Né dimissioni, né spiegazioni. Certo, la spocchia e l'arroganza di questi personaggi del nostro calcio è stupefacente. Ma se non dimissioni, e non spiegazioni, almeno delle rassicurazioni il ct della nazionale Marcello Lippi dovrebbe darle ai milioni di tifosi che si apprestano - nonostante tutto - a tifare per gli azzurri ai Mondiali che cominciano tra poco, il 9 giugno.
E' una questione di sensibilità che, evidentemente, non gli appartiene. Non stiamo qui, come Severgnini, a intimargli moralisticamente «o spiega o rinuncia». Va da sé che se resta, non essendo neanche indagato, creda fino in fondo alla sua totale estraneità e non abbiamo nessun diritto di metterla in dubbio. Possiamo, questo sì, sommessamente fargli notare che qualche parola da parte sua sarebbe apprezzata, opportuna. Ma rimane una questione rimessa alla sua sensibilità.
Certo, se qualcosa venisse fuori proprio durante i Mondiali il danno sarebbe enorme, speriamo che questo lo tenga a mente.
Domenica il Tg5, edizione delle 13, ha affidato a Sandro Piccinini una specie di "editoriale" proprio sulla posizione di Lippi. Anch'egli ha intimato al ct, incalzandolo con domande molto puntuali - dai suoi contatti con Moggi al figlio Davide che, dirigente Gea, cercava di strappare giocatori alla concorrenza promettendogli la Nazionale - «o spiega o rinuncia».
Tuttavia, ciò che appare evidente dalle intercettazioni, sempre senza entrare nel penalmente rilevante, è un tale intreccio di relazioni improprie, un mondo così vasto di pressioni e contatti organizzati, da ritenere difficile che nessuno, per anni, si sia accorto di nulla.
Dunque, a quanti oggi salgono sulle cattedre televisive o della carta stampata, intimerei: spieghino o rinuncino a fare le verginelle. Perché appare impossibile che giornalisti sportivi all'altezza di un Piccinini o dei tanti altri di Rai e Mediaset, Gazzetta o Corriere (dello Sport) non abbiano avuto sentore di un sistema così esteso e avvolgente. Sapevano? E se sapevano, perché non hanno denunciato? E se non sapevano, perché non hanno fatto inchieste? Non è questo forse il "mestiere" di un giornalista? Eppure, da Sensi a Gazzoni, da Zeman a Ronaldo, chi ebbe la forza di denunciare ci fu, ma inchieste giornalistiche zero.
Vedete, come non si tratta di arresti o condanne, aspetti penalmente rilevanti, ma del fatto che ciascuno, nel mondo del calcio come in quello del giornalismo sportivo, è implicato innanzitutto per la propria professionalità, cui deve rendere conto a lettori, spettatori, tifosi, "utenti" che in quei mondi hanno "investito" passioni, tempo, risorse.
6 comments:
Jim, leggendo il tuo bel post, che condivido in gran parte, mi è venuta in mente un'altra domanda.
Non ha a che fare col calcio, ma con la politica.
E' mai possibile che TUTTI sanno, soprattutto nei paesi medio-piccoli, chi pratica il voto di scambio, e nessuno fa nulla?
Cioè: anche nella politica locale (soprattutto al centro-sud) c'è un sistema di rapporti, pressioni, clientele che fa paura, ma non mi pare che i giornalisti, nè i magistrati, si attivino più di tanto.
Nelle Regioni dal Lazio in giù, tutti o quasi sono stati avvicinati da qualche candidato, durante le più svariate elezioni, sentendosi promettere favori come il fatidico "posto di lavoro" o simili. Ma nessuno ha mai denunciato il fatto, nè penalmente (perchè il voto di scambio è reato), nè "eticamente".
E arrivo al dunque: possiamo parlare di Moggi come del malfattore unico e salvare tutti gli altri, tra cui coloro che si scandalizzano, quando invece sapevano benissimo come si agisce nel mondo del calcio (e non solo)?
Il malcostume italiano (ma forse non solo italiano) delle raccomandazioni, delle pressioni, delle conoscenze sfruttate a fini non completamente leciti, vige in quasi tutti i settori della vita pubblica e perfino privata.
Perchè scandalizzarsi ad orologeria, e solo in una direzione?
Federico, ripeto la mia: si sta delineando un sistema talmente marcio, e dannatamente italiano, che chi oggi lo commenta in tv con la faccia stralunata e il tono severo, fino a ieri ne faceva parte. Ronaldo ebbe "la forza" di protestare? Ma per cosa, che pure l'Inter, come suggeriscono le ultime intercettazioni, usava gli stessi mezzi? E Piccini, cosa ha mai detto sul ruolo di Galliani nel calcio (presidente del Milan, della Lega, passaporti falsi...)?
Non solo nel calcio, ma in tutta l'Italia, le cose girano così: ci sono i Moggi della sanità, dell'università, della politica. Fino a quando la cosa non finisce sui giornali, tutti se ne servono, poi però se ne chiamano fuori e indossano la toga... Francamente è questo che fa schifo, persino più di Moggi e il calcio.
Saluti
Filippo
Beh, mi pare di aver voluto dire questo, no?
Sì, hai voluto dire questo. Però anche tu, come altri, eri partito con una crociata anti-Juve e anti-Moggi! :)
Fai benissimo a criticare la spocchia di chi intima a Lippi "o spieghi o te ne vai". Lippi non deve spiegare niente a Piccinini, Mentana, Zeman, a te o a me. Lippi risponde alla Federazione che l'ha nominato - e suo figlio faceva già il procuratore ed era nel circolo Gea già quando fu nominato c.t. - e alla magistratura. La Nazionale ci rappresenta tutti, ma non è roba nostra: non sta alla piazza decidere chi fa il c.t.
Nicola, qui sopra, aggiunge un altro caso di "moggismo": ma quanti ce ne sono, in Italia? Forse questo andrebbe affermato con maggiore forza, anche perché non credo che Piccinini o Mentana non abbiano mai mandato un amico gratis allo stadio facendo un paio di telefonate...
Un caro saluto
Vi ricordate questo scoop ?
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/cronaca/raccomandazioni/raccomandazioni/raccomandazioni.html
Vi risulta che qualcuno si sia dimesso ? vi risulta che qualche sindacalista, cardinale, qualche politico, magari uno di quelli che ora, con la bava alla bocca, chiede le dimissioni di Lippi (ma perchè poi ?) si sia perlomeno scandalizzato? Noooooo... in quel caso era tutto "moralmente" ineccepibile.
Ma mi facciano il piacere...
Ciao Paolo :)
et voilà : Borrelli capo ufficio indagini del calcio :)
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