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Thursday, May 25, 2006

Soli

Studenti e minoranze animano «il fronte interno che sfida Ahmadinejad», ma l'Occidente che li seduce, con la prospettiva di una società aperta, libera e giusta, poi li abbandona, si dimentica di loro, che sono l'unica forza del cambiamento di regime possibile in Iran e quindi la soluzione anche al problema nucleare.

La sinistra non se ne è mai occupata; i realisti pensano che da che mondo è mondo ogni paese utilizza le sue risorse, quali esse siano, per affermare ed espandere la propria influenza; persino Bush ultimamente si è scordato di loro. Fargli sapere che siamo al fianco della loro lotta non sarebbe una mossa malvagia, anche per ricordare agli ayatollah la debolezza del loro potere, che si regge solo sull'illusione di potenza di bombe ancora da costruire.

«Indeed, we have nothing to negotiate with them».
Michael Ledeen, che se la prende con i creduloni di turno, conosce bene le tattiche dilatorie dei mullah - che ora cercano di convincere gli Usa che sono disponibili a un dialogo diretto - e invita a non farsi impantanare in negoziati che hanno come unico scopo quello di prendere tempo, mettere la comunità internazionale dinanzi al fatto compiuto, e isolare il fronte interno.
"You see?" the mullahs will say to the people, "the Americans recognize our legitimacy, they are not calling for our removal, on the contrary they are negotiating with us."
In realtà, nonostante l'assetto sempre più repressivo del regime, gli iraniani di ogni etnia si fanno forti di istanze locali per invocare il regime change. Ma questo sui giornali non si legge.

2 comments:

Anonymous said...

jim, mi sento sempre onorato quando mi citi in questa maniera, aa.

ps: ti ricordo che i corsi di recupero di relazioni internazionali iniziano a settembre, tu sei caldamente invitato a partecipare. :)

Anonymous said...

@ aa: LOL!