Con oggi sono due anni. L'impressione che si ricava dall'intervista a Gianni Alemanno su Il Messaggero è che il sindaco ex An si prepari a passare all'incasso dopo la lealtà a Berlusconi nello scontro con Fini. Il conto è salato: lo pagheranno i romani e non solo. Contributi strutturali dal governo per 500 milioni di euro l'anno da oggi al 2046 (!) per ripianare il debito (pregresso, bisogna dirlo). E il bilancio slitta a luglio in attesa di incassare l'assegno. Ma anche «maggiore coinvolgimento della Regione e qualche sacrificio anche da parte dei cittadini» (adeguamento delle tariffe alle medie nazionali e - si promette - anche degli standard dei servizi). Il «banco di prova» su cui si chiede al governo di dimostrare «di non essere schiacciato sulle posizioni leghiste» come al solito è quello della spesa: sborsare soldi per ripianare i buchi di bilancio degli enti locali del centrosud. In questo senso Alemanno è molto 'finiano'.
E' ovvio che dato il debito pregresso, qualcosa il governo deve metterci, ma prima di chiedere soldi al governo e ai romani, tra precari stabilizzati e nuovi concorsi banditi, Alemanno ha dimostrato almeno la buona volontà con qualche taglio strutturale alla spesa? Nell'intervista non se ne fa cenno. In attesa delle nuove metropolitane, del piano buche (50 milioni di euro più contributi straordinari dal Cipe), di miglioramenti concreti su pulizia e rifiuti, e dei 1.085 posti in più negli asili nido, l'unica cosa su cui devo dire - da cittadino - ho notato una differenza è sui nomadi: se ne vedono meno aggirarsi come avvoltoi nelle strade, meno ai semafori, e alcune baraccopoli non ci sono più. Il sindaco rivendica lo sgombero di 260 micro accampamenti abusivi, oltre che del Casilino 900, e una diminuzione dei reati dai 225 mila del 2007 ai 166 mila del 2009. Per il resto, tutto sembra fermo in attesa dei 500 milioni del governo. Poi, non ci saranno più alibi.
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