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Wednesday, May 24, 2006

Il Codice da Vinci non delude

Ultima cena. Un particolare. Leonardo da VinciDomenica ho visto il film del momento: il Codice da Vinci. Mi trovo a sottoscrivere il conciso giudizio di Fragole e Parole: «Se non avete letto il libro andate pure a vederlo e poi leggetevi assolutamente il libro; per chi invece ha già letto il libro, risparmiate pure i soldi perché nel film non c'è nulla che la vostra immaginazione mentre leggevate non sia stata in grado di farvi vedere...»

Il film è il tipico thriller holliwoodiano ben riuscito. Quindi discreto, buono se considerate che mantiene viva l'attenzione per 2 ore e mezza. Senza colpi di genio tali da renderlo un capolavoro, ma tecnicamente ben confezionato, si vede che l'obiettivo era la mera riproduzione divulgativa del bestseller di Dan Brown, in modo che fosse immediatamente comprensibile. Per fortuna, senza fronzoli e inutili misticismi. Difficile, quando si tenta una trasposizione così fedele di un'opera letteraria, non dare l'impressione di scene scollegate ed enormi buchi tra un evento e l'altro, ma Ron Howard riesce nell'impresa e il film ha una trama autosufficiente anche agli occhi di chi non avesse la minima idea del libro da cui è tratta. Voto 6,5/7.

Qualche considerazione. Che sia stato stroncato così in fretta e in modo così unanime dalla critica appare sospetto. Ripeto: non è un capolavoro, è il classico prodotto holliwoodiano cui però non manca nulla e, a volte, dove non si vede la mano del regista il film ci guadagna. Comunque, thriller simili ne escono di continuo nelle sale eppure i critici non li bocciano con tanto zelo. Come mai questo sì?

Il film è entertainment; il romanzo è, appunto, un romanzo, un'opera di fantasia, per quanto possa fare riferimento a fatti o persone esistenti. Non vedo perché scandalizzarsi tanto. Ridicolo qualche sedicente intellettuale che lo ha paragonato ai Protocolli dei Savi di Sion. Insomma, nessun complotto anti-cattolico, altrimenti dovremmo cominciare a prendere in esame tutti i romanzi, con relativi film, sugli intrighi alla Casa Bianca.

Non c'era mica bisogno di Dan Brown e Ron Howard per accorgersi che la storia della Chiesa cattolica è una storia di potere e poteri. E, com'è inevitabile che sia, chissà quante mistificazioni si sono sedimentate sulla storia di Cristo nel corso dei secoli. Inoltre, a pensarci bene, l'Opus Dei non ne esce neanche troppo male. Nel romanzo si batte, uccide, commette efferatezze, ma la sua è una missione di alto profilo, custode di un segreto (o meglio, di una menzogna) millenario alla base della Chiesa. Nella realtà temo che l'Opus Dei svolga, in modo piuttosto opaco, funzioni pur sempre fondamentali ma un tantino più terrene, paragonabili più a una lobby di affaristi.

28 comments:

Anonymous said...

vero Jim...ma diciamo che i dubbi del perchè il Codice venga trattato così li abbiamo tutti....nevvero? :-))))

Francesco Cassini said...

Mmmmhh, non so se il film è bello, certo tutte queste condanne suonano false.
Un po' forte il paragone tra i film su Casa Bianca e quelli a tema religioso. Forse non sono proprio la stessa cosa.

Sulle polemiche sono sicuro che se facessero un film su quella che per alcuni è la vera storia di Pannella... beh ci giochiamo che assisteremmo ad isterismi peggiori?

Anonymous said...

"Non c'era mica bisogno di Dan Brown e Ron Howard per accorgersi che…"

Direi!
Allora, c'è un Tale che in sette giorni mette in piedi tutta la baracca; crea tutto, animali, piante, uomini… Wow!
Poi vede che gli uomini non gli sono riusciti troppo bene… Quindi prende una donna illibata a cui pratica l'inseminazione artificiale ante litteram e, preservandone la verginità, le fa partorire l'addetto che dovrebbe mettere in sintonia l'umanità con l'universo.
Ma gli uomini, che s'incacchiano facilmente per un nonnulla (da chi avranno preso?) con un referendum decidono che non ne vogliono sapere della revisione e lo uccidono… Senonché l'addetto fatto uomo che ha trattenuto il respiro per tre giorni (metodo Stanislawsky) ritorna alla base per dire al Principale:"Non ce l'ho fatta a mettere a posto il meccanismo, Capo, però ho lasciato un libretto di istruzioni!".

