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Thursday, May 18, 2006

La rosellina nel pugno... di Prodi

L'ultimo giapponese, Shoichi Yokoi, rimasto per 27 anni dopo la fine della II Guerra Mondiale nella giungla di GuamUna versione ampliata del mio articolo pubblicato oggi su Il Foglio (pag. 4)

E così la Rosa si fece Rosellina e venne colta dal pugno di Romano Prodi. Sfumata la Difesa, Emma Bonino si accontenta degli Affari europei (ex Politiche comunitarie). Alle 23,27 del 15 maggio assicurava i propri «compagni» di poter «contare sul fatto che non intendo ripiegare su contributi di altro tipo perché non ci sarebbero le condizioni di assicurare al paese il meglio che possiamo e dobbiamo dare». Solo 24 ore dopo: «Sono pronta ad accettare il compito ministeriale che mi venisse prospettato, se giungessero due elementi di chiarezza» dall'Unione e dal suo leader. Il primo, un «impegno esplicito e serio sulla grave vicenda che vede esclusi da Palazzo Madama otto senatori regolarmente votati ed eletti dal popolo italiano. Una grave ferita alla legalità costituzionale». Il secondo, sulla «presenza complessiva della Rosa nel Pugno nella compagine di governo». Agli stessi radicalsocialisti è poco chiaro il senso della loro presenza nell'Unione.

Pannella ha ripetuto per giorni che Emma alla Difesa era «un'offerta», non una richiesta, e di sicuro «non negoziabile»: «Non andiamo a trattare un ministero, ma ad offrire una figura di altissimo livello politico, stimata in tutto il mondo». Insomma, l'«offerta» o la si accetta o no, ma non facciamo partire un negoziato puntando alto per poi chiudere al ribasso.

Innanzitutto, un disastro comunicativo. Dopo tale fermezza nell'indicare la Difesa come unico incarico per la Bonino, accettare un altro ministero, e senza portafoglio, non può che apparire come una sconfitta, anche se non lo fosse. Pochi giorni fa Pannella dichiarava: «Accettare il gioco di regime per difendere anche la nostra realtà politica e i nostri elettori sta divenendo ormai qualcosa che rifiuto. Occorre nella storia dei paesi, ha detto Benedetto Croce, qualcuno per cui Parigi non valga una messa». Il leader radicale si diceva «non disposto a giocare in questi termini di complicità con il regime» per il quale i radicali sono «da eliminare, avendo ragione e perché hanno ragione e ragioni». Dov'è questo Marco Pannella? E adesso? Si griderà contro le tv di regime che non percepiscono i distinguo?

A poco più di un mese da elezioni dal risultato deludente, il bilancio politico è disarmante. Nonostante la palese ostilità da parte dei «parenti ingordi» dell'Unione, a cattivo gioco si è fatto buon viso, buonissimo viso. Nessun aiuto sulla discriminazione della raccolta delle firme; poi le liste civetta promosse dai Ds "contra rosam"; infine, nemmeno una parola sull'esclusione dal Senato, dovuta alla violazione della lettera della legge elettorale, la ferita più grave, perché non riguarda qualche migliaia di firme, ma il più delicato momento di una democrazia: la trasformazione dei voti in seggi. Il tutto condito da frequenti dichiarazioni "nemiche".

Eppure, la linea scelta è quella del «sovrappiù di lealtà» alla coalizione, per assicurare «il compiersi dell'alternanza». Quindi, si è votato per Bertinotti presidente della Camera e Napolitano presidente della Repubblica, denunciando dinamiche oligarchiche ma alla fine adeguandovisi. Questa tattica non sta funzionando. Niente Ministero della Difesa, né un ministero con portafoglio, che invece è stato ottenuto da partiti di minor peso elettorale.

A questo punto, viene da chiedersi quando la Rosa tirerà fuori le sue spine. Per ora si sono visti solo i petali. Quest'ultimo atto di fedeltà garantirà i senatori? Adesso è la Rosa nel Pugno che deve fare chiarezza, e non chiederla: o i senatori, o si esce. Sia la Bonino dal Governo, sia dalla maggioranza. Consapevoli che a quel punto tutto sarebbe nelle mani dei socialisti dello Sdi. Prenderebbero atto dell'assenza delle condizioni «pregiudiziali» minime per ritenersi parte dell'Unione? Prodi e gli altri «parenti» dell'Unione hanno scommesso di no, giocando fin dall'inizio per escludere la RNP dal Senato, dov'era chiaro da subito che fosse in gioco la tenuta della maggioranza.

