La finestra di fronte, di Ferzan Ozpetek
L'ho visto ieri sera al cinema. Certamente superiore a 'Le fate ignoranti', un film eccezionale, fuori dal comune, completo, anche «delicato», come dice Adriano, ma soprattutto, ed è ormai cosa rara, che ci arricchisce di un'umanità sincera. Un Massimo Girotti semplicemente, credetemi, da Oscar, un vecchio depresso e tormentato, con vuoti di memoria, la cui identità rappresenta un'enigma per Giovanna (la Mezzogiorno, molto brava) e il marito, che vi si imbattono e se ne prendono cura. Ma il casuale incontro rappresenterà una svolta nella vita della giovane Giovanna, madre di due figli, impiegata come contabile in una polleria industriale, sposata da nove anni con Filippo, che ha un lavoro saltuario. Privi di tranquillità economica, vivono in un modesto condominio di un quartiere popolare di Roma, un matrimonio stanco, intrappolato nelle difficoltà quotidiane. Giovanna si è indurita, spia dalla finestra (di fronte) il giovane e avvenente dirimpettaio, il bancario Lorenzo (Bova).
Tutto si svolge attorno ai tre rapporti che Giovanna vive: con il marito, con il vecchio Simone, con Lorenzo. La memoria, i sentimenti, il destino, la speranza faranno il resto. Nulla di scontato però, davvero nulla.
Originali, emozionanti, impeccabili le scelte della regia, che ci coinvolgono delicatamente in tessuti di vita semplici, ma di grande spessore umano.
Un voto? Evviva, 9, per una volta (mezzo punto in più perché è un film italiano, il più bello degli ultimi anni... altro che Muccino).
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