Rumsfeld a Bruxelles, nella «vecchia Europa»
«Nel mondo non c'è più memoria, purtroppo. Sono stato nella Corea del Sud. Una giovane giornalista di una quarantina d’anni, una brava e informata signora che fa il suo mestiere in un paese libero, mi ha chiesto: ma perché i giovani sudcoreani dovrebbero rischiare la pelle con voi in Iraq? Avevo appena sostato, nel corso di una cerimonia, davanti a una stele in ricordo dei caduti della guerra di Corea, dove c'era il nome di un mio compagno di scuola. Le ho risposto. Questa domanda me l'avrebbe dovuta porre un giornalista americano quando il mio compagno di scuola venne in Corea a rischiare la sua pelle. Guardi dalla finestra, signora, guardi a Seul quanta elettricità, quanta energia, quanta luce di un paese prospero e libero. Sa che cosa si vede al Nord, nel paese di Kim, dal satellite? Le mostrerò la foto: è tutto buio, tutto nero». Donald Rumsfeld
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