È su questo che da duemila anni tirano acqua al mulino?

Saluti

Anonymous said...

mercoledì prossimo faccio un salto al cinema!
Un saluto
Tommaso

http://inoz.ilcannocchiale.it

Anonymous said...

Io non ho perso tempo a leggere il libro, mi sono limitato a farmelo raccontare da mia moglie (a lei piacciono i gialli), e mi pare di averci azzeccato.
A sentirlo raccontare, l'impressione era quella di una versione de "Il Pendolo di Focault" (quello sì un gran bel libro) amputata di tutti gli elementi intelligenti, e quindi ridotta ad inutile videogame.
Il film l'ho visto e l'ho trovato ben fatto, divertente e ben recitato (nonostante io detesti Tom Hanks).

Quanto alla polemica (ansia di stroncatura inclusa), mi pare evidente che quella sul film è solo il prosieguo di quella sul libro. E mi pare evidente che l'agitazione della Chiesa sia naturale, dato che successo dell'uno e dell'altro poggia soprattutto sulla ignoranza della gran parte dei cattolici, i quali, impoveriti da decenni di catechismi privi di studio analitico delle scritture, sono ormai sostanzialmente de-evangelizzati e quindi troppo facilmente suggestionabili (in effetti al bar e sul tram si sentono commenti di gente che "crede" a quel che si racconta nel libretto di Brown).

Comunque, nella impressionante ressa di libri "pro" e "contro" pubblicati in questi anni, manca per ora un saggio proprio su questo fenomeno: su come tante intelligenze si siano sentite di doversi esercitare nella confutazione di una cosetta tanto modesta, talvolta anche con risultati più divertenti del romanzo stesso (es. : http://www.renneslechateau.it/rennes.php?id=2&url=studi_cuoghi.php )

Anonymous said...

Aletap: in effetti un recensore americano del "Pendolo di Foucault" lo aveva definito "the thinking man's Da Vinci Code"... :)

Studio Legale Fiorin said...

Dunque, riassumendo la parte finale del post: l'Opus Dei non dovrebbe dolersi di passare nel film in questione per una manica di assassini, perche' alla fine ci fa pur sempre la figura di un'associazione potente.
E il film alla fine sarebbe azzeccato perche' anche se l'Opus Dei non e' un'organizzazione criminale, le tesi di Dan Brown danno a tutti un'ottima occasione di riflettere sul suo affarismo.

Ora te la riformulo con una modesta proposta: Federico Punzi non deve dolersi se Tocqueville lo banna per indegnita' morale con tanto di avviso pubblico e damnatio memoriae, perche' alla fin fine per il fatto stesso che venga bannato cosi' solennemente ci fa la figura del blogger importante.

E Tocqueville fa bene a bannarlo per indegnita' morale, perche' - anche se alla fine Punzi e' una brava persona - in questo modo abbiamo tutti un'occasione per riflettere sulla sua moralita'.

Fila il discorso?

Anonymous said...

Di sicuro Jimmomo delude con questo post...
Mi pare più condivisibile il commento di Bernard-Henri Lévy:

Il Codice da Vinci non è solo un film desolante. Non è solo una rimessa in gioco puerile — il Cristo e sua moglie hanno una figlia — del testo delle Scritture. È qualcosa di più, e di peggio, della truffa intellettuale denunciata qui e là da giornalisti che si sono presi la briga di sbrogliare, nel guazzabuglio di quelli che ci sono presentati come «i fatti», la parte di documento e quella di fantasia. È un film che, puntando senza dirlo su alcuni fra i temi più ambigui dell'immaginario politico contemporaneo, flirta anche con il peggio. [...]
Quel che si sa appena un po' meglio è che l'idea paranoica di una verità nascosta fin dalla notte dei tempi da potenti stirpi di congiurati, il credo scientifico alternativo in un governo mondiale con codici che spetterebbe decifrare ad alcuni iniziati rientrarono in tutte le elucubrazioni degli emuli francesi del III Reich: la lotta, non delle classi, ma delle società segrete, vero motore della Storia? Ma sì! Era la convinzione, prima di Dan Brown, del saggista Henry Coston il quale, denunciato negli anni Trenta il «pericolo ebraico», finì la sua vita, sessant'anni più tardi, ossessionato dalle sinarchie, dai governi ombra, dalle trilaterali e da altre internazionali massoniche e neomassoniche.

