Come sospettavo, l'obiezione circolata di non penalizzare le Regioni "virtuose" con tagli lineari ai trasferimenti era la cortina fumogena dietro cui in realtà si celava un più banale tentativo di ridiscutere l'entità complessiva dei tagli, e non pochi osservatori - da quelli orientati contro il governo ai più attenti e obiettivi - hanno abboccato in pieno. In Commissione Bilancio infatti è stato presentato dal relatore un emendamento che, confermato il taglio per 8,5 miliardi di euro, introduce un sistema di flessibilità. Prevede che sia la Conferenza Stato-Regioni a decidere, entro tre mesi dall'entrata in vigore della manovra, con quali criteri saranno adottati i tagli. Criteri che verrebbero poi recepiti per decreto. Se lo vorranno davvero, dunque, e se troveranno un accordo tra di loro, i governatori potranno far pesare i sacrifici della manovra in modo più lieve sulle Regioni più "virtuose" e più gravoso su quelle "viziose". Se però la Conferenza Stato-Regioni non stabilirà i criteri entro i tre mesi indicati, allora sarà il governo a fissare le regole. Ragionevole, no?
Eppure, nonostante questo, la «frattura» con il governo rimane, a sentire Errani e Formigoni, che non sembrano intenzionati a demordere. Bisogna quindi dedurre che le motivazioni erano altre: non si vuole ridurre la spesa. E in particolare Formigoni, che potrebbe cominciare a tagliare il "contributo" regionale di 234 mila euro al Meeting di CL, sospettiamo che voglia molto demagogicamente approfittare della situazione per guadagnarci soprattutto un po' di visibilità personale. Alla Fini, per intenderci.
Tutto questo ci conferma che a parte le pressioni di Confindustria, che pare sia riuscita a far cancellare norme di autentica barbarie fiscale, tutte le altre sono volte ad "annacquare" la manovra laddove piuttosto andrebbe rafforzata. Cari liberali sui blog e sui giornali, possiamo discettare quanto vogliamo, ma l'amara realtà è che questa manovra può essere solo difesa, Tremonti è la diga, rotta la quale non ci sarebbero meno tasse, meno spesa, più mercato, ma ahimé l'esatto contrario. Nessuno, né nell'opposizione, né nella maggioranza, né nel governo, né le Regioni né gli Enti locali, né le "forze sociali". Insomma, nessuno che abbia una qualche reale influenza invoca tagli più coraggiosi, riforme strutturali, meno tasse o roba del genere. Tutti sono, ciascuno per ciò che lo riguarda, scontenti dei tagli che già ci sono e tenta di attenuarli. E' una situazione che va tenuta presente quando si prende posizione politicamente sulla manovra e sul ministro dell'Economia. Tremonti non mi-ci piace, ma quali sono le reali alternative?
4 comments:
io mi domando solo perchè agli enti locali siano stati tagliati complessivamente il 14% delle risorse, perchè agli enti di ricerca addirittura il 50% destinato alle apparecchiature ed agli stipendi dei precari e perchè le spese del governo e del parlamento rinunciano all'1,6% delle risorse?
con la controtendenza della presidenza del consiglio che ha aumentato il proprio budget?
e annamo su...che se ne vadano a casa!!
ma davvero pensi che con Tremonti ci siano "meno tasse, meno spesa, più mercato"... in che nazione vivi?
E tu che ti fumi?
Ho scritto altro, poi sei libero di travisare, se ti diverti così
veramente non fumo, scrivi "Cari liberali sui blog e sui giornali, possiamo discettare quanto vogliamo, ma l'amara realtà è che questa manovra può essere solo difesa, Tremonti è la diga, rotta la quale non ci sarebbero meno tasse, meno spesa, più mercato, ma ahimé l'esatto contrario."
A me pare che con Tremonti per ora abbiamo avuto solo tagli, più tasse e molto meno mercato.
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