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Wednesday, August 31, 2005

Lezioni libertarie

Fondamenti libertari spiegati in un breve saggio da Arnold Kling su Tech Central Station. Divisi in sei lezioni: l'individuo e la moralità; l'ordine morale e sociale; la proprietà privata; l'interesse collettivo; ; il potere politico ed economico; i libertari non sono perfezionisti. Quasi un manuale del giovane libertario. Né anarchico, né radicale, né utopista. Libertario e basta, senza eccessi.

Are individuals the best judges of their own interests, or should government regulate matters of personal behavior?
«... human beings will not always act in their best interests, because we can be irrational, uninformed, weak, incompetent, etc. Libertarians do not deny that. We just question whether government coercion is a cure for moral infirmities».
La risposta è no, lo dimostrano le regolamentazioni paternalistiche dei governi, come nei casi della lotta alla droga o delle forme di protezione dei consumatori. Anche se funzionassero, vi sarebbe una questione morale che suggerisce di permettere alle persone di commettere i propri errori piuttosto che restringere la loro autonomia.

How will people be guided to a path of moral behavior and constructive social relationships?
«... the human instinct for reciprocity - to respond positively to those who treat us well and negatively to those who treat us poorly - is generally a sufficient basis for a moral and social order... anyone who is capable of recognizing the implications of reciprocity is morally competent».
La moralità non deve essere definita da alcun potere centrale o classe designata di preti o autorità. Il governo è necessario solo per assicurare che l'ordine sociale non venga stravolto con la violenza, per far rispettare i contratti e impedire di essere sottomessi da regimi violenti. Esiste sempre il rischio che la classe dirigente si senta al di sopra della legge.

Does property belong to individuals to buy and sell as they see fit, or should it be at the disposal of government to distribute?
«Private property is a fundamental aspect of personal liberty... From a libertarian perspective, if I choose to give my money to someone perceived as less fortunate, that is my business. If you choose to give my money to someone perceived as less fortunate, that is theft. Libertarians see redistribution as theft, no different than if a criminal gang seized property for purposes of "redistribution."»
I singoli individui possono aiutare i poveri in un modo migliore rispetto ai programmi di redistribuzione governativi.

How can we ensure that institutions serve the collective interest?
«... there is no such thing as "the collective interest." Libertarians believe that individual interests and flawed leaders are inevitable. The only way to minimize the harm caused by selfish and misguided political behavior is to implement institutional checks on the power of government... Some of the worst crimes in human history have been carried out in the name of the "collective interest" by leaders with unchecked power».
Does political power help to serve as a check on the abuse of economic power?
«Libertarians believe that competition and innovation serve as effective checks on the abuse of economic power. All economic advantage is temporary».
Il potere politico, piuttosto che servire l'interesse pubblico, viene utilizzato dagli individui per ottenere privilegi e benefici. Le leggi anti-trust vengono usate dai produttori per colpire altri produttori, senza riguardo per i consumatori. I politici esagerano le minacce del potere economico con l'obiettivo di espandere il proprio potere politico.

Il libertario non è un perfezionista

Constatato che i tentativi di portare le utopie al governo tendono a ritorcersi contro, e ammesso che gli individui non sempre agiscono secondo i loro stessi interessi, tuttavia «i controlli del governo sulle scelte personali tendono a fare più danni che bene».
«Non necessariamente i programmi governativi falliscono, tuttavia gli incentivi e i meccanismi per eliminare i programmi governativi inefficaci sono deboli rispetto agli incentivi e ai meccanismi per eliminare l'inefficacia nel settore privato».
D'altra parte, i non-libertari tendono a sopravvalutare i benefici del big-government e i rischi del governo minimo. Il seguente specchietto di esempi riassume come un libertario valuta i programmi governativi:
a) interventions that work so much better than private alternatives that we feel grateful for them
b) interventions that are better than private alternatives in some ways and worse in others
c) interventions that are mostly worse than private alternatives
d) interventions that are evil

«Libertarians look at government and see interventions that are mostly in categories (b), (c), and (d). I would put municipal fire departments in category (a), government water treatment in category (b), public education and Social Security in category (c), and protectionist trade measures such as the Byrd Amendment in category (d). Where the United States is really lucky compared with countries like Zimbabwe is that those other countries' government interventions are predominantly in category (d)».