Quello che per ora non si vuole sapere è che spesso basterebbe sostituire, nella prosa e nelle immagini di Brown, l'Opus Dei con la Compagnia di Gesù, il personaggio di Silas con quello di Loyola, o la «guardia bianca » del Papa con gli «uomini in nero» della Compagnia di Gesù, per ritrovare il tono delle diatribe antigesuitiche che infiammarono il XIX e poi il XX secolo e culminarono con l'invio sul fronte dell'Est o a Dachau di deportati con il marchio «nzv», letteralmente «non affidabili, come gli ebrei». Il loro crimine era di essersi mostrati successivamente complici del giacobinismo, del bolscevismo, dell'internazionale ebraica e infine — ma qui era vero — di una resistenza tedesca antinazista alla quale, per esempio a Kreisau, aderirono da eroi.

Non sto difendendo l'Opus Dei, naturalmente. Ma ricordiamoci che le parole hanno una storia e che, dietro a queste parole, cioè dietro al fantasma di una confraternita di monaci mafiosi e assassini che non avevano altro obiettivo se non di sfruttare sistematicamente l'universo, c'è un peso di delirio e di crimine che evoca ricordi paurosi e contro il quale non è inutile mettere in guardia il pubblico.

Che i primi interessati non lo facciano, è una cosa. E in questo, fra parentesi, c'è un esempio di sangue freddo su cui potrebbero meditare gli altri offesi che, confrontati poco tempo fa a certe «caricature» che avevano una carica simbolica e una risonanza dieci volte minori del Codice da Vinci, reagirono con l'esagerazione che sappiamo. Ma questo non significhi, per altri, l'obbligo di tacere anch'essi! Questo non impedisca, qui, ad un agnostico ed ebreo, di dire il disgusto che gli ispira ciò che chiamerà, con Freud, la marea nera del nuovo anticattolicesimo.

Anonymous said...

Confermo quanto dice ale tap su "ignoranza della gran parte dei cattolici, i quali, impoveriti da decenni di catechismi privi di studio analitico delle scritture, sono ormai sostanzialmente de-evangelizzati e quindi troppo facilmente suggestionabili "
e sottoscrivo il commento di max.

Chris said...

Il codice da Vinci è una tale stronzata che non vale neanche la pena di menzionarlo. Gongolamenti per anticlericali e radical chic ottusi!

Anonymous said...

Sì, d'accordo, un romanzo è un'opera di fantasia. Il fatto è che pesca a piene mani tra i complottismi di chi rivela il solito morboso interesse per le mutande di nostro Signore. Per quanto mi riguarda, sono già annoiata senza aver letto una sola riga del romanzo e senza neanche aver visto un minuto di film. Non mi piacciono le opere ruffiane, ecco tutto.

JimMomo said...

Beh, veramente sono altri i signori che ficcano il naso nelle nostre mutande.
un abbraccio, dolce daisy, sei sicura di conoscerlo bene Nostro Signore?

Studio Legale Fiorin said...

Io sono sicuro di conoscerlo bene Nostro Signore, specie se il termine di paragone e' Dan Brown e chi ci parla di mistificazioni sedimentate nei secoli sulla figura di Cristo senza nemmeno spiegarci perche' sarebbero inevitabili.
Basterebbe che la questione del Codice da Vinci fosse trattata con un minimo di onesta' intellettuale e ci si mettesse d'accordo: e' solo un'opera di fantasia? D'accordo, ma se e' tutta fantasia allora perche' c'e' chi dice che in fondo il film "fa riflettere", che e' un'occasione per ricordare che la storia della Chiesa e' "una questione di poteri", e che l'Opus Dei non uccide ma fa gli affari, ecc......
Quasi quasi apro un blog nel quale ogni sera scrivero' un post, nel quale raccontero' storielle del tipo "ieri JimMomo e' andato a puttane"; "ieri JimMomo ha molestato un bambino"; "ieri ho visto la compagna di JimMomo che si appartava con un extracomunitario" ... e non provate a lamentarvi, perche' sappiate fin d'ora che tanto e' un'opera di fantasia...

