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Sunday, July 16, 2006

Corea del Nord. Non solo missili, anche gulag

Finalmente è arrivata la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu contro Pyongyang. All'unanimità. Era ora. Si chiede di sospendere immediatamente i test condotti con i missili balistici. Ben poca cosa le sanzioni previste, mirate all'import-export di materiale e tecnologia missilistica, ma già qualcosa, se Bolton, l'ambasciatore Usa all'Onu, si dice soddisfatto: «È una forte risoluzione di condanna».

Scontata la reazione di Pyongyang di «totale rifiuto»: «Andremo avanti per rafforzare le nostre difese».

Non solo il problema missilistico però, si parla poco del gulag a cielo aperto. Ieri, su L'Opinione, un mio articolo sulla conferenza organizzata dal Partito Radicale Transnazionale e da Freedom House per far conoscere i dissidenti democratici nordcoreani e tentare di introdurre nell'attualità politica italiana il loro messaggio: «La difesa dei diritti umani, la promozione della democrazia e l'assistenza politica ed economica ai movimenti e ai dissidenti democratici non sono e non possono essere considerati elementi accessori della politica estera, ma devono costituirne parte integrante».

Al loro fianco, per una politica estera fatta anche di promozione della democrazia, c'era anche un piccolo ma determinato gruppo di esponenti di governo, nucleo di una sinistra liberale e antitotalitaria.

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