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Tuesday, December 06, 2005

Niente più gite ad Amsterdam?

Stento a crederci. Finché non lo vedo con i miei occhi non ci credo. Il governo olandese avrebbe deciso di chiudere i coffee shop. Dico avrebbe, perché la notizia è di seconda mano, anche se autorevole. Lo ha annunciato a Palermo Antonio Maria Costa, direttore esecutivo dell'Ufficio delle Nazione Unite contro la droga e il crimine. Rileggo più volte prima di scrivere questo post. Controllo tutto il pomeriggio se per caso Corriere.it non abbia ritirato la notizia (falsa e tendenziosa). Macché. Ritirata no, ma corretta sì: arriva infatti la smentita del governo olandese, possiamo tirare un sospiro di sollievo. Dunque non di una notizia si trattava, ma di una indebita ingerenza: insomma, il signor Costa c'ha provato. Ma la legislazione olandese rimane sotto attacco.

Davvero in pochi casi politiche che si siano dimostrate così inefficaci nel tempo sono riuscite non solo a perpetuarsi, ma persino a intensificarsi ed estendersi come le politiche proibizioniste sulle droghe. Non so darmene una spiegazione. Viviamo davvero in tempi in cui le libertà individuali si restringono sempre più?

Anche la posizione dei radicali si è fatta via via, e forse comprensibilmente, più pragmatica. Contro la droga la politica più efficace è l'antiproibizionismo. Ma - appunto e beninteso - contro e politica efficace. Ma chi ci dice che ci dev'essere per forza una politica contro la droga? Cioè che induca la gente a non drogarsi? Non sarebbero comunque tempo, energie e risorse sprecate? Si è un po' perso per strada il principio radicalmente libertario per cui è inammissibile che lo stato persegua un comportamento individuale che non danneggi la vita, la libertà o la proprietà altrui. Di tutta evidenza l'allarme sociale provocato dall'uso di droghe è meramente indiretto, causato cioè dal proibizionismo che costringe i tossicodipendenti a delinquere e ingrassa la criminalità organizzata transnazionale. Come molte altre sostanze che l'uomo usa ingerire o introdurre nel proprio corpo la quantità e la qualità delle dosi determinano il delicato equilibrio tra effetti positivi e negativi. Ma gli effetti positivi delle droghe è inutile negarli.

Qualsiasi politica nei confronti delle droghe dovrebbe partire dalla semplice constatazione che è letteralmente impossibile per lo Stato impedire a un libero cittadino di ingerire o introdurre nel proprio corpo qualsivoglia sostanza. Qualsiasi politica richiederebbe una sproporzione di mezzi e risorse senza potersi mai scoprire davvero efficace. Un compito tanto arduo da suggerire di soprassedere.

Ancora una volta dovrebbe valere il binomio libertà/responsabilità: sono libero di spararmi le canne che voglio e farmi da mattina a sera, ma se le mie azioni danneggiano gli altri allora sono guai seri. Dovrebbe funzionare così per tutte le cose. Si parte dal danno arrecato. Senza danno non c'è reato. Massima libertà, massima responsabilità. Liberalizzare commerci, professioni e tutto il resto, sapendo che però si sarà chiamati a rispondere in modo implacabile dei danni arrecati agli altri. E se guidando l'auto sotto l'effetto di una striscia di coca investo qualcuno, questa sarà un'aggravante, non un'attenuante.

2 comments:

Anonymous said...

Il proibizionismo ha fallito, su questo non ci sono dubbi, ma il libertarismo non se la passa meglio. Un solo appunto: il drogato danneggia anche la mia libertà e proprietà perché quando va a farsi curare lo fa anche a spese mie e, se permetti, preferirei fosse possibile che i miei soldi venissero spesi in un'altra maniera, ma è ovvio che se uno si droga non lo si può abbandonare.

JimMomo said...

E' interessante il tuo approccio. E' anche il mio su questi problemi. Però se vedi meglio ti accorgi che tu non sei più proprietario dei soldi spesi per le cure di un tossicodipendente.

Certo, chi li spende ne deve rendere conto e quella spesa dev'essere frutto di una scelta politica democraticamente presa. Con ciò non puoi proibirmi di drogarmi solo perché lo Stato è disposto a curarmi anche con i tuoi soldi. Va' dallo Stato e digli che sei contrario a questo tipo di spese. Non la mia scelta ti danneggia, ma semmai quella dello Stato.

Per quanto mi riguarda un finanziamento non eccessivo alle cure dei tossicodipendenti è un prezzo che pagherei volentieri per vedere ridotti drasticamente scippi e piccole rapine che fanno grande allarme sociale e per vedere diminuire gli incassi delle mafie.