JimMomo said...

Allora, se la mettiamo così, secondo me Dan Brown non l'ha detta tutta. In realtà, nel cenacolo è davvero l'effeminato Giovanni, il "prediletto" di Gesù (in tutti i sensi).

Non mi dire che sapere che Gesù era omosessuale farebbe vacillare la tua Fede.
;-))

Studio Legale Fiorin said...

Saperlo da te no di certo.

Anonymous said...

"Allora, c'è un Tale che in sette giorni mette in piedi tutta la baracca; crea tutto, animali, piante, uomini… Wow!"

hai mai sentito parlare della teoria della relatività generale?
Pensa, questi scienziati matti dicono che l'universo è stato creato in 7 giorni o 15 miliardi di anni a seconda della velocità a cui viaggia l'orologio che lo misura e della gravità a cui è sottoposto.
per cose come la radiazione di fondo, o per i primi raggi di luce emessi, possono essere passati effettivamente sette giorni.

Perchè la bibbia deve essere denigrata da chi non capisce un cazzo di fisica?

comunque il film è denigrato dalla critica perchè non ha niente di particolarmente artistico, la critica guarda quello, anche arma letale 4 è divertente, ma non mi aspetto mica che venga annoverato tra i grandi film della storia.
piuttosto vediti mission impossible, che è molto più divertente ed è ambientato in vaticano :-)

Anonymous said...

Tsk tsk... Tutti 'sti commenti per il Codice da Vinci e nemmeno una parola all'epoca per V for Vendetta, o meglio, per il grandioso fumetto da (cui quel mediocre film) è stato tratto! ;)

Anonymous said...

Le tue mutande, Jim, non determinano la storia della Salvezza. E neanche le mie. Poi non fare il paternalista con "dolce Daisy", sai ;-)
Ah, curiosa la tua interpretazione su San Giovanni.

JimMomo said...

Perché, il messaggio di Cristo avrebbe meno valore se si scoprisse che "frequentò" la Maddalena?

Anonymous said...

Sì. Perchè sarebbe prosaico. Banale. Ordinario. E io non concedo al figlio di Dio di essere piatto e banale come me. Altrimenti, che senso avrebbe tutto quanto?

Anonymous said...

"Beh, veramente sono altri i signori che ficcano il naso nelle nostre mutande.
un abbraccio, dolce daisy, sei sicura di conoscerlo bene Nostro Signore?"

Perchè te lo conosci? sto organizzando una festa a base di pesce, se lo porti ti invito, può venire anche la Madda, basta che fa il giochetto così risparmio :-)
il miracolo della sparizione delle schede elettorali glielo hai fatto fare te vero?

Anonymous said...

"Perchè la bibbia deve essere denigrata da chi non capisce un cazzo di fisica?"

O bella. Forse mi sono perso il passo nella Bibbia (o chessò, una nota a pié pagina) dove si dice: attenzione ragazzi! Non sette giorni come intendiamo noi oggi… Abbiate pazienza, Stephen Hawking pubblicherà un libro fra circa duemila anni e potrete avere una vaga idea di quello che si dice nei testi sacri.
Però, almeno il paradosso dei gemelli potevano inserirlo!

Anonymous said...

Lettura consigliata:
http://www.saggiatore.it/index.php?page=boo.detail&id=2554

Studio Legale Fiorin said...

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Perché, il messaggio di Cristo avrebbe meno valore se si scoprisse che "frequentò" la Maddalena?
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Ma allora proprio non hai un'idea di cosa sia il Cristianesimo: ecco perche' scrivi certe cose.

Gesu' Cristo non e' un personaggio tipo Confucio o Ron Hubbard: non e' un maestro che abbia detto delle cose piu' o meno valide, e tantomeno e' un nome convenzionale alla quale si riferisca l'origine di una dottrina tramandata (tipo Socrate nei dialoghi di Platone).

Non so se cogli la differenza, ma Gesu' non ha detto "io vi mostro la via, vi insegno la verita', vi dono la vita", ma ha detto "io sono la via, ecc. ecc."

E' un fatto ontologico, non di interpretazione: la questione non e' sul "valore" del messaggio, e' sulla "verita'".

