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Tuesday, May 30, 2006

Amministrative. Per Berlusconi è una ri-perdita

Berlusconi con la spalla fasciata. La vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera del 31 maggioQualche appunto, non proprio sintetico, sull'esito delle elezioni amministrative. A Berlusconi la spallata non è riuscita. Autolesionista non aver accorpato i due appuntamenti (politiche più amministrative) in un election day. L'evento avrebbe con ogni probabilità evitato un'affluenza di circa il 9% in meno rispetto alle amministrative del 2001 e del 14% in meno rispetto alle politiche in cui era riuscita la grande rimonta. Un'astensione che ha indubbiamente colpito il centrodestra. Invece, Berlusconi ha fissato la data delle amministrative pensando, nel caso fossero andate male le politiche, di offrirsi subito un'occasione di rivincita.

Così non è stato, anche perché gli italiani hanno mostrato maturità. Hanno resistito ai tentativi di politicizzare il voto amministrativo. Hanno preferito giudicare l'operato dei loro sindaci e l'affidabilità degli sfidanti, invece di emettere un primo severo giudizio sulla partenza infelice del Governo Prodi. In tanti, magari, sono stati tentati di farlo, ma perché punire i sindaci per colpe non loro?

Prova ne è che a Napoli, l'unica città in cui Berlusconi poteva sperare nel colpo, e su cui infatti ha profuso le maggiori energie, il suo impegno non ha avuto gli stessi risultati ottenuti alle politiche solo un mese e mezzo prima. E' a Napoli, quindi, che si vede la confitta della strategia berlusconiana della "spallata".

La bassa affluenza ha reso anche meno scontata, ma pur sempre netta, la vittoria della Moratti a Milano, di cui, confesso, sono contento perché l'ultimo dei questurini sarebbe stato più elegante di Ferrante.

Torino e Roma due casi a parte, dove veramente hanno pesato i volti dei candidati. Se sia Chiamparino che Veltroni hanno superato la fatidica soglia del 60%, ciò si deve anche alla coincidenza di due fattori. La loro trionfale riconferma dimostra che quando la sinistra ha mentalità di governo, riformista e non conservatrice, per esempio sul lavoro e sulle opere - basti ricordare la difesa della Tav da parte di Chiamparino e della Legge Biagi da parte di Veltroni - allora è capace di solide vittorie attraendo consenso dal "centro" dell'elettorato più pragmatico e modernizzatore. E' questa la sinistra che vince e convince. D'altra parte, la sonora sconfitta di Buttiglione e Alemanno non può che dipendere anche dal retrivo connotato specifico dei due candidati, cattolici tradizionalisti e anti-liberali.

Capitolo Rosa nel Pugno.
Buon risultato a Torino: 2,8%; disastroso a Milano: 1,4%; appena dignitoso a Roma (considerando il trionfo di Veltroni): 2%.

«Il centrosinistra ha perso per responsabilità principale di tutti coloro che hanno impallinato Umberto Veronesi. Ferrante ha perso perché si è messo nelle mani di un gruppo dirigente diessino che l'ha consigliato male, ed è apparso così poco credibile nei confronti del voto moderato». Ebbene, se Biscardini, capolista della Rosa nel Pugno a Milano, era consapevole di due questioni politiche così rilevanti, perché l'appoggio così automatico a Ferrante? Perché non considerare altre opzioni: andare da soli o persino con la Moratti? La "bruciatura" della candidatura Veronesi, da parte cattolica-diessina-comunista, costituiva una giustificazione più che sufficiente. Non solo l'elettorato radicale, ma credo che molta parte di quello socialista milanese, abbia preferito l'ex Ministro a una sinistra rappresentata dal volto di Ferrante.

Da registrare che a Napoli, dove la RNP non si è presentata, una lista di socialisti facenti capo allo Sdi ha preso il 3,3% (due consiglieri).

