Monito severo e rigoroso quello del presidente Napolitano alla magistratura, che attraversa oggi una «crisi di fiducia» nel Paese che, avverte, non deriva solo dal cattivo funzionamento della giustizia, ma anche dall'«incrinarsi della sua immagine e del suo prestigio». «Per recuperare l'apprezzamento e il sostegno dei cittadini» deve fare «autocritica», sarà un «percorso non facile, al quale può darsi positivo inizio se si stemperano le esasperazioni e le contrapposizioni polemiche che da anni caratterizzano il nodo, delicato e critico, dei rapporti tra politica e giustizia».
Napolitano parlava ai giovani magistrati che iniziano oggi il loro tirocinio, ai quali ha voluto quindi offrire i suoi consigli e le sue riflessioni. Ma sono messaggi diretti più che altro ai loro colleghi più anziani: «Fate attenzione a non cedere a esposizioni mediatiche o a sentirvi investiti, come ho detto più volte in questi anni, di missioni improprie e esorbitanti, oppure ancora a indulgere ad atteggiamenti impropriamente protagonistici e personalistici che possono offuscare e mettere in discussione l'imparzialità dei singoli magistrati, dell'ufficio giudiziario cui appartengono, della magistratura in generale. Quella del magistrato - ha ricordato - è una funzione che esige equilibrio, serenità e sobrietà di comportamenti». Perfetto, non c'è da aggiungere altro: esposizioni mediatiche, personalismi e missioni improprie ledono l'imparzialità dei singoli e dell'ordine intero.
Autonomia e indipendenza della magistratura «si difendono tutelando i magistrati dai comportamenti che creano nei loro confronti un clima di ingiusta delegittimazione ma anche adottando risoluzioni consapevoli», come quella - che sarà definita domani dal Csm - in cui si prende atto «dell'oggettiva confusione dei ruoli che può discendere dalla circostanza che il magistrato si proponga per incarichi politici nella sede in cui ha esercitato le sue funzioni». Né, ha aggunto Napolitano, «vanno assecondate chiusure corporative, dissimulate insufficienze professionali, tollerati casi gravi di inerzia o cattiva conduzione degli uffici». Si crea a volte un clima di «ingiusta delegittimazione» della magistratura, ma causato, ha voluto dire il capo dello Stato, da comportamenti di alcuni magistrati da cui tutti gli altri vanno tutelati.
2 comments:
autonomia ed indipendenza.
ok.
ma che fine ha fatto l'imparzialità?!?
ora, io sono nessuno ma è ora che tutti quanti ci ricordassimo, soprattutto i diretti interessati, che i primi 2 requisiti sono dettati a salvaguardia dei magistrati, il terzo, invece, è a beneficio di quanti...la gggente...avessero la sventura di incappare nelle maglie della "giustizia".
ed infatti, siccome non riguarda i magistrati, essi sono i primi a dimenticare questo 3° requisito senza il quale, tutta l'azione giudiziaria rischia di risolversi in un bluff.
qualcuno glielo ricordi...
io ero tzunami
napolitano chieda piuttosto scusa a Nuzi, Verasani, Apicella e De Magistris
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