Invece, quando Pera tira in ballo temi controversi (bioetica, famiglia, etc.), si capisce che il fondamento a cui pensa è una Morale, una Religione. Lo Stato liberale permette a ciascuno di vivere osservando le proprie. E' in irriducibile contraddizione con qualsiasi pretesa, confessionale o ideologica, di monopolizzare l'etica pubblica, negando pari dignità morale ad altre visioni morali della vita. Chiaramente ogni decisione politica rappresenta un'opzione morale, ma essa è, e rimane, esperienza del singolo, mentre il diritto deve limitarsi a un minimo etico all'interno della società. Non vuol dire indifferenza a principi e valori, ma rinunciare all'uso autoritario del diritto, individuare i suoi limiti e la dimensione propria dell'etica.
Non assumere come propria la visione morale della vita di Pera o di Ratzinger, non significa agire al di fuori di un rispettabile sistema di valori, di una visione altrettanto morale.
Invece, negando ogni moralità a deliberazioni che, per quanto discutibili, Parlamenti democratici hanno preso o stanno per prendere, Pera dipinge un quadro disumanizzato dell'avversario politico, cui viene attribuita addirittura la colpa di una presunta "decadenza morale" dell'Occidente. Se fossi ebreo non mi suonerebbe nuova questa accusa, ben poco "occidentale" e assai più simile a quella dei jihadisti. In particolare, laddove viene operata una saldatura fra mobilitazione su temi sociali e di costume e risposta alla minaccia fondamentalista. Che essere a favore del matrimonio fra omosessuali possa essere una posizione non condivisa è ok, ma addirittura per questo essere additati come cause del declino morale dell'occidente, e quindi della sua sconfitta nella guerra al terrorismo, mi sembra intollerabile.
Scrive Tocqueville che mentre in Europa «lo spirito di religione e lo spirito di libertà» procedevano «in senso contrario», negli Stati Uniti «regnavano intimamente uniti». Non vi fu dall'inizio alcuna fede religiosa contraria alle istituzioni democratiche, mentre a lungo in Europa vi fu l'opposizione cattolica nei confronti delle teorie e delle istituzioni liberali e democratiche. In Europa la lotta per il potere tra Papa e Imperatore durò secoli. Fin dalle origini, in America, politica e religione «furono d'accordo, e non cessano di esserlo, sulla separazione delle rispettive autorità». Ecco le radici di un cristianesimo «democratico e repubblicano».
Eppure, nonostante "radici cristiane" fonti di un rapporto assai meno controverso fra Chiesa e Stato, a esse non v'è alcun richiamo nei testi costituzionali Usa. Non per questo oseremmo sostenere che gli Stati Uniti abbiano smarrito la propria identità. Il "Creator" della Dichiarazione di Indipendenza è aconfessionale e addirittura deista. Benedetto Croce affermò che «non possiamo non dirci cristiani», ma in tempi in cui nel linguaggio comune il termine "cristiano" veniva percepito in modo ben distinto dal termine "cattolico" - a indicare cioè prevalentemente il mondo della Riforma - mentre oggi a molti conviene confondere. E il problema dell'Europa non è il richiamo alle "radici cristiane" nella sua costituzione, ma la secolarizzazione dell'islam europeo.
Ciò che dobbiamo difendere non è, o non è solo, la nostra identità di occidentali, quindi fatta delle famose radici giudaico-cristiane, o greco-romane, o illuministe (dibattito assai inutile). E gli altri? Tutte le altre culture, le altre civiltà? Sono fuori? Cosa ne facciamo? Le regaliamo al fondamentalismo? Come vittime o come complici? Dev'essere chiaro al mondo che l'occidente combatte il terrorismo non perché è anti-cristiano, ma per difendere principi che riteniamo universali:
«WE hold these Truths to be self-evident, that all Men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the Pursuit of Happiness...».Ciò che dobbiamo difendere non è, o non è solo, la nostra civiltà, come se le altre, a cominciare da quella islamica, non meritino di vivere, ma è un modello di convivenza basato sulla libertà individuale e sulla democrazia, è un sistema di governo basato sulla separazione dei poteri, lo stato di diritto, la laicità dello Stato. Diritti soggettivi storicamente acquisiti per ogni essere umano. Sono insomma, principi che o sono universali, affermati ed esercitati come tali, o non sono.
Se crediamo che i nemici siano gli islamo-fascisti, dobbiamo chiederci se la guerra contro gli occidente-fascisti fu o no uno scontro fra due civiltà, o piuttosto interno a una civiltà. Come allora lo scontro è innanzitutto interno a un mondo, oggi quello arabo-musulmano. Lo scontro vero è trasversale a tutte le civiltà. Fra alcuni valori che sono universali, e non appartengono a una sola civiltà, e un'ideologia politica il cui fine è l'oppressione e lo sterminio. La Germania di Hitler aveva forse cessato di essere "occidente"? O non era, piuttosto, una versione di occidente che avrebbe potuto prevalere? La lettura dello scontro di civiltà proprio non regge alla prova dei fatti.