2 comments:

Anonymous said...

ciao federico,
sono giacomo, l'amico ed ex collega di michele a radioradicale che studia negli usa. ci siamo incontrati quest'estate e ricorderai che avevo "minacciato" interventi sul tuo blog. sai che la penso in maniera diversa da te e molti tuoi interlocutori, pero' apprezzo lo sforzo di comprensione e informazione che fate, anche perche' e' vero che in italia troppo poco si sa di cose americane. tuttavia, credo che la tua sia una visione spesso un po' troppo semplicistica delle cose. ideologica, direi. ma si sa, e' un aggettivo abusato. non so neppure piu' cosa significa. ti capisco pure. tra cattocomunisti che spuntano ad ogni dove viene voglia d'altro. solo che poi si rischia, secondo me, di cedere a suggestioni altrettanto sbagliate. e allora ri scrivo per segnalarti un articolo del nyt sulla stagnazione di salari reali e l'innalzamento dell'indice di poverta' negli stati uniti, nonostante la crescita economica. ci sono sicuramente una serie si fattori che spiegano questi ultimi sviluppi, non ultima l'ondata migratoria che deprime la ricchezza pro capite da una quindicina d'anni almeno. il nyt, tra l'altro, aiuta ben poco a capire la situazione. e' in fondo un giornale piuttosto paludato. quello che pero' mi preme sottolineare e' che trovo difficile pensare che le politiche liberiste nel mercato del lavoro e i tagli alla spesa non c'entrino niente. queste politiche fanno parte di un disegno che poi si riproduce anche a livello internazionale attraverso, per esempio, l'intervento del fmi. c'e' un'ampia letteratura in materia della cui esistenza sarai sicuramente a conoscenza e che credo dimostri la natura ideologica, appunto, delle politiche cui faccio riferimento. ideologica tanto piu' che nel caso specifico degli stati uniti risulta chiaro che le politiche liberiste e antistataliste in alcuni campi, per esempio quello gia' citato del lavoro ma anche quello variegato del welfare generalmente inteso, si accompagnano ad altre di segno squisitamente statalista. e' il caso in modo particolare del complesso militare-industriale, che funziona da decenni non solo come volano dell'economia ma anche come luogo di sperimentazione delle nuove tecnologie. non e' un caso, infatti, che alcune delle maggiori innovazioni teconologiche, da internet ai satelliti, all'aviazione, solo per citare alcuni casi, vengano da quel settore. ecco, credo che questi siano solo alcuni dei dati da prendere in considerazione per avvicinarsi un po' alla realta' delle cose e allontanarsi quindi da quella visione delle cose ideologica anche se forse piu' comoda che vedo riflessa nelle cose che tu e alcuni dei tuoi gia' ricordati interlocutori scrivete. dati, questi cui facevo riferimento, che penso andrebbero tenuti in conto quando si parla di concetti vasti e inevitabilmente vaghi come la pax americana.
cordialmente,
giacomo

JimMomo said...

Ti ringrazio per l'interessante commento. Non so se ti riferisci al post "Lezioni libertarie" o alla Pax americana. Comunque credo non sia automaticamente ideologico definirsi liberista e mercatista, o richiamare (come fa Ian Buruma che certo non è bushiano) la "pax americana": non come Impero (alla Giuliano Ferrara), ma riconoscendo l'avanzameno di libertà e democrazia che spesso quella pax ha assicurato ad altre parti del mondo.

E' chiaro che la scienza economica non può per definizione essere ideologica, ma pragmatica e dunque ogni paese ha bisogno di specifiche politiche. Per esempio, io sono attualmente infatuato del modo con cui il New Labour di Blair ha ripensato a welfare ed economia di mercato coniugandolo con libertà/responsabilità individuali. Ciò non significa che sia possibile trasporre automaticamente in Italia le sue politiche, ma forse di quel rinnovamento culturale abbiamo bisogno.

a presto