Come volevasi dimostrare. Il neonato Consiglio Onu per i Diritti umani si dimostra subito per quello che è, come in molti avevamo previsto: praticamente una copia della vecchia e screditata Commissione, dove le dittature, i principali violatori dei diritti umani, esattamente come prima sono state elette nell'organismo che dovrebbe vigilare proprio sulle violazioni dei diritti umani. Ieri sono stati eletti membri del nuovo Consiglio, tra gli altri, la Russia di Putin, la Cuba di Fidel Castro, la Cina di Hu Jintao, l'Arabia Saudita e il Pakistan.
Avevamo denunciato che quello raggiunto nel marzo scorso non era che un compromesso deludente e al ribasso, che non garantiva la possibilità di escludere i paesi responsabili delle peggiori violazioni dei diritti umani dal nuovo Consiglio, né al momento dell'elezione dei suoi membri, né dell'esclusione dei responsabili delle violazioni.
Come spesso accade su questi temi, Europa e Stati Uniti andarono divise al voto, allontanando la prospettiva dell'Alleanza delle Democrazie, partita di fatto con i soli 4 membri che votarono contro l'istituzione del Consiglio-beffa: Stati Uniti, Israele, Isole Marshall, Palau. Gli Stati Uniti hanno avuto nuovamente ragione a votare contro e a non legittimare con la loro candidatura il nuovo organismo. Se fossero state accolte, in primo luogo dall'Europa, le tre condizioni che ponevano, non saremmo qui, oggi, a commentare l'imbarazzante elezione di ieri di membri come Cina e Cuba e la nuova sconfitta delle democrazie in sede Onu. Come facilmente prevedeva Christian Rocca infatti, il nuovo Consiglio ha già cominciato a «penalizzare» le democrazie occidentali, dimostrandosi un formidabile strumento «a vantaggio dell'alleanza globale delle tirannie».
Pur osservando il dato positivo della rinuncia alla candidatura, per ora, da parte di molti altri regimi violatori abituali dei diritti umani, è molto critico anche Matteo Mecacci, rappresentante all'Onu del Partito Radicale Transnazionale, l'unica ong, insieme a Freedom House, ad aver criticato apertamente il nuovo Consiglio. L'elezione di ieri, ha dichiarato, «conferma quanto la "storica" riforma della Commissione sui Diritti Umani non sia in realtà riuscita a modificare gli equilibri presenti da decenni allàinterno del massimo organismo di difesa dei diritti umani, che vede la propria funzione condizionata da unàalleanza tra un manipolo di dittature e la gran parte dei "paesi in via di sviluppo"».
Responsabili anche i paesi europei, che invece di schierarsi a fianco di Washington cercarono di mediare con le posizioni di governi terzomondisti e autoritari dando vita al pasticcio. Poco limpida la posizione dell'Italia nell'elezione di ieri. Infatti, sostiene Mecacci, «alcuni dei paesi che sostengono l'ipotesi di Riforma del Consiglio di Sicurezza portata avanti dall'Italia con il movimento "Uniting to Consensus", il cui record relativo al rispetto dei diritti umani è pessimo, possano aver avuto il sostegno dell'Italia: tra questi vi sono ad esempio l'Algeria, il Pakistan e la Cina».
Critici anche a Nessuno Tocchi Caino, per i quali l'elezione di ieri «rischia di ledere l'autorevolezza e l'efficacia dell'organismo a cui è affidato il miglioramento del sistema Onu sui diritti umani».
E ora? Le democrazie non vadano per il sottile e puntino subito a delegittimare il nuovo Consiglio, impegnandosi invece a rilanciare l'idea di una vera e propria Alleanza delle Democrazie.
1 comment:
Comincio a crede davvero che abbia ragione Rocca e che l'ONU vada abolita. Niente riforme, niente correzioni.
Abolire.
Amen.
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