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Thursday, October 09, 2008

Legnata sui denti

Com'era ampiamente prevedibile e previsto, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili i conflitti di attribuzione sollevati da Camera e Senato a seguito delle sentenze della Corte di Cassazione e della Corte di Appello di Milano sul caso Englaro.

Una decisione ovvia per chiunque fosse provvisto di qualche fondamento di diritto pubblico o anche solo di una buona dose di senno. Evidentemente i parlamentari che hanno spinto il Parlamento a sollevare questo inesitente conflitto di attribuzione non ne sono provvisti e si sono presi una bella legnata sui denti. Nessun calcio di rigore decretato, il punteggio rimane 2 a 0 per la libertà del paziente.

Ribadendo che il conflitto di attribuzione «non può essere trasformato in un atipico mezzo di gravame avverso le pronunce dei giudici» (tradotto: non si può sollevare solo perché le sentenze sono politicamente sgradite), la Consulta spiega che le pronunce delle corti in questione «non hanno rappresentato alcun limite per le funzioni del legislatore», perché «hanno efficacia solo per il caso di specie» e non possono essere considerate come «meri schermi formali per esercitare, invece, funzioni di produzione normativa o per menomare l'esercizio del potere legislativo da parte del Parlamento, che ne è sempre e comunque il titolare». Il Parlamento, chiarisce la Corte, «può in qualsiasi momento adottare una specifica normativa della materia, fondata su adeguati punti di equilibrio fra i fondamentali beni costituzionali coinvolti».

E qui sta il punto, nei «beni costituzionali coinvolti». Nella sentenza la Corte non fa esplicito riferimento a quei «beni costituzionali coinvolti». Tuttavia, è sulla base di principi costituzionali che sono state emesse le sentenze sul caso Englaro. Un'eventuale nuova legge dovrà tenerne conto, pena il rischio di incosituzionalità.

1 comment:

Francesca Padovese said...

Ma ai magistrati chi ha detto che questo è ciò che vuole Eluana?