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Friday, May 19, 2006

Prodi si candida alla mera gestione del declino

Romano Prodi durante il dibattito per la fiducia al SenatoAlesina: risanamento più crescita? Solo tagliando la spesa e abbassando le tasse

Un centrosinistra di «incapaci e bolliti», dichiara Capezzone a Tetris (Raisat Extra). Un Governo che è un po' Villa Arzilla, ma si intende che parla di «bollitura politica». Ma tra i molti bolliti uno è proprio un esponente della Rosa nel Pugno, che assicuratasi una poltrona importante di sottogoverno, da condividere con un esponente dei Movimenti, flirta con Bobo Craxi. Si tratta di Ugo Intini, viceministro agli Esteri, che flirta con quel Craxi che si è prestato all'operazione lista civetta ordita dai Ds "contra rosam". I due si ritrovano nei corridoi della Farnesina. Una pace in vista, dopo il giuramento, che s'intravede all'insegna più del nome di Craxi (Bettino) che di quello di Loris Fortuna.

L'importante ruolo cui è chiamato Intini, che proprio in materia di politica estera, e sul dossier più importante, avevo criticato duramente, non fa che confermarci quanto sia urgente dissipare ogni elemento di ambiguità circa le più importanti visioni politiche del nuovo soggetto politico liberalsocialista.

Passi falsi del nuovo Governo vengono individuati da il Riformista nel soppalcamento del Welfare (in tre: Lavoro, Solidarietà, Famiglia); nell'assenza dal discorso per la fiducia (lo notano l'Economist e Oscar Giannino) di grandi liberalizzazioni; nell'eliminazione scientifica di ogni responsabilità di governo per l'ala liberal dei Ds (Morando, Ranieri, Rossi, Debenedetti), a conferma che non c'è cosa peggiore che avere ragione in anticipo. A questo punto s'impegni Lanfranco Turci a fare da traghettatore nella Rosa.

Il più critico è però Stefano Folli su Il Sole 24 Ore, che a quello di ieri agggiunge l'editoriale di oggi, che mi pare centri il punto. Come nel '96 l'euro, nel 2006 «le riforme radicali (liberali)» potevano rappresentare la mission el Governo Prodi, «sarebbe stata un'operazione politica astuta, utile anche a mettere con le spalle al muro l'opposizione berlusconiana». Invece, in un discorso «diligente, accurato», osserva Folli, «nessun colpo d'ala tale da colpire la coscienza collettiva degli italiani. Nessuna idea che il governo si accinga a un cammino fuori dell'ordinaria amministrazione. Si dà invece un'impressione di cautela, per non urtare tutte le numerose e contraddittorie componenti dell'alleanza».

A parole mie, sorvolando sulla scarsissima qualità dell'eloquio di Prodi in questi due giorni di dibattito al Senato, sembra che si candidi alla mera gestione del declino.

Sempre sul Sole, da sottoscrivere Alberto Alesina. Come premessa, le belle parole che ha per Emma Bonino, e dall'autorevole docente di Harvard è un riconoscimento importante, «avrebbe meritato un dicastero ben più importante delle Politiche comunitarie; per esempio, la Difesa o gli Esteri (chissà se tra sette anni diventerà la prima donna Presidente della Repubblica italiana? Io lo spero)».

Ma la cosa più importante però è che Alesina va controcorrente rispetto al luogo comune che ormai i governi nazionali abbiano le mani legate dall'Europa: invece, dice, «i problemi dell'economia italiana si possono risolvere solo a Roma, non a Bruxelles». Spetterà a Padoa Schioppa «saper dire "no" ai ministri della spesa, saper imporsi alle cosiddette parti sociali che assalteranno la diligenza del bilancio pubblico... rompere con la tradizione dell'immobilismo e proporre riforme coraggiose e con tempi rapidi di attuazione».

Di ministri della spesa «ce ne sono troppi», anche perché, spiega in modo convincente, più ministri si traduce con «più pressioni sulla spesa». L'unica politica economica seria dovrebbe prevedere riforme «strutturali sulla spesa che ritocchino la dinamica delle uscite per pensioni e impiego pubblico». Insomma, conclude in modo efficace, «ridurre le spese correnti in modo da poter abbassare un po' le aliquote e allentare la pressione fiscale. Questo è l'unico tipo di risanamento della finanza pubblica compatibile con il rilancio della crescita».

