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Tuesday, August 30, 2005

L'aborto e il pensiero liberale

Pinocchio è un blogger che si documenta e in questo post ci regala una carrellata di pensiero liberale sul dibattuto tema dell'aborto. Chiaramente JimMomo è persuaso dalle argomentazioni di Murray Rothbard e Ayn Rand. Vorrei soffermarmi in particolare su un paio di passaggi.
«Queste zone grigie non sono però il frutto di una carenza teorica del liberalismo, né della sua inapplicabilità pratica. Esse esistono semplicemente perché non sono stati chiaramente definiti a priori i diritti di proprietà di ciascuno».
Certo, altro che «carenza teorica» e «inapplicabilità pratica»! Direi che queste «zone grigie» sussistono poiché per definizione il liberalismo è una teoria che tollera la contraddizione, persino il disordine, anzi li include. Non pretende di fornire della realtà, riducendone l'irriducibile complessità, uno schema interpretativo sistemico, sul quale fondare un ordine coerente e perfetto, che di fatto la storia ha dimostrato essere utopistico. Tale tolleranza delle contraddizioni è per i critici del liberalismo la sua debolezza, la «carenza teorica» e l'«inapplicabilità pratica», ma appunto, essi, alla continua ricerca di fondamenti morali e ideologici, finiscono per porsi al di fuori della teoria liberale.
«La convinzione profonda della relatività dell'esistenza umana e dei suoi ordinamenti, della loro natura aperta e contraddittoria, cui soltanto la forma della democrazia riesce in una certa misura a corrispondere, esige una maturità politica che viene continuamente messa in pericolo, anche se oggi la teoria, a differenza di allora, conosce il carattere illusorio delle utopie della verità perfetta e degli ordinamenti perfetti... "Nessun sistema in grado di distinguere rigorosamente tra verità e falsità può essere insieme coerente e completo". La democrazia non lo è certamente; ma essa può distinguere, tollerare la contraddizione: ed è per questo che è allo stesso tempo insostituibile e sempre in pericolo». Karl Dietrich Bracher
«In fondo il feto non decide di esistere né di svilupparsi. Altri decidono per lui, tanto da definire a priori sia chi sarà la madre, sia il luogo di nascita, sia le condizioni economico-sociali in cui verrà al mondo il futuro neonato. Ci si potrebbe spingere ad affermare che il feto è vittima di una forma di violenza, della coercizione di esistere. Il feto non può autonomamente rifiutarsi di svilupparsi e di nascere. Ciò non è sufficiente per chiedere alla madre di assumersi la responsabilità dei propri atti e quindi di fare del feto un bambino?»
Responsabilità, dunque. Doveri dei genitori sì, decisamente sì, sono favorevole a parlare di doveri nei confronti di embrioni, feti, nascituri. No, non sono d'accordo a parlare di diritti dell'embrione, del feto, del nascituro. Un nodo da sciogliere, per derimere la preminente questione di chi sia "soggetto di diritti" è la possibilità che queste forme di vita siano capaci o meno di vivere autonomamente dal corpo che le ospita. Attenzione però, non intendo escludere gli stati, di coma o handicap, per cui la vita non è autonoma ma legata a un aiuto esterno, umano o artificiale. Né lo stato di crioconservazione degli embrioni può essere ritenuto capacità di vita autonoma. Mi riferisco invece al necessario completamento organico di quelle forme di vita fino all'atto spesso trascurato della nascita, l'unico che davvero sembra rompere quel continuum di sviluppo dall'embrione alla persona "soggetto di diritti".

UPDATE: In questa ottica, se pensiamo ai progressi della medicina, sempre più in grado di portare artificialmente a maturità (con nascita prematura) feti di 7 o meno mesi, un modo pragmatico per aggiornare le legislazioni che legalizzano l'aborto potrebbe essere quello (persino il laicista Pannella si è espresso sul tema) di abbassare i limiti temporali entro cui è possibile abortire. In Gran Bretagna, per esempio, dove la legge permette di abortire fino alla 24esima settimana, il 58% degli intervistati da un sondaggio realizzato da YouGov per il quotidiano Daily Telegraph si è dichiarato favorevole a portare il limite a 20 settimane.

4 comments:

Anonymous said...

Ciao Jimmomo ho letto con molto interesse il post di Pinochhio, volevo chiederti una precisazione relativa al tuo commento da lui. Tu scrivi "Contemporaneamente diffondendo la RU496, la pillola del giorno dopo." A me non risulta che la RU496 sia la pillola del giorno dopo, tu cosa intendevi dire? Grazie

Leggerti è sempre molto interessante.
Buona giornata,Esteban

JimMomo said...

Le due cose volevano essere in elenco, ma per mio difetto la seconda sembra una specificazione della prima. Mi rendo conto poi di un altro mio errore materiale. La pillola non è RU496, ma 486, detta "del mese dopo".
ciao e grazie

Anonymous said...

Immaginavo che fosse un elenco: ho avuto una piccola discussione con una blogger a proposito e sapevo che sull'argomento non potevi essere impreparato. Si in effetti è la RU486, anche nelle migliori famiglie succede di sbagliare a digitare.
Grazie e scusa per la mia "noiosa" richiesta.

Anonymous said...

Ciao JimMomo,
sono rientrato solo oggi da alcuni giorni all'estero. Volevo ringraziarti per il commento e per la contro-analisi. Personalmente non ho ancora risolto questo problema etico. Pur comprendendone gli argomenti, faccio una certa fatica a fare definitivamente il salto e a condividere la tua opinione. Ho come un macigno sulla coscienza...
Buona serata
Pinocchio