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Tuesday, May 30, 2006

Giavazzi non demorde

Con la solita incisività e chiarezza espositiva Giavazzi non demorde e, a costo di diventare noioso, rilancia un'agenda di riforme ancor più dettagliata rispetto a quella, pressoché disattesa, avanzata in campagna elettorale.

Il suo editoriale di ieri sul Corriere parte con un monito a Prodi, ricordandogli la sorte del suo predecessore a Palazzo Chigi: «Cinque anni fa Silvio Berlusconi si giocò la legislatura nei primi tre mesi di governo». Perse tempo, «anziché approvare subito una riduzione delle tasse», quando la coalizione era ancora compatta e le elezioni successive lontane.

L'approccio di Giavazzi guarda più alla crescita che ai conti pubblici e mette in guardia il governo dall'«illusione che per tornare a crescere basti metter ordine nella finanza pubblica e rispettare i parametri di Maastricht». In realtà, spiega, «le difficoltà dei conti pubblici sono una conseguenza del virus che ha colpito l'Italia, non la causa prima. Il virus è la caduta della produttività». Segue l'impietosa galleria dei mille volti del declino italiano.

Occorre agire, ma agire subito, perché «la forza di un governo è massima il giorno in cui vince le elezioni. La maggioranza è coesa e le elezioni successive sono lontane. E' in queste settimane che si possono fare scelte coraggiose: sprecare questa forza per correggere i conti senza cambiare le regole sarebbe un grave errore».

Così il professor Giavazzi indica un'agenda dettagliata per i prossimi mesi. Prodi lo ascolterà? No, c'è da dubitarne, ma non smetteremo di sostenere la necessità di queste riforme liberali, per di più a costo zero. Gli avversari di queste riforme, la sinistra reazionaria e statalista, i poteri corporativi, sono forti e prevalgono da anni. Bisogna per questo darsi per vinti?

Il nostro sgolarci e dimenarci potrà suscitare il riso nella bocca degli stolti, ma non c'è lotta politica che sia gratis, non c'è avversario che ti dica "sì" per buon cuore. Basta avvistare le scontate barricate dei suoi avversari per ritenere l'"agenda Giavazzi" «lettera morta»? Di fronte alle difficoltà la soluzione è voltarsi dall'altra parte e far finta di niente o, peggio, mettersi a ridacchiare alle spalle di chi si dà da fare? Quanti ritengano sinceramente quelle riforme essenziali per fermare il declino, invece di cicaleggiare e abbandonarsi a facili ironie, farebbero meglio a cominciare a remare, altrimenti il sospetto è che si sia liberali per vezzo.

Come corollario all'agenda Giavazzi, Antonio Polito spiega che Schevchenko ha i suoi buoni motivi per preferire Londra a Milano.

11 comments:

Anonymous said...

Articolo di Giavazzi :
"L'aspirina costa il doppio che in Gran Bretagna perché qui si può comprare solo in farmacia, e intanto da settimane i farmacisti acquistano pagine e pagine sui quotidiani per spiegare quanto sarebbe rischioso lasciarci liberi di acquistare tanta aspirina quanta vogliamo (mai capitato che un farmacista si sia rifiutato di vendermi un'aspirina)."

Dichiarazione ufficiale di Livia Turco, neo ministro della salute :
"Livia Turco: No alla vendita dei farmaci nei supermercati
Domenica, 28 maggio
Un no secco ai farmaci nei supermercati arriva dal ministro della Salute, Livia Turco, quest'oggi in visita al policlinico Gemelli per la celebrazione della giornata del sollievo.

"La farmacie - ha detto il ministro - vanno considerate come parte integrante della battaglia per promuovere la terapia del dolore. I farmaci devono diventare sempre di più un presidio del sistema sanitario nazionale per garantire la continuità assistenziale, per dare le informazioni giuste ai cittadini, per stare vicino alle persone. Per questo - ha concluso - continuo a mantenere la mia posizione di contrarietà ai farmaci nei supermercati".

Adesso vedrete cosa succederà con la lobby dei tassisti che hanno un potere fortissimo soprattutto nelle regioni rosse....

Ciao Paolo

Anonymous said...

Giavazzi scrive cose giuste, ma si è scelto un interlocutore sordo. Prodi e compagni sono allergici all'agenda di Giavazzi. GM

Anonymous said...

Giavazzi mica parla da ieri. Son anni. Berlusconi ha avuto tutto il tempo per ascoltarlo. Lui o Giannino. E invece.
Così arriviamo al paradosso che magari sarà la coalizione di centrosinistra ad essere più (un poco più) liberale di quella di centrodestra.
Poi, a me non è che importi che le cose le faccia Prodi. Ma anche Berlusconi. Ma anche Bossi!
Basta che qualcuno le faccia. Perché non mi sembrano "cose de sinistra o cose de destra". Mi sembrano cose da fare punto

Anonymous said...