Ma sulla questione identità, radici, Occidente, Europa e Islam, vi rimando a un prossimo articolo.
15 comments:
Soprattutto dobbiamo capire che nessun arsenale, nessun'arma negli arsenali del mondo, è così formidabile come la volontà e il coraggio morale degli uomini e delle donne liberi. E' un'arma che i nostri avversari nel mondo di oggi non hanno.
Ronald Reagan
Ciao Jim... Io ho trovato il discorso di Pera meraviglioso... ma si sa... su queste cose non si va d'accordo.
Credo però che alla tua teoria manchi sempre l'anello di chiusura: ci sono valori migliori di altri o no?
Ciao!
Ma Pera quando parla di valori di riferimento e guarda alla religione, pensa sicuramente al modello statunitense. Concordo con Robinik: a mio avviso i valori di tolleranza, libertà ed eguaglianza che ci sono in Occidente (anche grazie al Cristianesimo) sono superiori ad altri valori che promuovono mostruosità in giro per il momndo. A mio avviso la società occidentale è superiore alle altre. E con essa i suoi valori di riferimento. GM
Per quanto possa essere d'accordo sul fatto che il Cristianesimo sia meno dannoso allo sviluppo della liberta' rispetto ad altre religioni, nonche' sulla superiorita' della societa' occidentale da moltissimi punti di vista, credo sia utile notare che molte delle sue conquiste liberali sono avvenute in opposizione alle strutture ecclesiastiche o sfruttando le ostilita' reciproche fra confessioni contrapposte, per fondare un compromesso basato sulla toolleranza. E non solo qui in Italia, ma anche nel mondo anglosassone: ricordiamoci che GLi USA sono nella felice condizione in cui si trovano anche perche' la classe dirigente che scrisse la Costituzione non era certo composta di cristiani ortodossi, ma da deisti e Massoni (tanto da far nascere un robusto partito anti-massone), che impedirono alle chiese cristiane, primi fra tutti i teocrati del Massachussets, di imporre restrizioni alla liberta' simili a quelle presenti in molte delle ex-colonie. L'armoniosa convivenza di liberta' e religione implica una versione del cristianesimo e della religione in generale non e' stato quindi un fenomeno del tutto spontaneo nemmeno nel piu' favorevole dei climi; anche oggi, avrei qualche perplessita' a ritenere che ogni cristiano sia per definizione amico della liberta'. E temo ch ePera stia cedendo proprio su questo punto.
La frase di Reagan è stata per molto tempo come citazione sul mio blog.
La tua domanda è imbarazzante Rob. Mi stai chiedendo se io consideri i valori di libertà e democracia migliori di quelli propugnati da Bin Laden e gli ayatollah iraniani? La nostra civiltà sarebbe superiore a quella di Bin Laden? E' ridicolo solo pensare che esista una "civiltà fondamentalista". E' un'ideologia politica, non una civiltà né una religione.
Che senso avrebbe, se invece è questo ciò che intendi, affermare che la civiltà occidentale è superiore a quella islamica? Non ha forse prodotto, e continua a produrli, fascismi e comunismi? Siamo chiamati a costruire la nostra identità con le nostre scelte, non a dichiararci superiori. Dichiararci superiori automaticamente esclude in modo razzistico la possibilità che libertà e democrazia vivano in tutte le civiltà, compresa quella islamica.
La cosa interessante è che Pera l'altra sera lo ha spiegato chiaramente: quei valori di libertà e democrazia non bastano a se stessi. Ci vuole un fondamento morale o religioso. Riascolta il suo discorso. Ecco, io credo che invece bastino.
In effetti Pera sembra voler incamminarsi in un percorso in cui la fede diviene la matrice e la fonte di legittimazione della morale, anche di quella laica. Pur avendo assoluto rispetto per la persona e l'intellettuale, oltre che per la fede cristiana, questo punto mi lascia perplesso. Poi, sono d'accordo con Falkenberg: l'aspirazione alla parita' femminile e ad altri valori "laici" sono figli della tanto esecrata "epoca dei Lumi", o della morale cattolica ufficiale, che originariamente non appariva esattamente percorsa da vibranti correnti di umanesimo? Sono d'accordo con Montanelli e Fallaci: il messaggio di Cristo ha in se' una forza filosofica ed "umanistica", prima ancora che religiosa, che credo non abbia pari nella storia del pensiero, e che anche chi si dice ateo dovrebbe riconoscere (sempre in termini filosofici), ma resta da distinguere la vitalità della fede con i precetti ed i dogmatismi delle gerarchie religiose.
vedi jim, te vuoi fare il relativista a tutti i costi e ti accorgi che il ragionamento che fai va in cortocircuito, infatti sei costretto a declassare bin laden al rango di non civiltà.
il fatto è che Pera non si scagli acontro il relativismo culturale che è l'anima del liberalismo, ma contro il il relativismo morale in base al quale tutto è giusto in funzione delle forze storiche che lo provocano.