Infine, nell'articolo di Fabrizio Forquet, sul Sole, si richiamano il manifesto di Ventotene e Altiero Spinelli, parlando dell'europeismo di Prodi, che però mi pare tutt'altra cosa. La radicalità federalista e democratica di Spinelli si colloca esattamente agli antipodi del centralismo euroburocratico di Prodi.

9 comments:

Anonymous said...

Scusa, ma tu per chi hai votato?

Anonymous said...

Mi sembra che anche tu concordi sul fatto che Padoa Schioppa sia l'unica luce di questo governo (a parte, naturalmente, la Bonino). Hai visto chi hanno messo sottosegretario all'economia ? Paolo Cento!!!! Uno che non si vergogna di dire : "La nostra scommessa è di dare un contributo all'economia pubblica in maniera diversa.La decrescita per esempio. Cominciamo a ragionare senza tabù che la crescita economica non è di per sé un bene." E allora uno si chiede, ma trova i soldi da investire uno Stato senza crescita? Ma naturalmente : «gli espropri non sono una rapina ma una spesa sociale». Povero Padoa Schioppa, non vorrei essere nei suoi panni, con questa gente alle spalle liberalizzare e tagliare la spesa pubblica sarà un impresa leggendaria.

Ciao Paolo

Anonymous said...

«La nostra scommessa è di dare un contributo all'economia pubblica in maniera diversa». Tipo?
«La decrescita per esempio. Cominciamo a ragionare senza tabù che la crescita economica non è di per sé un bene». Paolo Cento, sottosegretario del VOSTRO governo all'Economia. E mi fermo qui, perché so l'imbarazzo che ufficiosamente vi procura. Cordiali saluti.

Anonymous said...

Mi è piaciuto Capezzone, peccato che i capacissimi radicali si siano fermati al 2,7%, con l’aiutino socialista, per giunta. Su Cento direi ingurdabile, questo si.

Anonymous said...
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JimMomo said...

Il commento precedente è stato rimosso perché non sono disposto a lasciare che questo spazio si trasformi in un bidone di insulti anonimi.

Anonymous said...

Prodi gestire il declino?
Quello è ciò che ha fatto Berlusconi.

Prodi il declino lo ha come obbiettivo.
Infatto ha come sottosegretario all'economia CENTO uno che il declino lo auspica:
"«La decrescita per esempio. Cominciamo a ragionare senza tabù che la crescita », virgolettato tratto dal corriere.

Nessie said...

Le ho lette anch'io le critiche di Capezzone su Libero, ma la domanda spontanea dopo averle lette è: cosa ci siete entrati dentro a fare nell'Unione? Soprattutto Emma Bonino, la quale è passata dalle stelle alle stalle. Da commissario Ue con Belusconi alle POlitiche comunitarie (min.senza portafoglio) del governo Prodi. Non c'è che dire, la sua stella è in declino e non potrà che pentirsi amaramente del suo nuovo apparentamento. Basta vedere che razza di vergognosa politica estera stanno facendo ...

Anonymous said...

J.:"A questo punto s'impegni Lanfranco Turci a fare da traghettatore nella Rosa."

per condurla dove?


J: "Ugo Intini, viceministro agli Esteri, che flirta con quel Craxi che si è prestato all'operazione lista civetta ordita dai Ds "contra rosam". I due si ritrovano nei corridoi della Farnesina. Una pace in vista, dopo il giuramento, che s'intravede all'insegna più del nome di Craxi (Bettino) che di quello di Loris Fortuna."

Pensare che le cose sarebbero andate in modo diverso evidenzia la mancanza o di quello che una volta si chiamava "comprendonio" O PEGGIO una vergognosa strategia al ribasso che, come unico risultato (oltre ad un ministero per Bonino altrimenti destinata ad una crisi isterica dall'esito imponderabile), ha portato all'adesione ad un centro sinistra di "incapaci e bolliti", secondo la grezza definizione di Capezzone, e mafiosi della peggior specie, secondo la mia.
Vogliamo chiamarlo in un altro modo l'avvertimento chiaramente mafioso dei 13 senatori del centro sinistra scelti alla Giunta per le elezioni del Senato due dei quali direttamente interessati ad un eventuale accoglimento del ricorso della Rnp?