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Monday, April 18, 2011

Difesa da casta

Era prevedibile. Chi tocca i fili della corrente rimane fulminato. Stessa sorte tocca a chi osa mettere in discussione i magistrati e il loro operato. Gli stessi magistrati che "assolvono" chi lancia oggetti contro il premier mettono sotto inchiesta Lassini e altre due persone per «vilipendio dell'ordine giudiziario». Sotto accusa non solo per il manifesto "Via le Br dalle Procure", ma anche per un altro, molto ma molto più innocuo: "Toghe rosse. Ingiustizia per tutti". Premessa d'obbligo: qui è totale la condanna della violenza verbale, da qualsiasi parte provenga, perché anche al di là delle intenzioni dell'autore rischia di armare la mano di qualche folle (com'è già capitato, per altro). E' senz'altro il caso del manifesto "Via le Br dalle Procure", indegno nell'accostare i magistrati a dei brutali assassini. Ben diverso sarebbe stato argomentare che certe iniziative di certi pm sembrano avere come scopo il sovvertimento della volontà popolare.

Tuttavia, non si può non constatare come i magistrati - soprattutto quelli di Milano ma non solo - siano in malafede, perché dimostrano di intervenire solo quando vogliono, per tutelare chi vogliono (cioè solo loro stessi), e sempre contro esponenti della stessa parte politica. Quanti se ne vedono nelle nostre città di manifesti infamanti, violenti, su Berlusconi? Quante volte il suo nome viene accostato a quello di mafiosi e feroci dittatori, nonché alle peggiori nefandezze? Non è stato forse definito «assassino» di recente il ministro Maroni? E quanti gruppi su Facebook, con nomi e cognomi dei membri, inneggiano e istigano esplicitamente alla violenza, addirittura all'omicidio? La settimana scorsa su un giornale - il manifesto - è persino comparso un esplicito appello al golpe firmato dal professor Asor Rosa, che nel suo delirio dava per scontato che carabinieri e polizia di Stato fossero disponibili ad usare la loro forza per sospendere la democrazia. Non è forse "vilipendio" anche questo?

Ebbene nessuno di questi odiatori e istigatori alla violenza di professione, spesso con nome e cognome, risulta sotto inchiesta. In questo Paese si possono impunemente insultare, aggredire (non solo verbalmente), il presidente del Consiglio, il suo partito, i suoi sostenitori e i giornalisti di centrodestra. Persino istigare pubblicamente alla violenza contro di essi è permesso. E qualcuno ha pensato bene di passare dalle parole ai fatti. Ma appena si apre il becco su qualcun altro, ecco scattare implacabile la mannaia della censura politica e della repressione giudiziaria.

Tra l'altro, per tutelare la propria onorabilità dalla menzogna i magistrati di Milano avrebbero potuto esercitare - come qualsiasi cittadino - il loro diritto alla querela, invece di rispolverare un discutibile reato d'opinione per difendersi come una "casta" di potere. Come Berlusconi si vede spesso costretto a querelare chi gli dà del mafioso, così per una volta avrebbero potuto querelare chi li ha accostati alle Br.

2 comments:

Anonymous said...

un bel chiagni e fotti, 'sto post

Jean Lafitte said...

@E' senz'altro il caso del manifesto "Via le Br dalle Procure", indegno nell'accostare i magistrati a dei brutali assassini. Ben diverso sarebbe stato argomentare che certe iniziative di certi pm sembrano avere come scopo il sovvertimento della volontà popolare.

quale volontà popolare? ma di che parli? i magistrati cercano proprio di realizzare proprio la volontà popolare ovvero in soldoni :"i ladri in galera".



@Tuttavia, non si può non constatare come i magistrati - soprattutto quelli di Milano ma non solo - siano in malafede, perché dimostrano di intervenire solo quando vogliono, per tutelare chi vogliono (cioè solo loro stessi), e sempre contro esponenti della stessa parte politica.

Del Turco già dimenticato? Bassolino? Tedesco? il finiano Sottile? quante idiozie che scrivi.


@"Quanti se ne vedono nelle nostre città di manifesti infamanti, violenti, su Berlusconi? Quante volte il suo nome viene accostato a quello di mafiosi e feroci dittatori, nonché alle peggiori nefandezze? "

è la sua biografia che lo vede al fianco di mafiosi e feroci dittatori, non è un invenzione dei "comunisti".

@Non è stato forse definito «assassino» di recente il ministro Maroni?

perchè, non lo è?


@E quanti gruppi su Facebook, con nomi e cognomi dei membri, inneggiano e istigano esplicitamente alla violenza, addirittura all'omicidio?

ah, quella non è volontà popolare. la volontà popolare è buona a targhe alterne.

"La settimana scorsa su un giornale - il manifesto - è persino comparso un esplicito appello al golpe firmato dal professor Asor Rosa, che nel suo delirio dava per scontato che carabinieri e polizia di Stato fossero disponibili ad usare la loro forza per sospendere la democrazia. "

non per sospendere la democrazia, ma per ripristinarla. è cosa ben diversa.