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Tuesday, May 23, 2006

Il terrorismo fiscale di Visco

Meno male che si era detto «serietà al governo». L'avvio della nuova compagine è disastroso. Non per le opere - o non ancora - ma per le parole. Dopo la poco decorosa notte dei sottosegretari e delle deleghe, ecco che ognuno di quei ministri, frutto della moltiplicazione e della lottizzazione partitocratica dei dicasteri, esterna a suo piacimento per marcare il proprio orticello di competenza. Dal canto suo Prodi è costretto a raccomandarsi per non dare l'idea di un premier debolissimo, senza convinzioni, esposto a mille ricatti, e l'immagine di una coalizione già frantumata.

Molto critici per questo avvio diversi quotidiani che hanno sostenuto la vittoria dell'Unione: il Corriere, il Riformista - che parla di controriformismo - il Sole 24 Ore. I ministri corporativisti attaccano la legge Biagi e la riforma delle pensioni. Poi ci sono i soliti "No" alla Tav, il mantra del ritiro dall'Iraq «subito» («un altro passo falso», per Biagio de Giovanni), il giudizio negativo di Giavazzi sull'assetto complessivo del governo dell'economia, l'Ocse scettico sulle riforme.

Soprattutto il solito Visco, che ci molesta brandendo la minaccia di nuove tasse, senza neanche avere l'accortezza di indicare misure precise che, con tutta evidenza, ancora non ci sono, ma solo ipotesi vaghe che contribuiscono a creare incertezza. Il suo non è che protagonismo. Non poteva esserci peggior palla al piede per Padoa Schioppa.

Visco è un genio impareggiabile nel creare quel clima di terrorismo fiscale che quasi fece perdere all'Unione le elezioni del 9 e 10 aprile e che oggi, a pochi giorni dal voto, rischia di fargli perdere le amministrative.

Salta agli occhi, inoltre, la differenza tra l'intervento di Fassino, che oggi alla Camera ha parlato da premier vero, e i discorsi di Prodi, che si trascinano sempre più stanchi, vuoti, inconsistenti, oscillanti, contraddittori, involuti nell'esposizione e nella padronanza di linguaggio.

Per quanto riguarda la Rosa nel Pugno, i contenuti e il piglio di Capezzone - nel suo discorso d'esordio alla Camera e nel commento alla replica di Prodi - sembrano quelli giusti, ma chi lo segue?

3 comments:

Anonymous said...

Purtroppo continua anche adesso l'autolesionismo della campagna elettorale, vuol dire che Capezzone non lo segue nessuno nell'Unione

Fabrizio Goria said...

Che avrebbero tassato anche l'impossibile lo sapevamo già grazie all'esperienza del passato (Irap).
Alla faccia della Serietà al governo!
Mi dispiace solo che un personaggio autorevole e rispettato come Padoa Schioppa si sia immischiato con personaggi tanto poco stimabili.
Certamente ci perderà in credibilità...e noi ci perderemo in moneta!
Come al solito, l'Italia è davvero piena di coglioni.

Cordialmente,
Fabrizio Goria

Fabrizio Goria said...

Sono prevedibili e fanno intendere che invece di sfruttare questa congiuntura economica positiva, resteremo fermi al palo mentre tutta l'UE ricomincerà a sviluppare il mercato.
Come sempre, tutto ciò che di buono era stato fatto dai libertari, verrà inesorabilmente cancellato dai post comunisti.
Ricordo un precetto del padre indiscusso dell'economia, Adam Smith: Meno Stato, Più Mercato.

Cordialmente,
Fabrizio Goria