Pagine

Saturday, May 20, 2006

Ennesimo colpo di mano contra rosam

A sorpresa, nella serata di ieri, sono stati nominati i 23 componenti della Giunta per le elezioni del Senato che ha, tra i suoi compiti, anche quello di accertare la regolarità dell'elezione dei membri dell'assemblea. Dei 23 componenti, 13 sono senatori della maggioranza e 10 dell'opposizione. I senatori della maggioranza sono:
Guido Calvi, Anna Maria Carloni, Felice Casson, Giovanni Legnini (Ds); Antonio Boccia, Roberto Manzione, Giannicola Sinisi e Luigi Zanda (Margherita); Giuseppe Di Lello e Stefano Zuccherini (Rifondazione comunista); Tommaso Barbato (Udeur); Fabio Giambrone (Idv); Natale Ripamonti (Pdci-Verdi).
Decisamente presa come "pungiball" la Rosa nel Pugno, se venisse confermato, come denuncia Capezzone in una nota, che nella Giunta figurano due senatori interessati da un eventuale accoglimento del ricorso sugli otto senatori illegittimamente esclusi.
«Per sbarrare la strada al nostro ricorso, si nomina all'improvviso la Giunta per le elezioni, si allarga il divario tra maggioranza e opposizione, e si infilano dentro perfino due diretti interessati, cioè due senatori che vedrebbero a rischio il loro seggio se il ricorso fosse accolto. Complimenti a tutti! Cominciamo proprio bene. E, ripeto, rallegramenti al Presidente Marini e alla maggioranza per questa "bella impresa", ennesimo atto di ostilità contro di noi, e, soprattutto, contro la legalità e la decenza civile».

Da parte mia, non posso che ribadire quanto scritto solo pochi giorni fa. E' servito fare buon viso, buonissimo viso, a cattivo gioco? Rispondere all'ostilità permanente con un «sovrappiù di lealtà»? Possono i radicali prestare opera e immagine in una maggioranza su cui pesa il più grave vulnus alla legalità costituzionale degli ultimi anni? Vi sono le condizioni «pregiudiziali» minime?

La minaccia di uscire, come pure ho suggerito, rischierebbe a questo punto di apparire un bluff ancor più velleitario e debole di quanto non sia stato quello sulla Difesa, sempre che se lo sia stato. Ci vorrebbe una mobilitazione nonviolenta, ma questa difficilmente partirà da Pannella, parte in causa. Dovrebbe partire dall'intera Rosa in ogni sua componente.

10 comments:

Anonymous said...

E conoscendo i polli dello Sdi cui ci stiamo accompagnando... non c'è nulla da fare.
D'altronde, far cadere il Governo significherebbe restituire forza a quelli che "la libertà finisce dopo inizia la tradizione"...
Restare significa perdere completamente credibilità agli occhi di tutta la storia radicale.
Dinanzi ad una situazione del genere la cosa migliore sarebbe dimissionarsi dal Parlamento ed aspettare il tracollo inevitabile del Paese. Bella soddisfazione!

Anonymous said...

Ma pure se si dimettessero dalla Camera e pure con quelli dello Sdi, ugualmente la maggioranza ci sarebbe.
Non c'è nessuna speranza.

Anonymous said...

Macché mobilitazione non violenta (se è quel che credo di aver capito dalla definizione, una buffonata priva di efficacia): sciogliete le righe e - voi pochi liberal(i) che state a perdere tempo e faccia di là - fate mesto ritorno a casa.

Saving private Jim!

;)

Anonymous said...

Domande retoriche a ruota libera: ma il meccanismo di formazione della giunta parlamentare per le elezioni non genera automaticamente un fortissimo conflitto di interesse, data l'estrazione dei membri che compongono il collegio di verifica elettorale? Non è la summa di ogni illiberalismo, che i controllori coincidano con i controllati? Anzi, specularmente: il "sistema liberale" non è proprio quello che tiene disgiunte le due categorie di cui sopra?

Anonymous said...

D'altronde vi hanno dato il commercio estero... questa situazione vi serva ad imparare che cosa è un po' di commercio interno!
E' più importante per voi tentare una politica con la Bonino e chinare la testa dopo una vana battaglia contro un nemico fortissimo, cinico e baro.
Oppure autoinchiodarvi all'eterna esclusione dalla vera stanza dei bottoni in nome di una purezza insostenibile?
Ma davvero volete lasciarci in mano a questi buoni a nulla?
Tanto di là non c'è trippa per gatti!

Anonymous said...

Signori, ma vi rendete conto che state parlando come se apparteneste ad un partito che intercetta almeno il 25% dei voti nel Paese? Vi siete divisi, la scissione dell'atomo, fra Radicali liberi dei Della Vedova che hanno preferito la Cdl e Radicali Rosa nel pugno che si sono alleati con l'Sdi. Quest'ultimo, nonostante il vostro apporto non si è alzato di una sega (e scusate la volgarità). I pochi voti rastrellati li avete fregati ai Ds. Nonostante questo avete avuto, con l'Unione, un ministero che con la Cdl ve lo sognavate e ancora tirate calci???
Non ho parole...
Un saluto da Garbo
http://garbo.ilcannocchiale.it/

Anonymous said...

Garbo: credo il problema sia che con meno voti l'UDEUR si è beccato tre senatori e la Giustizia.

Anonymous said...

Mi togli una curiosità? (L'ho già chiesto a Malvino, ma non m'ha risposto). Perché se a chiedere poltrone è mastella è un vile partitocrate votato alla spartizione e al manuale cencelli, mentre se lo fanno pannella o la bonino stanno lottando per il diritto o la democrazia?
Perché la "ggente" dovrebbe vedere nelle lamentele dei radicalisocialisti qualcosa di diverso dalle solite lamentele dei partitini che, da che mondo è mondo, reclamano "pari dignità" e diritti di veto?
HAL 9000

Anonymous said...

perchè a quanto pare dovrebbero avere qualche senatore che contro la legge non gli è stato assegnato.

Questo sostengono i RDP. Se fosse vero sarebbe una cosa grave no?

Anonymous said...

La logica sottostante il quesito posto al soldato Punzi dall'egregio Dott. Hal 9000 è più che fondata. In other words, la RnP non è né migliore né peggiore in termini etici di tutti gli altri partiti. Come soggetto politico, cerca semplicemente di massimizzare il proprio peso politico - il potere, detto a chiare lettere - con gli strumenti di cui dispone nel contingente. Ieri e oggi, per i Radicali, questo strumento è stato fondamentalmente la retorica della "diversità radicale" rispetto al resto del sistema partitocratico italiano. Una balla, ovviamente. Eppure c'è chi ci crede e difende a spada tratta il teorema, confondendo un mero strumento propagandistico in natura eccezionale e antropologica dello stesso movimento.

Tra Mastella e Pannella, la differenza non c'è. Entrambi cercano poltrone, potere, visibilità. Ognuno con i suoi mezzi. Quelli di Mastella, però, sono più efficaci. Ergo: Mastella è un politico infinitamente più efficace di Pannella.