Non si tratta di decidere se abbia importanza il fatto che Gesu' abbia frequentato o meno la Maddalena, quasi si trattasse di uno scandalo sessuale che coinvolge un capo politico anglosassone.

La questione e' se e' vero o no: perche' se fosse vero, allora potrebbe essere indifferentemente vero o falso tutto il resto, e chiunque potrebbe dire quello che vuole che tanto avrebbe lo stesso valore (tipo che Cristo era gay, che l'Opus Dei uccide la gente, ecc.).

Il problema del Codice da Vinci e' quello che induce a pensare che la verita', la storia, e la realta' del cristianesimo siano cose marginali, e che quella storia possa essere riscritta "a la carte", o che possa essere selezionata per trarre "quel che e' vico e quel che e' morto" in essa, come una dottrina qualsiasi.

Non so se hai letto Uqbar di Borges: la questione posta dal successo del film e' proprio quella.

L'idea di poter riscrivere la realta' senza rispetto per i fatti, che tanto noi la sappiamo piu' lunga.

Anonymous said...

"O bella. Forse mi sono perso il passo nella Bibbia (o chessò, una nota a pié pagina) dove si dice: attenzione ragazzi! Non sette giorni come intendiamo noi oggi…"

no no, sono proprio sette giorni come li intendiamo oggi, 24 ore per sette.
15 miliardi di anni sarebbero riferiti ad un soggetto che all'epoca non esisteva.

"Abbiate pazienza, Stephen Hawking"

Einstein veramente.

"pubblicherà un libro fra circa duemila anni"

duemila anni dopo la bibbia è circa l'impero romano, non c'era la stampa, comunque non serve aspettare fino al 20esimo secolo, manimoide lo aveva già detto secoli prima.

"e potrete avere una vaga idea di quello che si dice nei testi sacri."

perchè? mi sembra che hanno capito benissimo tutti, l'universo è nato in sette giorni, non c'era bisogno di manimoide o einstein per capirlo, la relatività del tempo è una cosa in più che esula dagli obiettivi della torah, sarebbe come dire "perchè non c'è scritto del principio di indeterminazione di heisemberg?" perchè la bibbia non è un libro di fisica.

Anonymous said...

Caro Astrolabio,
ma sei sicuro proprio sette precisi precisi? Non sei o otto? Oppure sei e mezzo?
Se la nozione del tempo è così relativa (e io sono d'accordo che lo sia) come è possibile dire qualsiasi numero di giorni?

Forse, a quel tempo (e ancora adesso), dicendo agli uomini che tutto quanto sta intorno è il frutto di pochi giorni di fatiche fa estremamente figo…
Chiaramente dicendo loro che 'da un certo punto di vista' è come se fossero passati 15 miliardi di anni non avrebbe fatto lo stesso effetto, no?
Dio ne sarebbe uscito un po' ridimensionato.

Saluti

P.S.: il 'duemila anni' m'è rimasto incastrato dopo aver cambiato radicalmente la frase e parte del contenuto del commento.
Hawking è citato, in questo caso, come autore di un libro divulgativo (quasi) alla portata di menti semplici come la mia e non come l'artefice della teoria della relatività.

Anonymous said...

"Se la nozione del tempo è così relativa (e io sono d'accordo che lo sia) come è possibile dire qualsiasi numero di giorni?"

forse secondo l'orologio di Dio (l'unico essere senziente che esisteva, quindi l'unico a prendere il tempo) erano proprio sette giorni.
o forse con 15 miliardi di anni veniva male il racconto, che ne so, sono agnostico, so solo che la genesi ha detto praticamente tutto quello che è avvenuto veramente, il che mi fa stimare chi l'ha scritta e anche chi l'ha commentata tra i filosofi ebrei.

Anonymous said...

Anch'io ho la massima considerazione per chi ha incominciato a fare 'scienza' con gli 'strumenti' disponibili allora (facendo i dovuti rapporti, il sottoscritto sarebbe stato in grado a malapena di mungere una capra, a quel tempo).

Per chi invece pensa che sia stato Dio a dettare i testi, mi permetto di far notare che qualcuno a fatto un po' di confusione con gli appunti, se è corretto pensare che la "genesi ha detto praticamente tutto quello che è avvenuto veramente": il mondo vegetale sulla terra sarebbe apparso prima della formazione degli astri…


(p.s.: "sono agnostico" ?!?)