Con questi chiari di luna, sul piano dei risultati e dei rapporti interni allo Sdi, ci vorranno non pochi approfondimenti prima di dar vita al partito della Rosa nel Pugno.

Tornando ai risultati, l'analisi più equilibrata e completa, al solito, è quella di Stefano Folli, Sole 24 Ore. Per un'analisi più sistemica e meno congiunturale sulla straordinaria potenza delle sinistre alle amministrative, rivolgersi a Paolo Della Sala. Come mai a Napoli, ridotta a un cassonetto della spazzatura a cielo aperto, con economia «agonizzante» e criminalità imperante, la Iervolino ha trovato la riconferma?

La sinistra è impareggiabile nel costruirsi roccaforti di consenso clientelare, praticamente un «feudo, altro che federalismo». Gli appalti.
«Basta creare una rete di imprenditori amici, ai quali si concedono appalti da centinaia di migliaia di euro e dai quali si pretendono "donazioni". L'imprenditore edile diventa presidente di una società sportiva, "aiuta" la gestione di un circolo sociale. La commistione pubblico-privato è garantita anche da società miste, costituite ad hoc e gestite da persone fidate».
Il metodo garantisce «un controllo pieno e totale su due punti fondamentali».
L'offerta di posti di lavoro:
«... impieghi e assunzioni nei comuni, province, regioni, comunità montane etc.; quello degli impieghi nelle società edili -private ma "amiche"-; quello delle assunzioni nelle grandi aziende, gestiti dalla ipermacchina sindacale; quello diretto, attraverso le le Cooperative rosse e bianche e le banche di "ispirazione e controllo politico". Il ricarico nel caso di un appalto sui servizi sociali a una cooperativa è massivo: la coop è pagata dall'Ente in questione, si ottiene un beneficio politico attraverso la ricaduta di immagine; si allontana ogni possibile concorrenza (niente "libero mercato"); si offre lavoro; si guadagna».
La gestione delle concessioni edilizie:
«Il network imprese edili-appalti-amministrazione diventa un motore che funziona a pieno regime e a costo zero (gli appalti riguardano opere pubbliche, le concessioni le opere di privati). I soldi girano a pieno regime, si può offrire un posto di lavoro al figlio del compagno; il cittadino comune sa che se vuole ristrutturare casa ha bisogno di un amico nell'Ufficio tecnico del Comune, se vuole coltivare cocomeri di un amico nella Comunità Montana».

18 comments:

Anonymous said...

Si, peccato che Paolo della Sala sostenga che "ogni amministrazione pubblica di sinistra".
Ecco, ovviamente il signor della Sala non può aver visitato tutte le amministrazioni d'Italia per poterlo affermare. E' un po' come i discorsi di Ferrara.
Ad esempio, per dirne una, Verona non è affatto così. A Verona il centrosinistra non è un'amministrazione potente. Tutt'altro.

JimMomo said...

Obiezione accolta.
;-)

saluti

Anonymous said...

oddio, chiamare il veneto "liberale" mi sembra un filino esagerato.
al massimo è clerical-democristiano.

Anonymous said...

Aggiungo una ulteriore osservazione, a conferma piena di quanto sostiene Paolo. Barletta, neo provincia pugliese, storicamente feudo di Dc, Psi e Pli, fieramente anticomunista in epoca Prima Repubblica.

Nel '97, viene eletto il sindaco di centrosinistra (sinistra Ds) al ballottaggio e col 52%. Nel 2002, il medesimo, dopo aver creato ad arte un sistema multilevel di cooperative e azienda comunale ad hoc per la gestione di concessioni e appalti (4600 dipendenti, centinaia di miliardi di buco in pochissimi anni), IperCoop, etc., rivince ma al primo turno con il 64%. Ieri, il suo "delfino" vince al primo turno con il 75% (settantacinque per cento, avete letto bene). L'opposizione quasi non esiste più.

Buongoverno? Nient'affatto. Le casse comunali sono in rosso dal '98 (coincidenze...). In compenso, ci si svena per concerti, concertini di piazza, fiere e quant'altro, tutto allegramente a carico del cittadino-contribuente.

