Berlusconi o no, c'è una parte del paese – difficilmente quantificabile ma consistente, che corrisponde in gran parte all'elettorato del Pdl del 2008 – che si riconosce in un'offerta politica di centrodestra chiaramente alternativa alla sinistra. Conviene al paese che insieme all'"acqua sporca" Berlusconi, si getti via anche il "bambino", il bipolarismo, che caratterizza i sistemi politici di tutti i maggiori paesi europei, per altro regalando comunque al Cav una fetta di elettorato senza il quale qualsiasi coalizione di centrosinistra sarebbe egemonizzata dalla sinistra?
Mentre nel centrosinistra, a prescindere dal merito, oggi si confrontano due progetti politici differenti, quello progressista di Bersani e quello "blairiano" di Renzi, il dramma del centrodestra è che non sembra essercene alcuno. Per Berlusconi qualsiasi strada - ritirarsi favorendo la successione partecipata delle primarie, o ricandidarsi - avrebbe avuto un senso se imboccata per tempo, preparata bene e portata avanti senza incertezze, senza logoranti stop-and-go. Il ritorno in campo di questi giorni ha invece il respiro cortissimo della mera resistenza personale, o peggio della tattica, è maldestro e confuso nelle modalità. Anche se il Cav è ancora l'unico che compie lo sforzo di cercare un rapporto diretto con i suoi elettori, del grande comunicatore di un tempo resta una pallida ombra: in poche ore è caduto nel cliché anti-europeista e populista che gli avevano preparato i suoi avversari. Gli elettori di centrodestra non sopportano i riti e la retorica europeista ma non cercano certo un salto nel buio; sono furiosi per un anno di tasse ma apprezzano serietà e affidabilità di Monti. Invece, proprio sul premier, e non su Bersani, Berlusconi ha polarizzato il suo ritorno in campo - in modo poco credibile, tra l'altro, avendo votato tutte le sue misure.
D'altra parte, si fatica a scorgere un progetto di centrodestra anche nella fronda montiana nel Pdl, che ha troppo il sapore di un frettoloso riposizionamento di oligarchi. L'unico scopo che li tiene insieme sembra quello di trovare la zattera migliore per traghettare le loro carriere nella prossima legislatura. Anche i centristi (nuovi e d'annata), consapevoli di esercitare una scarsissima attrazione presso i delusi del centrodestra, invocano la zattera Monti per dar vita ad un grande centro consociativo.
Resta da capire che tipo di progetto intende mettere in campo Monti.
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