In questo schema verrebbero giustificate anche schiavitù, olocausto, regime talebano ecc...
giustificate in base al fatto che sono costumi culturali.
Io non credo che questo relativismo sia così diffuso, però qualche segnale preoccupante in stile Forleo oppure qualche relativismo a senso unico del tipo: "non cantiamo le canzoni con la parola gesù sennò il bambino musulmano piange e poi ci facciamo insegnare una bella preghiera dal bambino in questione e preghiamo verso la mecca perchè tanto siamo tutti figli dello stesso Dio ecc.. ecc..." lo vedo.
Ma allora qual'è il limite, il solco oltre il quale il relativismo non può andare?
Quello liberale: la libertà individuale termina dove opprime quella del prossimo, che poi è un'interperetazione del detto giudeocristiano di non fare al prossimo ciò che non si vuole sia fatto a noi.
Scusate, dove posso trovare 'sto discorso di Pera?
Armando
audio:
http://www-
5.radioradicale.it/servlet/VideoPu
blisher?
cmd=segnalaGoNew&livello=s7.2.2&fi
le=uni_punzi_0_20050822145433.txt
testo:
http://www.senato.it/presidente/21
572/21575/56671/composizioneattopr
esidente.htm
Caro Federico,
intervengo su questo post con no poco imbarazzo. ma tu frequenti abitualmente le persone che sono intervenute con questi commenti? ci esci a cena, oppure le hai soltanto mai viste in faccia? spero di no sinceramente, so che sei un ragazzo per bene, la tua risposta nel commento mi è piaciuta molto, per questo ti ho apprezzato e sono intervenuto.
dico solo una cosa: mi vergogno di far parte della razza umana, leggendo commenti di gente come robinik, mariniello (ma chi è?), astrolabio (porco zio, astrolabio): gente così 60 anni fa avrebbe militato nelle SS, oggi sproloquiano sui blog, sono diventati degli opinionisti, sono stati sdoganati proprio da nazisti camuffati da intellettuali come ferrara, quella frociona di gianna badget bozza, e famose ne pera...
sono sinceramente sconvolto, e concludo affermando che il presidente del senato ha detto cose al limite del reato... e credo che debba stare a attento lui, perché è lui che sta scherzando con il fuoco, anche perché nessuno c'ha più paura dei crociati nel mondo, per fortuna!
Caro adriano,
se fossi un relativista morale ti direi,
"milititato nelle SS? E che diritto hai di criticarmi visto che all'epoca rispondevano alla logica di un'ideologia che un popolo, in un certo momento storico, ha ritenuto dovesse essere la propria guida spirituale e ha seguito con entusiasmo."
Fortunatamente essendo un reaazionario che crede ancora che chi impicca i ragazzini omosessuali dovrebbe essere messo in condizione di non nuocere posso placidamente mandarti a fanculo
Bello il commento di Adriano. Andrebbe maggiormente diffuso. Ricordo che quando gente così cominciò a fare campagna referendaria, i vostri sostenitori diminuirono fino a un miserrimo 25 per cento, di cui la metà tesserati ai partiti che andavano a votare pur non capendoci un fico secco solo perché glielo diceva il comitato centrale. Spero che Adriano sia assunto da Prodi in vista della campagna elettorale 2006.
harry
astrolabio
non ho intenzione di litigare sul blog di federico, però vorrei dirti, da ragazzino omosessuale, che prima di impiccarmi devi riuscirci, può darsi che sia prima io a farti un culo così
peace&love!
Mi permetto umilmente di obiettare che il "relativismo culturale" non sta alla base del liberalismo. Sarebbe bene definire che s'intende con questo termine e se proprio non se non se ne puo' fare a meno ricontestualizzare (o relativizzare)l'Illuminismo ai giorni nostri, nei quali la chiesa non ha il potere che aveva nel '6,'700 e nei quali l'identita' europea e' una specie di UFO; nei quali l'Islam ha deciso di fare trasloco in casa nostra e nei quali la nostra classe dirigente non ha trovato di meglio da fare se non calarsi le braghe (sue e nostre). L'alleanza tra noi atei ed i cattolici (ma solo quelli intelligenti) e' dettata da gravissimi motivi di difesa. Se qualcuno ritiene che non ve ne sia alcun motivo, ebbene che Dio (se esiste) possa aveer pieta' di lui.
Adriano non sono che impicco gli omosessuali, sono quelli tu difendi che lo fanno; organizza un bel gay pride in iran e poi ne riparliamo.
Fa piacere vedersi dare dei nazisti ed essere difesi...
...da Harry
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