizio. E' da questi innocenti che bisogna partire e tornare alla scandalosa questione dei tempi di carcerazione preventiva. Un istituto di cui i magistrati abusano: una forma di potere illecito esercitato sull'imputato per supplire all'incapacità degli inquirenti di trovare prove a suo carico. 2) Migliaia i tossicodipendenti in carcere per piccolo spaccio o piccoli furti. Spaccio e furti causati interamente dal proibizionismo sulle droghe. Sciogliendo questi due nodi si può mettere mano in modo strutturale al problema del sovraffollamento delle carceri.

5 comments:

Anonymous said...

posto qui lo stesso commento che ho lasciato da Galileo.

1) L'amnistia non risolve il problema carcerario. Quindi, al massimo, è una misura tampone. E le misure tampone di solito non funzionano.

2) Ci vogliono più carceri, non meno carcerati. Questo è il punto da cui bisogna partire per risolvere il dilemma carcerario. Se ora scuotiamo i carceri, queste con il tempo si riempiranno nuovamente. E saremo al punto di prima.

3) La qualità della vita in carcere deve essere assicurata. Come deve anche essere assicurata la certezza della pena. Perchè manca una non può venire meno l'altra. Per me questo, ahimè, è il ragionamento alla base dell'amnistia: discorso buonista e moralista, dunque. Non certo liberale.

3) Uno stato liberale fa rispettare la legge. Non cancella le pene (con risultati, anche in termini di sicurezza, tutti da verificare).

Detto ciò: per me Pannella ha avuto la risposta che bisogna aspettarsi. Se alla vigilia delle elezioni tu suggerisci di riempire le strade di criminali, come minimo, quelle elezioni le perdi. Ha taglieggiato il Parlamento per ottenere una manovra che sicuramente gli avrebbe dato un ottimo palcoscenico, conscio però del fatto che difficilmente sarebbe stata votata.

Pannella fa dunque campagna elettorale per sè, e fa bene. Io francamente però avrei maggiore attenzione per la vita dei carcerati (vendere promesse non costa nulla, certo, ma un po' di premura non farebbe male).

In definitiva, credo che Pannella, accortosi del tracollo che lo attende alle elezioni, abbia deciso di cavalcare tutti i cavalli che girano. Come dire: tanto oramai, o la va o la spacca.

Dubito però che una strategia del genere possa avere successo.

aa

ps: strano che tu parli di DS e Margherita (Alleati dei Radicali) e non della CDL da cui i Radicali si sono invece distaccati. Fa riflettere...

JimMomo said...

1) Non c'entra che risolva o meno. E' però una "terapia del dolore". C'entra che ora lo Stato viola la legge imponendo al detenuto un aggravio della pena per le condizioni di vita in carcere. E' un delitto in corso da tempo e ancora in questo stesso momento e bisogna fermarlo subito.

2) Non ci vogliono più carceri. Si dice che se ne costruiranno 4 nuove per 1400 posti, non servirebbero. Occorre la riduzione drastica della carcerazione preventiva, un regime responsabile e avanzato di pena alternative, la legalizzazione delle droghe.

3) c'è un modo moralista e un modo liberale, quello dei radicali e di Pecorella (l'hai sentito in aula?), di proporre l'amnistia.

4) è l'indulto che cancella la pena, l'amnistia il reato. Comunque negli stati liberali lo strumento c'è eccome.

Riempire le strade di criminali? Suvvia che argomento rozzo, si possono studiare forme di amnistia che sono politiche che migliorano la sicurezza.

Anonymous said...

Mi sembrano argomenti un po' sbrigativi i tuoi.

C'è un uso eccessivo della carcerazione preventiva. Forse. Il suo ridimensionamento ridurrebbe il pienone delle pregioni. Dubito. Oltretutto: con quali effetti? Cioè, se per non riempire le prigioni dobbiamo tenere fuori i Fiorani, a me non piace molto come alternativa.

Droghe leggere: vero. Io legalizzerei anche quelle pesanti. Di qua a dire che i carceri si svuoterebbero mi sembra un po' eccessivo.

Cmq, sulla rozzezza dell'argomento (riempire le strade di criminali), sai: mi piace essere franco. :)

buon anno, aa.

Anonymous said...

Federico, il tuo post è lucidissimo, amaramente lucidissimo. Lo sottoscrivo in toto, e per me questa è solo la dimostrazione (nè la prima, nè l'ultima) del fatto che non si può pretendere di cambiare l'Unione. Non mi sento di condividere anche quando Andrea dice che serve "maggiore attenzione per la vita dei carcerati". Scusa Andrea, senza alcuna polemica e lo sai, ma questo (il blog di Federico, ma + in generale la casa radicale) è proprio il posto dove si ha da sempre questa attenzione. Ed è l'unico. E da troppo tempo. E senza demagogia, senza populismo, senza calcoli elettorali. Alla luce del sole.
Concludo, dicendo che se fossimo un paese serio mi aspetterei che da gennaio la settimana parlamentare iniziasse il lunedì mattina (il giorno dopo quello festivo, come festivo era questo 26 dicembre) alle 9.30, e non il martedì all'ora di pranzo. E lo stesso, lavorassero pure il venerdì, fino alle 19. Il riferimento a chi fatica non dovrebbe essere fatto con l'elastico.
Mixumb

Anonymous said...

Umberto: hai ragione.

Unica nota: sul calendario del Parlamento io non discuterei. Mi spiego: il parlamentare è uno che si ammazza dal lavoro. Togli le eccezioni, ma c'è gente che lavora veramente duro: da Pecorella a de Benedetti, tanto per fare due nomi. Westminster non lavora come uno stabilimento industriale: viene convocato molto raramente, il resto è demandato alle commissioni. Ciao, aa.