Si dirà: sì ma hanno ottenuto lo status di provincia! Nient'affatto. Quello è arrivato nel 2003, governo Berlusconi. E sì perché - e questa è la ciliegina - alle Politiche, alle Regionali e alle Europee, Barletta continua a votare in modo univoco, rispetto al passato: vanno forte FI, UDC, AN. Il senatore e il deputato locale dell'ultima legislatura erano di AN. E la provincia, infatti, non è mai stata vantata dal centrosinistra locale.

Caro Galia, come mi vuol spiegare questo fenomenale caso di schizofrenia elettorale? Io, sul solco di quanto spiegato da Paolo, un'idea ce l'avrei...

Anonymous said...

essendo in california non ho votato nella mia città, torino. posso però dire che Chiamparino, per il poco che sono stato a Torino negli ultimi anni, mi è sembrato un ottimo sindaco. Difatti lo avrei votato, aa.

Anonymous said...

JM: "Con questi chiari di luna, sul piano dei risultati e dei rapporti interni allo Sdi, ci vorranno non pochi approfondimenti prima di dar vita al partito della Rosa nel Pugno."

pare di no, dalla rassegna stampa di RR si apprende che è tutto a posto e che lo sdi rivendica la segreteria della Rnp, avendo la Bonino avuto un ministero.
Pannella è contento dei risultati: meno disastrosi di quanto avesse previsto,facile per chi come il vate prevede tutto e il contrario di tutto.
Bonino e Capezzone, mi pare, hanno preso 200 preferenze, ma che importa...va bene così

Anonymous said...

Il Ministro Bonino trombata a Roma, Capezzone 9° a Torino, Cappato 4° a Milano con 0 seggi per le rosepugnette e qui si ironizza su Berlusconi: per cortesia... GM

Anonymous said...

Concordo anche su Milano, avrei preferito Veronesi, e la RnP rimane troppo debole nella città che dovrebbe essere la più moderna. Qualcosa non va, evidentemente. Per il resto il sistema clientelare è un metodo trasversale, in Sicilia non credo che Cuffaro faccia diversamente, con il sistema clientelare la partita è persa, trattasi di riflesso condizionato, e non solo in Italia, ovviamente. Il sistema clientelare è un concorrente delle riforme, nel senso che è strumento di stabilità e 'benessere' la dove uno stato riformatore non riesce a garantirlo. Non so se mi sono spiegato.

Anonymous said...

Bla bla bla bla Io sono toscano e qui nel mio paese governato da decenni dal centrosinistra sto da signore.
Li offendo e li cazzio quando sbagliano ma nel complesso dove sto io si fa una bella vita priva del grigiore di Milano e del nullafacentismo che opprime l'Italia da Roma in giù.
La Toscana è il paradiso ed io sono orgoglioso di viverci immerso nelle coop e nelle feste di paese.
Si potrebbe fare di meglio, ma io non sputo mai sul piatto dove mangio.
Saluti.

P.s. A Milano nel puzzo e nel sudicio non ci vorrei abitare nemmeno se mi paghassero. Idem per Roma, una città piena di tamarri scansafatiche.

Anonymous said...

W il Granducato

Anonymous said...

Verona città liberale... buona questa. :-)

Non ho votato a Napoli ma abito li vicino e a Napoli ci vado tutti i giorni.

I napoletani NON amano la Iervolino, ma la coppia Malvano (un signor Nessuno) e Berlusconi (un signor Estraneo) fa letteralmente ridere.

E certo che ci vuole una buona dose di 'cazzimma': questo viene tre volte a Napoli e, con un fare cazzuto, dice che di Napoli non gli frega niente perchè Napoli serve solo a dare una spallata a Prodi.

Insomma, saremmo pure napoletani, ma mica scemi.

