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Monday, May 22, 2006

Trovati gli intrusi a Ventotene

Oggi a Ventotene, alla cerimonia di commemorazione dei vent'anni dalla morte di Altiero Spinelli, c'erano degli imbucati. Certo, europeisti di sicura fede sia il presidente Napolitano che Giuliano Amato, ma portatori, nelle loro parole e nella loro azione politica, di un'idea d'Europa ben distante da quella prefigurata da Spinelli e dal Manifesto di Ventotene. Non gli Stati Uniti d'Europa, un'Europa federale e democratica, ma l'Europa intergovernativa o, al massimo, il Superstato degli euroburocrati.

Ne è la dimostrazione il progetto di Costituzione - del quale Amato, da vicepresidente della Convenzione giscardiana, fu tra i massimi artefici - bocciato dai cittadini francesi e olandesi nel giugno del 2005. Nient'altro che un farraginoso trattato inter-governativo, una selva intricata di "nuovi diritti" e ipertrofia burocratica, la massima espressione dell'establishment europeo, dei professionisti dell'europeismo "corretto", in totale dispregio del costituzionalismo liberale. La nuova costituzione europea, con i suoi 448 articoli, 441 in più di quelli necessari, poneva le basi di un nuovo assolutismo, soft, burocratico e imperscrutabile.

Il "no" a quella costituzione non fu solo il "no" anti-liberale dei francesi a un'Europa che liberale non è, e che pur essendo statalista e protezionista, pur essendo anti-americana e gollista, veniva accusata di non esserlo abbastanza. Dal quel "no" è uscita sconfitta l'idea di un'Europa a guida franco-tedesca; l'idea di Unione intergovernativa, che si prefigge come unico scopo il compromesso al ribasso dei vari egoismi nazionali; l'idea di Europa come vincolo burocratico a cui strappare tutele e privilegi nazionali e da cui è bandita invece ogni politica liberale; l'Europa del centralismo, del dirigismo, del protezionismo, con cui le oligarchie tecno-burocratiche e i poteri finanziari ci hanno portati al declino economico, sociale e politico.

Nell'ideale spinelliano di Europa sono cresciuti invece Padoa Schioppa ed Emma Bonino. Il neo-ministro per il Commercio internazionale, insieme a Marco Pannella, ha partecipato con Spinelli alla prima legislatura del Parlamento europeo eletto con suffragio universale, condividendo le sue battaglie federaliste. Per la Bonino e i radicali ancora oggi il progetto di Costituzione europea varato dal PE nel 1984, meglio conosciuto come "progetto Spinelli", resta il modello di riferimento per una costruzione federale dell'Europa.

In questi ultimi anni i tecno-burocrati di Bruxelles, i professionisti dell'europeismo "corretto", gli ideologi dell'Europa intergovernativa e comunitaria, sono riusciti a sclerotizzare il dibattito su "quale Europa". Per meglio demonizzare il dissenso alla loro Non-Europa si sono scelti gli avversari più comodi, alimentando gli istinti e le fobie di estrema destra ed estrema sinistra e "silenziando" invece gli europeisti radicali, federalisti, che con buone ragioni oppongono a questa Non-Europa una diversa e più attraente idea di Europa, democratica, federale: gli Stati Uniti d'Europa.

La bocciatura della costituzione che avevano preparato offre quindi ai sostenitori della visione federale un'occasione imperdibile, forse l'ultima, per riaprire il dibattito e rilanciare la loro alternativa per gli Stati Uniti d'Europa. Per riuscirci però non bisogna permettere di annacquare messaggi come quelli di Altiero Spinelli nella vuota retorica di discorsi ufficiali dal confuso europeismo, come quelli di Napolitano e Amato in questa circostanza a Ventotene.

Bene ha fatto quindi Emma Bonino a denunciare «l'europeismo usurato e logoro», che ci ha ridotti all'immobilismo di oggi, e a sottolineare la necessità «che la Ue si muova uscendo da vecchi schemi e stereotipi».
Ancor più opportuno, in questo delicato contesto internazionale, l'appello che ha lanciato: «Sarebbe davvero utile e straordinario tradurre e diffondere il Manifesto di Ventotene in lingua araba, per aiutare quei paesi e quelle popolazione a capire che la democrazia si costruisce non solo negli Stati ma anche e soprattutto fra gli Stati».

1 comment:

Anonymous said...

dobbiamo tornarci nel numero di LibMagazine