"Giavazzi mica parla da ieri. Son anni. Berlusconi ha avuto tutto il tempo per ascoltarlo. Lui o Giannino. E invece"

vero.

"Così arriviamo al paradosso che magari sarà la coalizione di centrosinistra ad essere più (un poco più) liberale di quella di centrodestra"

allo stato attuale mi pare impossibile.

Robinik said...

Ma questo non era il Blog dove gli insulti non sono tollerati?

Dimenticavo... se prima di darmi dello stolto ti fossi sforzato di leggere avresti notato che il post è stato scritto dal mio co-blogger il quale credo abbia votato RnP.

Con tutti i granchi che prendi ti conviene aprire una pescheria e rinunciare definitivamente alla carriera di scrittore di lettere al direttore :P

JimMomo said...

Scusa dov'è il granchio? Che differenza fa chi abbia scritto quel post, se tu o il tuo co-blogger? Certo che non c'ho fatto caso, che me ne importa? Valuto quello che c'è scritto non chi lo ha scritto, e ho trovato fuori luogo il tono canzonatorio.

Nei commenti precedenti è stato ricordato come Giavazzi scrivesse quelle cose anche quando al governo c'era Berlusconi, rimanendo altrettanto inascoltato.

Uno come me - libertario - stando a quel post dovrebbe starsene zitto perché in totale minoranza. E' una mentalità peggio che perdente, perché perdente in partenza.

Giavazzi dovrebbe essere portato sul palmo, e non deriso, proprio da chi non ha fiducia in Prodi e nel suo governo.

Robinik said...

Il Mio co-blogger non poteva immaginare che la tua sensibilità si irritasse. Fatti forza... la politica non è cose da signorine! Fatti coraggio! abbandona i petali di rosa e prova a essere un po' canzonatorio che ne so? Con il Vaticano?

Rilevo che hai tratto conclusioni su un post che non hai letto.
So che sei così libertario che fatichi a ragionare con la tua testa ma la prossima volta impegnati ;)

Per questa volta non ti dirò a quale esponente del tuo albero genealogico può riferire i prossimi insulti perchè ho fiducia sui tuoi miglioramenti.

P.S. Attenti a Giavazzi quando il Palmo ve lo stringono Prodi, Bertinotti, Diliberto, Pecoraro Scanio, ecc. ecc. Forse è il caso di tenerlo in tasca...

textman said...

Provo a intervenire sul post e al di fuori della diatriba fra Toquevilliers. Che Mieli si creda l’ispiratore della attuale (o futura a secondo dei momenti) sinistra è un problema tutto suo. Che Giavazzi o altri del suo staff raccolgano l’invito e se ne ergano a paladini è un problema tra loro e il Mieli suddetto. Che né Berlusconi né Prodi gli diano 5 centesimi è il minimo. (Che facciamo? La Repubblica dei Giornalisti? Già ce n’è una che basta e avanza).
Che Berlusconi non gli desse retta per rispetto del suo ruolo e che Prodi non gli dia retta perché non può su questo si può argomentare, e forse varrebbe la pena di farlo.
Se i governi non raccolgono Giavazzi è un argomento buono per Giuliano Ferrara e Bruno Vespa. Che lo sia diventato anche per TocqueVille è segno del nostro successo :-)))

Anonymous said...

Non ricordo con precisione... ma all'inizio dell'anno durante un importante meeting economico internazionale, autorevoli esperti stranieri dissero che l'Italia poteva vantarsi solo per il... calcio.

La realtà quotidiana è che il nostro è un Paese sostanzialmente affasciato, tutt'altro che diviso, in cui la LIBERTA' è intesa soltanto come la possibilità di fare ed avere per se stessi ed il denaro è il mezzo e lo scopo unico per una libertà senza responsabilità nè individuale nè collettiva.

Anonymous said...

Ci vorrebbe un governo che mettesse l'interesse del "consumatore" al centro della propria azione politica, il risultato finale sarebbe un paese più competitivo. Non l'ha fatto Tremonti, che in 5 anni ha privatizzato solo i tabacchi e difeso l'Alitalia e non lo farà Prodi, perchè, assieme alla Rosa nel Pugno, ha perso le elezioni. E così il nostro Paese continuerà inesorabilmente a perdere colpi.

Ciao Paolo

Anonymous said...

Fantastica risposta di Rutelli all'interrogazione della Rosa nel Pugno riguardo la liberalizzazione della vendita dei farmaci da banco, ha detto che si aprirà un tavolo di discussione e poi ha iniziato ad elencare tutti i partecipanti al tavolo, una lista incredibile, infinita....Giustamente gli hanno risposto che aprire "un tavolone" del genere per prendere una decisione così semplice significa prendere per il culo i consumatori (non hanno detto proprio così ma il senso era quello). Non vedo l'ora che si apra il versante licenze taxi, chiameranno al tavolo pure i progettisti della Multipla.

Ciao Paolo