Questo per il caso di Napoli.
Ma più in generale, andrebbe a mio avviso rimarcata l'incapacità della CdL di schierare, alle amministrative, personalità capaci di coagulare consenso tramite il legame con le realtà locali.

Il discorso non vale per la Lega (che su questo legame basa tutta la sua forza, la sua stessa esistenza, direi).

E qui sorge spontanea la domanda: queste personalità esistono?
Tolti Berlusconi, Fini, Casini e 3/4 luogotenenti cadauno, chi ci resta?

Il Buttiglione di Torino?

Complimenti a Jim per questo blog sempre interessante.
In qualità di elettore - dall'anima socialista - della RnP sono in disaccordo con certe sue prese di posizione a favore della CdL, ma va bene così.
Se sono rose fioriranno, se erano pugni, meglio darseli subito :-)

Saluti.

Giuseppe.

Anonymous said...

Peccato che l'Estraneo a Napoli abbia fatto il record di sempre in quanto a preferenze: oltre 13.000...

JimMomo said...

Formamentis, il sistema clientelare c'è perché la spesa pubblica in Italia è tra le maggiori in Europa. Più spesa pubblica, più soldi in mano ai politici, più clientes. Il meccanismo si riprodue ancora più facilmente a livello locale.

JimMomo said...

Giuseppe, chiaramente io mi esprimo a livello personale. Quindi le mie non sono le posizione della RNP. Come tutti esercito il mio spirito critico.

Quanto a posizioni in favore della CdL, non ne vedo tante sul mio blog. Però valuto caso per caso e nel merito delle questioni. Cerco.

grazie, un saluto

Anonymous said...

...13.000 preferenze. Battuto il record di Necco.

Bene! Speriamo allora che per onorare ""l'oceanico"" consenso popolare sentirà il dovere di partecare a tutti i consigli comunali.

Sarebbe sicuramente ben accetto.... soprattutto dalla sinistra :-)

Saluti.

Anonymous said...

...mentre in Sicilia (dove non ci sono problemi di spazzatura e dove c'è il tasso di disoccupazione più basso d'Italia) l'Amministrazione Rossa ha preso 20 punti percentuali di distacco dal Centrodestra. Evidentemente lì il sistema clientelare di Cuffaro e Lombardo funziona assai meglio delle IperCoop citate dai bravi Blogger (tutti al di sopra del Garigliano, pare).

Anonymous said...

'Formamentis, il sistema clientelare c'è perché la spesa pubblica in Italia è tra le maggiori in Europa. Più spesa pubblica, più soldi in mano ai politici, più clientes. Il meccanismo si riprodue ancora più facilmente a livello locale.'

E infatti sono d'accordo. Ma per far ripartire il sistema da posizioni non clientelari ce ne vorrà, sempre che sia possibile. L'altra via sarebbe utilizzare bene e con moderazione le risorse che ci si ritrova in mano, ma si sa che qui siamo all'utopia.

Anonymous said...

Guarda, io ho votato a Milano e ho votato Ferrante - che comunque era meglio e più presentabile dell'Antoniazzi di cinque anni fa.

Sono spesso (spesso, ma non sempre) d'accordo su quello che scrivi, ma sulla tua "passione" per la Moratti sono in totale disaccordo. Tu non sei milanese e non hai idea del modo in cui il centrodestra ha governato Milano. Posso dirti che è stato veramente indecente - tanto più che ho informazioni di prima mano riguardo ai comportamenti dei vari assessori. Moratti è stata bravissima nel condurre un'operazione di marketing, ma niente di più. Non capisco come tu possa darle tutto questo credito. Da lei non mi aspetto nulla di buono e già ho avuto qualche segnale al riguardo.

Ferrante - a parte qualche scivolone (i "padroni", tanto per dire) - si è comportato bene e ha molto rimontato verso la fine. Ha avuto il 47 per cento dei voti e non è poco (Antoniazzi aveva avuto il 30 e qualcosa, Albertini il 58!). Il centrodestra ha vinto, ma senza trionfare - e per Milano è già un bel successo.