L'ultimo giapponese, Shoichi Yokoi, ha atteso 27 anni. Sapranno i radicali uscire prima dalla giungla prodiana? Assicurata l'alternanza, i radicali riusciranno a non farsi assorbire da una delle due «cosche» dell'oligarchia?

Luigi Castaldi, come noi, ha sempre avuto chiaro un punto: «Appena avremo avuto la certezza che Berlusconi è stato sconfitto, dovremo dimenticarcela come priorità, dovremo ricordarci che noi radicali non siamo né di destra, né di sinistra (...) Non è tollerabile che i radicali vengano silenziati dal regime per "assorbimento" in una delle due cosche».

E' possibile far crescere l'alternativa prestando opera e immagine a un corpaccione ministeriale che presto potrebbe venire congedato con disonore, per altro partendo dal più grave vulnus alla legalità costituzionale degli ultimi anni? Era meglio stare alla larga da questa compagine governativa, con Mastella alla Giustizia e Fioroni (il Giovanardi di sinistra) all'Istruzione, e limitarsi ad appoggiare le misure di risanamento e le riforme che presenterà Padoa Schioppa.

Dare all'alternativa la forza che il deludente dato elettorale non ha garantito dovrebbe essere la priorità, per proporsi come punto di attrazione di un universo liberale, laico, socialista, radicale. Connotandosi per le proprie iniziative politiche di stampo liberale, laico, riformatore e aprendo le contraddizioni in entrambe le coalizioni. Un ruolo di confine, da "irriconoscibili", che per ora la Rosa nel Pugno non ha svolto, ma che deve trovare in fretta se vuole far sopravvivere un seme d'alternativa.

8 comments:

Anonymous said...

Ma senza neanche un senatore mi dici cosa pretendi?
Io ho votato RnP ma non ci vuole un genio per capire che non ha peso e che per questo deve starsene zitta e buona se gli vengono date le briciole.

Anonymous said...

Tutto bene tranne una cosa.
La stronzata dell'antiberlusconismo che è stata cacata in abbondanza in campagna elettorale non è che te la puoi rimangiare adesso che sei a braccetto di chi quella dieta la segue da una vita!
Un saluto,
Tommaso

http://inoz.ilcannocchiale.it

ettore said...

A conti fatti ha preso più la LEGA PER L'AUTONOMIA ALLEANZA LOMBARDA. (e senza avere né senatori e né deputati)

ho scritto qualcosa qua:
http://ettoregonzaga.blogspot.com/2006/05/e-definitivo-prodi-ha-accontentato.html

Pannella sta delirando in questi giorni!

Non capisco come Emma si possa comportare in questo modo (se il ministero è solo il frutto del manuale cencelli perchè non ci è andato un'altro radicale? )

Comincio a pensare che Berlusconi aveva ragione quella volta che ha detto che la Bonino è il braccio di Pannella. (vado a memoria)

Anonymous said...

Ettore, Berlusconi aveva ragione. Su Prodi. Sull'Unione. Sui Radicali. C'è voluto solo un mesetto scarso per capirlo.

Ripeto: i Radicali non sono "diversi" dal resto della classe politica. Non sono né migliori né peggiori, mediamente. Ragionano in termini di poltrone, di partitocrazia, proprio perché sono un partito e traggono forza e prestigio dalle poltrone occupate. Negare questa verità logica, significa cadere dalle nuvole non dandosi spiegazioni razionali sul perché di tanta sana bile ingoiata a forza.

L'unica lezione che riesco a trarre da questi ultimi tre mesi di fatti radicali è che il mito autofondante della diversità radicale, messo vis-à-vis alla realtà del fare e non del dire, è crollato miseramente.

Anonymous said...

Luigi Castaldi, come noi, ha sempre avuto chiaro un punto (....)

Non sarebbe più modesto ed opportuno dire "come me" invece che "come noi"?

Anonymous said...

"L'unica lezione che riesco a trarre da questi ultimi tre mesi di fatti radicali è che il mito autofondante della diversità radicale, messo vis-à-vis alla realtà del fare e non del dire, è crollato miseramente."

A meno che i radicali non decidessero di fare un terzo polo (giocoforza extraparlamentare), tale mito non poteva non crollare. Se sei in una coalizione, e hai più del due per cento, sei in gara per le poltrone. Se hai una concezione politica, quelle poltrone le vuoi per poterla mettere in atto. E se vuoi le poltrone, devi trattare, litigare, piagnucolare, minacciare, sporcarti le mani.

Anonymous said...

Nihil, appunto. Ergo: la pretesa "diversità" o "superiorità" radicale non c'è.

Anonymous said...

la superiorità radicale ve la farà vedere Emma, state tranquilli.
Se aspettava la destra..

Forza Emma !!!!